Periodico di informazione delle Forze Armate, Forze di Polizia e Pubblico Impiego

Ancora qualche giorno e l’Arma avrà il nuovo comandante. La settimana prossima, su indicazione del ministro della Difesa Roberta Pinotti (d’intesa con Matteo Renzi), il Consiglio dei ministro procederà alla nomina del generale di corpo d’armata Tullio Del Sette. Cade, infatti, l’ipotesi di un’ulteriore proroga dell’attuale comandante generale dei carabinieri, Leonardo Gallitelli, nonostante sia valutazione unanime che abbia svolto un eccellente lavoro al vertice dell’Arma: il premier e il ministro non intendono disattendere la nuova legge, nata per ridurre le spese della pubblica amministrazione, che ha eliminato l’istituto del “trattenimento in servizio” per i dipendenti pubblici arrivati all’età della pensione.

LA PARTITA NELLA DIFESA La nomina di Del Sette, primo capo di gabinetto del ministro della Difesa a diventare comandante dell’Arma, non sarà l’unica. Entro gennaio-febbraio il governo dovrà nominare il nuovo comandante di stato maggiore della Difesa, in sostituzione di Luigi Binelli Mantelli, anche lui ormai a un passo dalla pensione. E anche lui “vittima” del divieto al trattenimento in servizio. Due i nomi in corsa per sostituire Binelli Mantelli: il generale di corpo d’armata Claudio Graziano, capo di stato maggiore dell’Esercito, e il generale di squadra aerea Pasquale Preziosa, capo di stato maggiore dell’Aeronautica. Secondo una prassi consolidata, il capo di stato maggiore della Difesa è a rotazione tra le varie armi: prima l’Esercito, poi la Marina e infine l’Aeronautica. Dunque, visto che Binelli Mantelli è comandante di squadra navale ed è espressione della Marina, la scelta dovrebbe cadere su Preziosa. Ma in questi giorni, in vista della successione, l’Esercito sta cercando di far valere un’altra prassi: quella che, in forza del maggior numero di militari, prevede che il capo di stato maggiore della Difesa sia per due volte consecutive espressione dell’Esercito.

La tornata di nomine non si fermerà con Del Sette. Il prossimo Consiglio dei ministri dovrebbe scegliere il nuovo avvocato generale dello Stato. In lizza c’è una donna: Gabriella Palmieri Sandulli e dunque è probabile che Renzi spinga per questa scelta. Ma sono in corsa anche i due reggenti Massimo Massella Ducciteri e Giuseppe Fiengo, più l’outsider Carlo Sica. L’ex sottosegretario alla presidenza del Consiglio Antonio Catricalà, sondato discretamente, avrebbe invece rifiutato l’incarico per occuparsi della sua Law Academy di Lipani&Partners.

I SERVIZI NON SI TOCCANO Nonostante il tam tam degli ultimi mesi, non sono invece previsti cambiamenti nei Servizi segreti. Arturo Esposito, capo dell’Aisi (il servizio segreto civile), pur avendo raggiunto l’età della pensione, non incorrerebbe secondo la valutazione di palazzo Chigi nell’applicazione del divieto del trattenimento in servizio. «Nell’intelligence», spiegano fonti accreditate, «non vale questa regola». Tanto più che Esposito ha avuto dal governo di Mario Monti un contratto di quattro anni che scade nel 2016. Esattamente quando terminerà anche l’incarico di Giampiero Massolo, direttore del Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza, e quello del capo della Polizia, Alessandro Pansa. Alberto Manente, capo dell’Aise (l’Agenzia informazioni e sicurezza esterna), è stato nominato da Renzi nell’aprile scorso e dunque scadrà nel 2018.

Fonte: il Messaggero

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Attualità e Politica