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Pubblico Impiego
Soddisfazione è stata espressa dall’Associazione Vittime del Dovere Onlus per le osservazioni formulate al Testo Unico sul Pubblico Impiego (Schema di decreto legislativo recante modifiche e integrazioni al testo unico del pubblico impiego, di cui al decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 (n. 393) ed esposte nel corso dell’audizione informale avvenuta il 20 aprile scorso in occasione della riunione n 138 della Commissione Affari Costituzionali del Senato della Repubblica, che sono state poste quali condizioni al parere favorevole espresso il 3 maggio u.s. dalla medesima Commissione.
Nel 2016, l’ammontare delle risorse destinate annualmente al trattamento accessorio del personale pubblico non potrà superare l’importo del 2015 e dovrà essere progressivamente ridotto in proporzione allecessazioni dal servizio. L’articolo 1, comma 128 della legge di stabilità 2016 spedisce dunque di nuovo in soffitta, dopo la breve pausa del 2015, gli spazi concessi alla contrattazione decentrata che lo scorso anno, infatti, era riuscita a mettere da parte il tetto previsto dall’art. 9, c.
- L’art. 13 stabilisce della legge approvata prevede che il Governo dovrà adottare decreti legislativi, sentite le organizzazioni sindacali maggiormente rappresentative, entro dodici mesi dalla scadenza del termine per l’esercizio della delega su varie materie tra cui, la riorganizzazione delle funzioni di accertamento medico legale in caso di assenze dei dipendenti pubblici per malattia, con l’ attribuzione all’INPS delle relative competenze al fine di garantire l’effettività dei controlli. La previsione della facoltà, per le amministrazioni pubbliche, di promuovere il ricambio generazionale mediante la riduzione su base volontaria e non revocabile dell’orario di lavoro e della retribuzione del personale in procinto di essere collocato a riposo. La semplificazione delle norme in materia di valutazione dei dipendenti pubblici, di riconoscimento del merito e di premialità ed altro...
E’ in arrivo una semplificazione delle norme sulla valutazione dei dipendenti pubblici, per rendere «certo» nei tempi l’esercizio dell’azione disciplinare. Insieme ad una riorganizzazione del sistema di accertamento medico-legale sulle assenze per malattia, per garantire «l’effettività del controllo», con il passaggio delle competenza dalle Asl all’Inps.
Sono alcune delle novità contenute nel pacchetto di emendamenti al Ddl delega di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche all’esame della commissione Affari costituzionali del Senato, presentati dal relatore Giorgio Pagliari (Pd), d’intesa con il governo.
Presto i dipendenti della Pubblica Amministrazione potranno pagare le loro polizze assicurative attraverso il portale telematico dedicato agli stipendi NoiPa. Il pagamento potrà essere effettuato a rate in dodici mesi, dunque per tutta la durata dell’anno. E’ quanto previsto da una circolare emessa pochi giorni fa dalla Ragioneria dello Stato (la numero 2 del 2015), che prevede anche diverse altre novità per i dipendenti pubblici: non solo la possibilità di pagamenti Rc Auto, ma anche di pagamenti premi per polizze vita, coperture di rischi professionali, assicurazioni sulla casa o pagamenti di rate di prestiti.
I procedimenti disciplinari nei confronti dei dipendenti pubblici diventeranno più facili, con l’introduzione di norme in materia di responsabilità disciplinare dei pubblici dipendenti, «finalizzate ad accelerare, rendere concreto e certo nei tempi l'esercizio dell'azione disciplinare». Non solo. Arrivano controlli più severi in caso di assenza per malattia dei dipendenti pubblici, «con attribuzione della relativa competenza all'Istituto nazionale di previdenza sociale». E si va verso il superamento degli automatismi per la carriera dei dirigenti, che sarà legata agli «esiti della valutazione». Lo prevedono gli emendamenti del relatore Giorgio Pagliari (Pd) concordati con il governo alla legge delega di riforma della Pa.
Pensione anticipata: modificata la Fornero
Per lasciare il lavoro in anticipo, rispetto alla pensione di vecchiaia, gli uomini, per tutto l’anno 2015, devono avere almeno 42 anni e 6 mesi di contributi, mentre alle donne bastano 41 anni e 6 mesi.
Ma dal 2016 l’adeguamento dei requisiti pensionistici alla speranza di vita aumenta di 4 mesi, per cui il requisito salirà a 42 anni e 10 mesi per gli uomini, mentre per le donne sarà 41 anni e 10 mesi.
L’INPS potrebbe subentrare alle Asl nella gestione dei controlli suidipendenti statali che si assentano dal lavoro per malattia. Si tratta di un’ipotesi che porterebbe anche a un risparmio di risorse, tanto che si parla di una spesa dimezzata rispetto a quella sostenuta attualmente dalleaziende sanitarie..
L'opzione sarà preclusa ai lavoratori del pubblico impiego e ai lavoratori domestici e del settore agricolo. Chi opera per la liquidazione mensile del TFR sarà vincolato alla sua decisione fino alla scadenza del triennio.
Le nuove regole sui licenziamenti previste dai decreti attuativi del Jobs Act valgono o no anche per i dipendenti pubblici?. Pietro Ichino, giuslavorista e relatore al Senato sulla legge per Scelta Civica, non ha dubbi: "Certo - sostiene - che le nuove regole saranno applicabili anche di dipendenti pubblici. Tanto è vero che, quasi all'ultimo momento, è stata cancellata la norma che ne prevedeva espressamente l'esclusione".
"Il Testo unico dell'impiego pubblico - aggiunge Ichino - stabilisce che, salve le materie delle assunzioni e delle promozioni, che sono soggette al principio costituzionale del concorso, per ogni altro aspetto il rapporto di pubblico impiego è soggetto alle stesse regole che si applicano nel settore privato".
Nel 2013, per il quinto anno consecutivo, è proseguita la riduzione della forza lavoro impiegata nelle amministrazioni pubbliche, riconosce la Ragioneria generale dello Stato aggiornando il Conto annuale. Stavolta almeno la perdita si è fermata a «6 mila unità». Ma in vista c’è un’ulteriore stretta: per il 2014 la stessa Ragioneria stima un calo di «molto superiore», intorno all’1,4%, che corrisponderebbe a una sforbiciata di oltre 45 mila persone. Insomma la dieta per gli statali non è finita.
Anche i dipendenti pubblici saranno messi in condizione di verificare la propria posizione previdenziale (PA) valutandone, quindi, la corrispondenza alla propria carriera lavorativa. Le eventuali difformità potranno essere segnalate all'Istituto tramite le Richieste di Variazione alla Posizione Assicurativa (RVPA) e concorreranno, insieme alle correzione effettuate d'ufficio in base a palesi discordanze, alla corretta costruzione del montante contributivo dei singoli lavoratori.
I dati dell'Istat, aggiornati al 2013, evidenziano il calo delle retribuzioni dei dipendenti della P.A. All'origine il congelamento dei rinnovi contrattuali e lo stop agli scatti, ma anche il mancato turnover
La ministra della Pa Marianna Madia ha firmato l’attesa circolare che vieta di affidare ai pensionati incarichi dirigenziali o direttivi, di studio o di consulenza, e cariche di governo nella pubblica amministrazione, come stabilito dall’articolo 6 del Dl 90/2014. Ma attenzione: lo stop non vale per tutti.
Un pin unico per l’accesso ai servizi dellaPubblica Amministrazione, la marca da bollo digitale, accesso online ai referti sanitari, un’unica tassa locale sulla casa, la dichiarazione dei redditi precompilata, la presentazione telematica della dichiarazione di successione, la semplificazione delle procedure per l’avvio di una nuova impresa: sono solo alcune delle azioni previste dall’Agenda per la semplificazione 2015-2017 che ha avuto il via libera dal consiglio dei Ministri.
I sindacati del pubblico impiego di Cgil, Cisl e Uil hanno depositato il ricorso sul blocco dei contratti nella pubblica amministrazione. La procedura è stata avviata presso il Tribunale di Roma affinché la questione di legittimità sia sollevata di fronte alla Corte Costituzionale.
Lo spiegano le categorie in tre comunicati separati.
I sindacati del pubblico impiego oltre allo sciopero tentano così anche la via legale per scongelare la contrattazione, ferma nella Pa dal 2010. L'annuncio del ricorso arriva alla vigilia delle mobilitazioni già decise e dopo pochi giorni dalla sentenza della Corte di giustizia europea sui contratti a tempo determinato nella scuola (il cui rinnovo illimitato è stato considerato ingiustificato).
Non ci sono i soldi per rinnovare i contratti, queste le lapidarie parole rivolte ai sindacati dal Ministro della Pubblica Amministrazione Marianna Madia,
Durante l’incontro a Palazzo Chigi sulla riforma del pubblico impiego. “Un primo impegno che assume il governo”, ha detto Madia, è che “nessuno perderà il posto per effetto della riorganizzazione della PA. Nessuno andrà a casa“, ha assicurato. Tuttavia, “nel 2015 non sono previste in bilancio risorse per i rinnovi contrattuali“, ha aggiunto il ministro, pur precisando che la riapertura del contratto dei lavoratori pubblici è prevista nell’agenda di governo. I soldi però ora non ci sono e Madia ha tentato di convincere i sindacati ad avere ancora pazienza.