Periodico di informazione delle Forze Armate, Forze di Polizia e Pubblico Impiego

Subito un decreto legge “Mare sicuro” alla stessa stregua di “strade sicure”. Se il Governo ritiene di continuare l’operazione con i soldati per le strade, perché al contempo non riconoscere lo status di Pubblica Sicurezza agli Ufficiali ed Agenti di Polizia Giudiziaria della Guardia Costiera e quindi almeno l’uso dell’arma in dotazione individuale? Il personale svolge già attività di polizia a 360° ma in forza di leggi speciali. Sono anni che ciò è chiesto con insistenza dalle Rappresentanze del personale della Guardia Costiera al fine della tutela fisica e giuridica.Sono onorato di essere delegato a rappresentare quei colleghi che, nel Canale di Sicilia, nonostante la presenza e la minaccia di delinquenti armati su di un barchino, hanno continuato le operazioni di soccorso a circa 50 miglia da Tripoli nella giornata del 15 febbraio.

Nel frattempo che il Governo si decida nel riconoscere urgentemente tale status, sarebbe il caso che a Lampedusa, unitamente ai medici, si imbarcassero a bordo delle Motovedette della Guardia Costiera i colleghi dei Carabinieri con i quali si condividono tante attività di polizia. I pericoli a cui si è esposti in particolare davanti le coste Libiche, vanno ben oltre una minaccia armata. In considerazione che la Libia è quasi di fatto in mano a ribelli, chi ci dice che azioni terroristiche come quelle che abbiamo visto in televisione, e che ci sembrano lontane, non coinvolgano anche i nostri militari che hanno difficoltà a difendersi?

Sono gradite al personale le espressioni di solidarietà da parte di politici e membri del Governo, ma nei fatti non si stanziano neanche delle misere risorse economiche per aumentare uomini e mezzi. Cosa altro deve succedere perché la politica riconosca quanto richiesto da anni dalle rappresentanze dei militari, nell’interesse dei cittadini e della Nazione?

Antonello Ciavarelli – delegato Co.Ce.R. M.M. GUARDIA COSTIERA

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