Periodico di informazione delle Forze Armate, Forze di Polizia e Pubblico Impiego

Sono trascorsi circa venti giorni dai fatti accaduti nel Canale di Sicilia con le minacce da parte di scafisti armati nei confronti dei nostri “Guardia Coste”. Le rappresentanze a livello nazionale della Guardia Costiera, stanche delle continue difficoltà per il personale a essere tutelato sotto l’aspetto fisico e giuridico, hanno chiesto lo status di forza di polizia. Nonostante ciò tutto il personale rappresentato è unito nella lodevole attività di soccorso di naufraghi e migranti. Gli equipaggi della Marina lo scorso 2014 hanno  svolto l’encomiabile attività di “Mare Nostrum”.  Tale operazione, a dire dei vertici della Marina, ha fermato anche le attività di addestramento che sono riprese pochi giorni fa con l’esercitazione “Mare Aperto”. Oggi i fatti sono che la Guardia Costiera, in concorso con la Marina Mercantile e le Unità Navali dell’operazione “Triton” e senza il dispositivo della “Mare Nostrum”, ha già salvato oltre il 40% in più di naufraghi rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Ciò dimostra la grande professionalità del personale che inoltre svolge gli importanti compiti di amministrazione dei porti e polizia a 360° in forza di legge speciali.

Nonostante ciò tutto il personale compresi gli eroi di Lampedusa, infatti, raramente percepisce straordinari a fronte di centinaia di ore in esubero che forse non recupereranno mai perché è innanzitutto il senso morale che ce lo impedisce. Si ha bisogno di personale che costerebbe veramente poco. Ad esempio 200 “Guardia Coste” in più costerebbero solo 4.000.000 di euro l’anno, oppure si potrebbero inglobare gli esuberi dei colleghi tecnici della Marina che saranno messi in mobilità in seguito alla “legge Di Paola”. Non si comprende perché molti politici auspicano una ripresa di “Mare Nostrum” nonostante i normali costi più elevati di carburante ed equipaggio delle navi adatte ad attività belliche, e non pensano che per la nostra economica flotta “non da guerra” a confronto basterebbe molto meno.

Ma la cosa più paradossale è che a fronte della dimostrazione di tanta capacità, il Governo Renzi per dare l’impressione di risparmiare (circa 20.000 euro l’anno) non ricosce il grado apicale il Comandante Generale della Guardia Costiera perché lo considera solo il Capo di un Corpo militare. Se nonostante tutto ciò il Capo viene trattato in questo modo, cosa ne sarà del suo personale? Non ricorda invece che è l’effettivo Comandante di 11.000 uomini e donne di una Guardia Costiera che non ha eguali nel Mediterraneo e di cui l’Italia non può fare a meno. Infatti con 8.000 chilometri di costa, si riesce a garantire sotto l’aspetto amministrativo e operativo, la sicurezza dei Porti, delle coste e dei cittadini e, quindi, la ricchezza e l’economica che va e che viene nella nostra Nazione.

Nonostante ciò la vera ricchezza di cui ci sentiamo portatori, così come tutti i militari e poliziotti, è l’onesto servizio per la Nazione.

Antonello Ciavarelli

delegato del Co.Ce.R. M.M.- Guardia Costiera

 

 

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