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Il 2 marzo con le stesse modalità di invio dei cedolini degli stipendi perviene al personale militare, dalle Direzioni di Commissariato sulle mail istituzionali e non, una lettera senza firma, ma che al contempo esordisce con “Caro collega”... in cui vengono illustrati e pubblicizzati i modi di entrare nel sistema informatico del benessere “Marina-Società privata Eudaimon”. ..L'’Amministrazione della Marina paga diverse decine di migliaia (se non centinaia) di euro di soldi pubblici per un lavoro che commercialmente porterà alla società la possibilità di avere 40.000 mail istituzionale per farsi pubblicità. A ciò si aggiunge il naturale rischio di mettere a conoscenza, di ditte estranee alla Difesa, dei dati sensibili di militati italiani...
Nel lontano settembre 2013 il Co.Ce.R. Marina fu convocato dallo Stato Maggiore per partecipare ad un incontro con i rappresentanti di una società denominata “Eudaimon”. Società che avrebbe trattato il benessere del personale e all’atto pratico le materie della Rappresentanza Militare. A riguardo la maggior parte dei colleghi del Co.Ce.R., con mia meraviglia si espressero favorevolmente. Mi sembrò di capire dai rappresentanti della società che ci fosse bisogno di almeno cinque anni di lavoro per poter ammortizzare le spese e vedere i risultati. Ma a tutto ciò era propedeutico un sondaggio, che fu effettuato circa un anno fa e che ha già avuto un costo di circa 27.000 euro. Vale la pena precisare che la stessa attività fu svolta gratuitamente per il Corpo forestale dello Stato tramite una convenzione con l’Università “Roma3” (http://www.uniroma3.it/news2.php?news=3904&p=1). Da subito le Rappresentanze Militari delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera, espressero le loro forti perplessità, anche perché, se tale attività fosse stata svolta in modo accurato, si sarebbe potuto compromettere la riservatezza di dati sensibili di personale militare e per di più di Agenti e Ufficiali di Polizia giudiziaria. Per quasi un anno in merito si sono avute notizie solo estemporanee.
Nel frattempo al Co.Ce.R. Interforze fu presentata dal Generale di Divisione CC Longobardi (Capo V reparto di Stato Maggiore Difesa), l’attivazione di una piattaforma informatica al fine di ampliare il pacchetto di convenzioni, senza oneri per la Difesa.
Da allora in un solo caso pervenne vie informali al Co.Ce.R. Marina una bozza di specifiche tecniche per procedere al bando di gara per l’affidamento solo dello stesso servizio già svolto dallo Stato Maggiore della Difesa. Nonostante gli obiettivi di privatizzazione da parte dello Stato Maggiore/Co.Ce.R. Marina si fossero ridotte alla sola attività di intermediazione di una ditta al fine della stipula di convenzioni, confermai la mia contrarietà. Tra le varie osservazioni chiesi di far visionare preventivamente la bozza del bando di gara al Co.Ce.R. Marina. Richiesta che non fu accolta. Agli inizi di ottobre u.s. pervenne all’indirizzo mail del Co.Ce.R. Marina una lettera dello Stato Maggiore della Marina (Ufficio dell’Assistente Aggiunto del C.S.M.M) datata fine luglio indirizzata a Maricommi Roma, con la quale si “richiedeva di espletare le pratiche amministrative necessarie per l’individuazione di idonea ditta cui affidare i servizi di benessere a favore del personale M.M.”. A titolo di collaborazione si comunicava un elenco di 8 ditte specializzate nel settore. Successivamente pervenne, al Co.Ce.R. una lettera con la quale si dava informazione circa la presenza di due componenti del Co.Ce.R. all’nterno della commissione giudicatrice. Fummo indicati io e il collega Andreoli. Lo scorso 25 novembre ci fu tale incontro. La commissione era formata da tre militari. Oltre noi due del Co.Ce.R. c’era un Capitano di Fregata in servizio presso il primo reparto dello Stato Maggiore. Rimasi coerente nella mia posizione di contrarietà, non solo per il principio, ma anche per le procedure. Infatti la commissione sarebbe dovuta essere stata presieduta da un dirigente della stazione appaltante, cioè Maricommi Roma. Inoltre eravamo al 2° esperimento, ma nessuno mi aveva mai notificato e portato a conoscenza del 1° esperimento al quale la ditta Eudaimon sembra si sia presentata con una proposta . Mi apparse subito strano che non vi fosse stata la ricerca di nuove ditte in considerazione che al primo esperimento non vi erano state risposte oltre quella della Eudaimon. Inoltre mi chiesi perché tali ditte e non altre. A prescindere che, credo, sarebbe stato necessario a monte coinvolgere Società come la Consip, Difesa Spa, ricercare società all’interno del mercato elettronico e invitare le associazioni d’arma e di categoria. Inoltre l’offerta della Eudaimon, a prescindere che fosse l’unica ad aver presentato un preventivo, non appariva per niente vantaggiosa. La Eudaimon dovrà garantire 30 convenzioni nazionali e 30 locali al minimo del 5% di sconto a fronte dei 50.000 euro (20.000 + 30.000), più iva al 22% ed escluse le spese di trasferta da concordare. Cioè se, ad esempio, a Taranto si volesse procedere con delle convenzioni locali, lo si potrebbe fare solo attraverso tale ditta con ulteriori spese da concordare appositamente. Al Co.Ce.R. è concesso di suggerire 10 esigenze di convenzioni alle quali la società suddetta dovrà provvedere a stipulare con ditte apposite. È come se a questo punto i delegati del Co.Ce.R. che dovrebbero essere maturi per partecipare non più alla concertazione ma, con l’eventuale riforma della rappresentatività alla contrattazione stipendiale, chiedessero alla ditta di fare e firmare il contratto a nome loro. Tale svantaggio per l’amministrazione è ancor più evidenziato se lo confrontiamo con lo stesso servizio offerto dallo Stato Maggiore della Difesa senza spesa di denaro pubblico. Inoltre si evinceva dalle specifiche tecniche, dai bandi di gara e confermata verbalmente dal responsabile del procedimento amministrativo, che non erano stati indicati i parametri economici, e quindi non si comprendeva di che tipo di gara si trattasse. Per queste ed altre ragioni esprimevo il mio parere negativo, riservandomi gli approfondimenti da portare all’attenzione dei Vertici di riferimento quando in possesso degli atti, prontamente richiesti ai sensi della lg. 241/90. Atti richiesti che consistevano nella proposta pervenuta dalla Eudaimon srl, la lettera della società DayWelfer (con la quale diceva che la stessa non si occupava di tali materie), bandi della 1° e 2° gara, lettera e specifiche tecniche (comunque già in possesso del Co.Ce.R.), copia del verbale della commissione giudicatrice (da me firmata in qualità di membro). Nonostante le mie sollecitazioni, è pervenuta tramite il mio Comando dopo 34 giorni a firma del Responsabile del procedimento amministrativo la seguente risposta: “Nel dare riscontro all’istanza in riferimento, si comunica alla S.V. che le informazioni afferenti la procedura di gara per l’affidamento del sistema benessere a favore del personale M.M. verranno rese pubbliche – una volta conclusa l’attività negoziale – tramite procedura di post-informazione con pubblicazione WEB sul portale Difesa”. Devo presupporre che non sia stato compreso il senso della mia richiesta degli atti, che mirava ad un senso di piena assunzione di responsabilità quale membro della commissione giudicatrice che ha esperito la gara. Nel frattempo giorno 2 marzo u.s. cosa succede? “Venghino Signori Venghino!” con le stesse modalità di invio dei cedolini degli stipendi perviene al personale militare, dalle Direzioni di Commissariato sulle mail istituzionali e non, una lettera senza firma, ma che al contempo esordisce nel chiamarci “Caro collega”. Vengono illustrati e pubblicizzati i modi di entrare nel sistema informatico del benessere “Marina-Società privata Eudaimon”. Sistema di pubblicità che non è stato effettuato per le gratuite offerte dello Stato Maggiore Difesa e che a questo punto verrebbero di fatto depotenziate.
Ma è possibile che al giorno d’oggi non si sente da parte dell’Amministrazione l’importanza di una costante trasparenza nei vari passaggi burocratici effettuati? Perché fino ad ora non si evince ciò? Il personale fa fronte a tanti sacrifici per scarsità economiche, ma al contempo l’Amministrazione della Marina paga diverse decine di migliaia (se non centinaia) di euro di soldi pubblici per un lavoro che commercialmente porterà alla società la possibilità di avere 40.000 mail istituzionale per farsi pubblicità. A ciò si aggiunge il naturale rischio di mettere a conoscenza, di ditte estranee alla Difesa, dei dati sensibili di militati italiani. È possibile abdicare alle proprie funzioni addirittura a pagamento? Nel 2015, perché ancora lasciare tali dubbi tra il personale e non pubblicare tutti gli atti con i quali si è svolta la gara?
Antonello Ciavarelli – delegato del Co.Ce.R.