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La Corte Costituzionale, presieduta da Alessandro Criscuolo, deciderà se le pensioni superiori a 3 volte il trattamento minimo INPS dovranno essere – o no – riadeguate all’effettivo costo della vita. A subire maggiormente il danno connesso al blocco della rivalutazione monetaria in base agli indici Istat deciso dal governo Monti a partire dal 1° gennaio 2012, ma ottenendo soltanto un modesto “contentino” solo dal 1° gennaio 2014 in poi, sono stati soprattutto i titolari di pensioni medio-alte (ex magistrati, avvocati dello Stato, docenti universitari, ammiragli, generali, ambasciatori, notai, manager pubblici e privati, dirigenti bancari, piloti, giornalisti, ecc.).
Leggendo a fondo le 4 ordinanze pervenute alpalazzo della Consulta dal tribunale di Palermo e dalla Corte dei Conti della Liguria e dell’Emilia Romagna non dovrebbe esservi alcun dubbio sulla incostituzionalità del blocco per contrasto con gli articoli 2, 3, 23, 36, 38, 53 e 117 dellaCostituzione, nonché con gli articoli 6, 21, 25, 33 e 34 della Convenzione europea per la salvaguardia dei Diritti dell’Uomo e delle libertà fondamentali anche perché viene espressamente richiamato quanto scrissero – quasi profeticamente – proprio i giudici dell’Alta Corte nella loro ultima sentenza, la n. 316 del 2010, che ritenne legittimo il congelamento delle pensioni deciso nel 2008 dal Governo Prodi (lo stesso Governo aveva deciso anche nel 1998 un analogo blocco).
La Corte con la decisione n. 316 del 2010, inviò un fermo monito al legislatore ricordandogli che “la frequente reiterazione di misure intese a penalizzare il meccanismo perequativo esporrebbe il sistema ad evidenti tensioni con gli invalicabili principi di ragionevolezza e proporzionalità, perché le pensioni, sia pure di maggiore consistenza potrebbero non essere sufficientemente difese in relazione ai mutamenti del potere di acquisto della moneta”.
Di parere diametralmente opposto, però, i legali dell’INPS e l’Avvocatura dello Stato, per conto della Presidenza del Consiglio, che hanno ribadito la piena legittimità del blocco, sollecitando la bocciatura di tutte le eccezioni di presunta incostituzionalità.
La Corte ha ora davanti 3 possibili soluzioni davanti prima di emettere il suo verdetto finale, che sarà redatto dalla professoressa Silvana Sciarra:
1) respingere tutte le eccezioni, come chiedono il premier Matteo Renzi e il presidente INPS Tito Boeri, e lasciare tutto invariato;
2) accogliere in pieno le varie eccezioni, riadeguando le pensioni al costo della vita dal 2012 in poi;
3) accogliere le varie eccezioni, ma riadeguando le pensioni al costo della vita solo da oggi in poi senza quindi alcun effetto retroattivo a partire dal 1° gennaio 2012.
Questa terza e nuovissima soluzione é stata già sperimentata per la prima volta dai giudici della Consulta proprio pochi giorni fa con la sentenza n. 10 del 2015 che ha bocciato l’imposta Ires a carico dei petrolieri, ma senza concedere miliardi di euro di arretrati dal 2008 in poi con conseguente enorme risparmio per lo Stato.
Potrebbe essere questa una ragionevole via d’uscita per mettere fine al blocco della perequazione delle pensioni?