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Premette che si tratta di "un'opinione a titolo personale", avanzata nella sua veste di segretario di Scelta civica, ma e' il sottosegretario all'Economia Enrico Zanetti a liquidare come "impensabile" l'ipotesi di restituire erga omnes l'indicizzazione delle pensioni, in seguito alla sentenza della Consulta. "Escludo che sia possibile restituire a tutti l'indicizzazione delle pensioni. Per quelle piu' alte sarebbe immorale e il governo deve dirlo forte. Occorre farlo per le fasce piu' basse", ha aggiunto.
Sei milioni di pensionati interessati al blocco dell'adeguamento delle pensioni e un 'buco' per le casse dello Stato che a seconda delle fonti va dai cinque ai 16,6 miliardi di euro. Questo l'effetto della sentenza della Consulta che il 30 aprile scorso ha definito incostituzionale la norma del Salva Italia che prevede il blocco dell'adeguamento delle pensioni superiori a tre volte il minimo Inps maturate nel biennio 2012-13.
Secondo i sindacati, in particolare lo Spi-Cgil che circa un mese fa ha diffuso uno studio a riguardo, la platea di pensionati interessati e' di poco piu' di 5,5 milioni di persone. Secondo il sindacato inoltre ai pensionati interessati da questa misura non sono stati corrisposti complessivamente 9,7 miliardi di euro, pari ad una perdita media pro-capite di 1.779 euro. L'Avvocatura dello Stato invece aveva posto sul piatto della bilancia, quale contropartita all'eventuale accoglimento del ricorso, la cifra di circa 5 miliardi che lo Stato avrebbe dovuto restituire ai pensionati: circa 1,8 miliardi per il 2012 e 3 miliardi per il 2013. Il sindacato ricorda che nel biennio 2012-2013 l'adeguamento delle pensioni e' stato bloccato per importi superiori a tre volte il trattamento minimo, ovvero circa 1.400 euro lordi. Ma aggiunge che "nel biennio 2014-2015 invece l'adeguamento e' stato sull'intero importo della pensione con una percentuale del 100% solo per tutti quelli che hanno un assegno fino a tre volte il trattamento minimo mentre decresce per le altre categorie d'importo dallo 0,95% fino allo 0,40%".
Per questo, e' la conclusione, la perdita per i pensionati e dunque il costo per le casse pubbliche si aggira sulla cifra di poco meno di 10 miliardi di euro. Intanto il governo assicura che non ci sara' alcuna nuova manovra. "Quando avremo fatto i conti faremo tutte le valutazioni. Non mi sembra che ci sia una manovra all'orizzonte", ha detto il ministro dell'economia, Pier Carlo Padoan. Niente manovra all'orizzonte per riassestare il 'buco' dei conti pubblici creato dalla sentenza della Corte Costituzionale sulle rivalutazioni delle pensioni, dunque. Il ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan esclude che il governo stia pensando ad una manovra di aggiustamento dei conti per rimediare al colpo durissimo sulle finanze pubbliche inferto dalla decisione della Consulta. Un colpo che potrebbe pesare per 10 miliardi di euro sulle casse dello Stato e far saltare gli equilibri di deficit e di debito che l'esecutivo aveva gia' messo a consuntivo.
Padoan non nasconde la preoccupazione del governo, una preoccupazione che emerge perfino da un lapsus freudiano in commissione finanze del Senato, quando il ministro dell'Economia si rivolge ad un senatore del Pd chiamandolo Fornero e ammettendo di "avere la testa sempre li'". Il ministero dell'Economia sta cercando una soluzione che "sia rispettosa della sentenza ma che minimizzi i costi per la finanza pubblica", dice Padoan.
"Le sentenze si applicano - aggiunge - ma la sentenza della Consulta richiede una valutazione dettagliata sia sotto il profilo giuridico che sugli impatti finanziari. Non stiamo facendo altro al ministero che cercare di capire cosa vuol dire quella sentenza in termini di impatto, anche per evitare equivoci". "Posso garantire che stiamo lavorando in tutte le direzioni per assumere una decisione confome alle leggi e rispettosa della decisione dei giudici, ma che minimizzi i costi per la finanza pubblica. Gli effetti sui conti ci sono e intervengono in un momento in cui i conti pubblici stanno migliorando e ci auguriamo che continuino a farlo".