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Assegni piu' magri di almeno il 20 per cento se si estendesse la facoltà oggi concessa alle sole lavoratrici di andare in pensione a partire da 57 anni e 35 di contributi. Con una decurtazione tanto piu' elevata quanto maggiore è la retribuzione percepita negli ultimi anni di carriera lavorativa.
E' quanto potrebbe accadere se passasse l'ipotesi sostenuta dal Presidente dell'Inps, Tito Boeri, di flessibilizzare le uscite al prezzo di un ricalcolo totalmente contributivo dell'assegno. Naturalmente si tratterebbe solo di un'opzione per i lavoratori e le lavoratrici che quindi potrebbero tranquillamente continuare a lavorare sino alle età naturali stabilite dalla Legge Fornero ma chi dovesse scegliere questa strada rischia un taglio piuttosto consistente dell'assegno. Che poi si porterebbe dietro per tutta la vita in quanto una volta intrapresa questa strada non si torna indietro.
Quattro i fattori chiave che segnano l'importo dell'assegno ricalcolato: 1) l'età dell'uscita effettiva, in quanto piu' si ritarda l'uscita maggiori saranno i coefficienti di trasformazione che traducono in pensione il montante accreditato e quindi piu' elevato sarà l'assegno; 2) l'andamento delle retribuzioni negli ultimi anni di lavoro, piu' sono elevate maggiore sarà la perdita del vantaggio riconosciuto dal sistema retributivo sull'assegno; 3) la quantità di contribuzione versata, perchè è chiaro che ad un numero elevato di contributi corrisponde un assegno piu' succulento; 4) la presenza o meno di 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995, dato che solo nel primo caso l'effetto del sistema retributivo sarà piu' intenso sull'entità del rateo.
In linea generale le riduzioni piu' elevate interessano infatti chi ha retribuzioni elevate negli ultimi anni di lavoro e soprattutto chi poteva vantare almeno 18 anni di contributi al 31 dicembre 1995. Questi lavoratori infatti hanno, ancora oggi, la maggior parte dell'assegno determinata con il sistema retributivo e quindi l'impatto di un ricalcolo sarebbe molto piu' robusto rispetto ai lavoratori piu' giovani. In media il taglio sarebbe di un 20-25% della pensione che sarebbe stata percepita con il sistema misto, decurtazione che però schizzerebbe oltre il 33% su retribuzioni medio-alte sino a toccare, in casi particolarmente sfavorevoli, anche il 40%.
Nella tabella sono riportati alcuni esempi dei casi maggiormente penalizzanti, cioè per chi ha mantenuto il retributivo sino al 2011. Chi ha meno di 18 anni di contributi al 31.12.1995 vedrà invece riduzioni minori in quanto il suo assegno, con il regime attuale, già ha un importo piu' basso.