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Riforma dell'IVA, riforma delle pensioni, avanza primario,... La quadra non si è trovata e le trattative sono state interrotte per esasperazione fino al referendum. Su una voce nessuno ha battuto i pugni e non ha avanzato altre pretese: la spesa militare. Certo nell'ultimo documento vergato da Tsipras e diffuso dal Financial Times il capo ellenico prometteva anche la riduzioni delle spese per la difesa. Ma non è stata una mossa che lo ha favorito. Anzi meglio sorvolare, onde evitare di gettarsi la zappa sui piedi. Avvertenza valida per la Germania che ha grossi interessi nella penisola. Non vuole lasciarsi scappare il guadagno che le viene dalla disponibilità greca ad acquistare i suoi pezzi d'armeria.
Spesa militare alta rispetto al Pil
Più osservatori non hanno lasciato passare che la Grecia in termini relativi al Pil ha una spesa militare troppo elevata, al di sopra della media europea. Tsipras ha promesso di scalare le spese degli armamenti a 200 milioni per il 2016 per arrivare a 400 milioni nel 2017. Non è stato chiarito il piano della riduzione anche perché il governo dovrebbe affrontarsi con i colleghi della destra nazionalista di Anel che esprime anche il ministro della difesa, Panos Kammenos. Lo Stockholm International Peace Research Institute (SIPRI) ha calcolato che dal 2014 ci sono stati tagli ma il capitolo resta ancora molto elevato soprattutto riportato al Pil. L'istituto riporta che dal 1980 al 2014 la spesa è stata sensibilmente abbattuta, passando dal 6,2 per cento del prodotto interno lordo al 2,2. La media Ue però viaggia intorno all'1,6%. Buona parte del budget è destinato alla retribuzione del personale. Tagli all'esercito significherebbero licenziamenti e gli ex soldati andrebbero ad ingrossare le folte schiere dei disoccupati. Qui si possono capire le remore del governo. La Grecia non può neppure azzardarsi a sguarnire la difesa vista l'alta tensione con la Turchia con la quale si guardano a muso duro per l'egemonia su Cipro. Da ricordare che i militari sono un pezzo di storia di questo Paese che ha attraversato la fase della dittatura militare.Ma è la Germania a non avere interessi alla riduzione.
Acquisto di armi dalla Germania per ottenere gli aiuti
In un articolo del 2010 The Guardian documentava che il 15% delle esportazioni di armi della Germania era diretto alla Grecia, verso cui viaggiavano anche le armi francesi. Un commercio andato avanti ancora nel 2014, resistendo agli anni della crisi economica. Secondo lo Stockolm International Peace Research Institute la Grecia ha acquistato armamenti dalla Germania per il valore di 551 milioni di dollarie dalla Francia per 136 milioni. Il Wall Street Journal asseriva che i due Stati complici avevano imposto ad Atene l'acquisto di armamentario vario come condizione per usufruire del piano di aiuti e trovarono la connivenza del capo del governo Karamanlis. Durante il suo mandato secondo il quotidiano newyorkese la Grecia pagò alla Germania 1,7 miliardi di euro per l'acquisto di 170 carri armati panzer Leopard. Fu lo stesso Karamanlis prima di lasciare lo scranno a commissionare 4 sottomarini della ThyssenKrupp. Il suo successore, il socialistaPapandreu, ordinò di sospendere l'acquisto dopo che tecnici avevano rilevato incongruenze strutturali. Ma fu costretto a rientrare nell'accordo e se la cavò con l'acquisto di due sottomarini al costo di 1,3 miliardi di euro, mentre altri 403 milioni di euro venivano buttati per 223 carri armati. Però il quotidiano tedesco Bild parafrasa il quesito del referendum greco e scrive: " La Germania deve o meno continuare a finanziare la Grecia?"
http://it.blastingnews.com/economia/2015/07/grecia-spese-militari-troppo...