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Sarebbe assurdo che anche quest’autunno, nel silenzio, si attenda di dover nuovamente limitarsi a salvare il salvabile quando, ad oggi, sul tavolo ci sono ancora diverse questioni rilevanti che riguardano proprio i poliziotti, i carabinieri o i militari, questioni che sono tralasciate e volutamente ignorate.
Mi riferisco alla revisione dello strumento militare previsto dal D.Lgs 244/12 cd legge Di Paola che parte dal 2016, al sistema previdenziale, al rinnovo del contratto economico, al ventilato, promesso, garantito riordino delle carriere, questioni importanti che non sono state ancora affrontate in modo concreto e risolutivo in nessun ambito ne tecnico, ne rappresentativo ne legislativo.
L’autunno si avvicina e oltre al cambio del clima, l’inizio del nuovo anno scolastico e la colorazione delle foglie degli alberi è anche il periodo in cui il governo si appresta a definire la nuova legge di stabilità economica e finanziaria.
Legge che in tempi lontani, forse con un certo rimpianto, era considerato il principale contenitore legislativo in cui gli onorevoli di turno potevano presentare gli emendamenti più disparati per soddisfare le variegate ed a volte anche bizzarre esigenze, soprattutto legate al territorio di provenienza, che venivano prospettate per essere finanziate.
Ai nostri giorni però questa legge, fondamentale per uno stato, è mutata, infatti da diligenza cui dare l’assalto oltre a diventare un atto “blindato” è rimasto l’unico strumento per far tornare i conti di quel bilancio statale ballerino adottando provvedimenti non certo migliorativi, se non per pochi e per alcuni settori, ma per lo più approvando dispositivi sfavorevoli alla maggioranza dei cittadini e tesi a fare cassa con o con le imposte o con i risparmi di spesa (tagli) e, nel tempo, scelte finalizzate ad erodere ed eliminare alcuni diritti, ma non ancora i privilegi.
Anche il comparto Sicurezza-Difesa, nonostante tutti i problemi di cui è già sofferente, non è rimasto certo immune dai provvedimenti negativi, infatti basti ricordare che, nella scorsa legge di stabilità nelle sue dinamiche generative sul tavolo dei tagli sono stati posti numerosi istituti che riguardavano il trattamento economico e previdenziale del personale di questo comparto: dall’ausiliaria, alle rafferme per naviganti e controllori di volo, le promozioni giuridiche, la riduzione dei gradi di vertice dei corpi ed altro ancora, ed alla fine di questo processo qualcuno, si è dovuto assumere la responsabilità di dover dare una priorità per salvare qualcosa rinunciando ad altro.
E’ evidente che queste dinamiche non possono ripetersi anche per la prossima legge finanziaria, sarebbe assurdo che anche quest’autunno, nel silenzio, si attenda di dover nuovamente limitarsi a salvare il salvabile quando, ad oggi, sul tavolo ci sono ancora diverse questioni rilevanti che riguardano proprio i poliziotti, i carabinieri o i militari, questioni che sono tralasciate e volutamente ignorate.
Mi riferisco alla revisione dello strumento militare previsto dal D.Lgs 244/12 cd legge Di Paola che parte dal 2016, al sistema previdenziale, al rinnovo del contratto economico, al ventilato, promesso, garantito riordino delle carriere, questioni importanti che non sono state ancora affrontate in modo concreto e risolutivo in nessun ambito ne tecnico, ne rappresentativo ne legislativo.
Non dobbiamo nascondere che le insistenti voci che circolano sull’avvio del processo per la definizione della legge di stabilità per l’anno 2016 presuppongono ancora tagli, ancora interventi peggiorativi anche sul trattamento economico del personale del comparto e quindi non si può più stare in silenzio ed arrivata l’ora di ricordarsi di ricordare ai ministeri, al governo che prima di parlare di qualsiasi cosa, di proporre qualsiasi provvedimento si devono prima definire i provvedimenti che si intendono approvare per gestire tutte le questioni che ancora sono sospese.
E’ ora di porre delle condizioni, dei vincoli pregiudiziali su eventuali provvedimenti che possano riguardare il personale del comparto Sicurezza-Difesa rappresentando che nessun provvedimento possa essere proposto ed approvato se prima non si siano affrontate e definite almeno le seguenti questioni:
D.Lgs. 244/12: revisione degli istituti attualmente previsti, e risultati inadeguati, dai decreti discendenti 7 e 8 per la riduzione del personale militare da 170.000 a 150.000 unità entro il 2024, prevedendo sia l’incremento dei canali di esodo del personale quanto accrescendo le possibilità di uscita volontaria (es. esonero, ARQ più flessibile, rifinanziamento della legge 168/05, ecc.), destinando quota dei risparmi di spesa derivanti dalla riduzione del personale modulandolo tra le necessità delle diverse generazioni (esodo agevolato per i più anziani e pensioni integrative per i più giovani).
Sistema previdenziale: la definizione di un aggiornato sistema previdenziale per il personale del comparto Sicurezza-Difesa, che ricordo è ancora vincolato alla cd Legge Fornero e quindi più sfavorevole, armonizzandolo in linea con le norme vigenti e soprattutto con la garanzia dell’applicazione dei precetti inspirati alla specificità riconosciuta al personale del comparto.
Riordino delle Carriere: riforma delle carriere e di tutti ruoli con l’introduzione di moderni concetti di gestione delle risorse umane in termini di sviluppo professionale e corrispondenti promozioni ed avanzamenti nonché, la garanzia di poter giungere ad una concreta “carriera aperta” dando piena applicazione all’equiordinazione tra il personale delle varie armi e corpi, provvedendo altresì alla soluzione definitiva dell’annoso problema che riguarda il personale Sottufficiale dell’Aeronautica Militare per la promozione al grado di Primo Maresciallo e del personale graduato arruolato ai sensi della Legge 958/86.
Trattamento economico: avviare il processo della concertazione per il rinnovo del contratto economico con l’allineamento preventivo delle disparità generate dal blocco degli stipendi anche alla luce della sentenza emessa dalla Corte Costituzionale.
Questa proposta di porre dei vincoli, delle condizioni per non essere ancora una volta soccombenti, attori inermi e silenti di processi che incidono sulla vita professionale e privata del personale, dovrebbe trovare la condivisione da parte di tutti coloro che hanno delle responsabilità rappresentativa e dovrebbe essere sviluppata, integrata da tutte quelle altre questioni che oggi non sono state ancora prese in considerazione, perché è facile chiedere…. più difficile riconoscere…...
Diego Spadafora