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Fa discutere da giorni la proposta emendativa con cui diversi parlamentari hanno richiesto di prorogare di un anno, ovvero fino al 30 maggio 2017, il mandato degli attuali componenti in carica del Consiglio Centrale Interforze della Rappresentanza Militare, nonché del consigli centrali, intermedi e di base delle Forze Armate, quindi anche dei Carabinieri e del Corpo della Guardia di Finanza.
E’ motivo di confronto tra i delegati della stessa rappresentanza, tra il personale del comparto difesa, fa discutere ed intervenire gli osservatori abituali delle vicende dei militari e, tutto sommato l’argomento sembra anche coinvolgere od interessare in modo bipartisan qualche politico.
Fa discutere veementemente la necessità, opportunità ecc. della proroga di un anno del mandato dei delegati ma non riesce ancora a far discutere in un modo definitivo che questa forma di rappresentanza è morta e sepolta da tempo e se si andasse a votare per rinnovare nuovamente i delegati del prossimo mandato probabilmente la riforma in chiave associativa e sindacale, attesa dal personale, sarebbe ulteriormente rinviata di almeno altri quattro anni.
Ecco perché dico SI alla proroga del mandato, dico SI perché è l’unico modo per poter vedere finalmente la conclusione dei lavori in atto nel comitato ristretto guidato dall’On. Maria Rosa Callipari sulla riforma del sistema rappresentativo delle Forze Armate. Una riforma civile, europea e progressista che non può non fare riferimento alla ormai famosa sentenza della C.E.D.U.,da cui si rileva che il diritto ad associarsi anche professionalmente è di carattere generale e diffuso, incomprimibile e precluso ad ogni tipo di discriminazione, così come si evince dal combinato disposto dalla Convenzione Europea per libertà di riunione e di associazione art. 11 e;divieto di discriminazione art. 14.
Non può esserci altra conclusione, su 28 paesi dell’Unione Europea ben 12 hanno delle rappresentanze sindacali per le proprie Forze Armate, esistono numerose sigle e associazioni a carattere militare, alcune delle quali ibride rispetto ad entrambi queste figure.
La Germania ha un sindacato con 206.000 iscritti e cosa strana difende gli interessi sia del personale ma anche dello stesso Ministero della Difesa, da considerare che in Austria e Svezia è ammesso anche il diritto di sciopero e nel Regno Unito in assenza di uno specifico sindacato il personale può iscriversi liberamente a qualsiasi istituzione rappresentativa.
Stessa cosa vale per la Norvegia (1835), Olanda (1898), Belgio (1909) e non ultima la Spagna nel 2007.
Oggi, pur ritenendolo in parte condivisibile, ritengo sia un errore soprattutto di chi da sempre si è battuto per avere una nuova rappresentanza, di chi si è battuto per i diritti civili dei militari, sbaglia che si ferma a discutere sulla proroga di un anno del mandato perché può fare il gioco di chi non vuole cambiare questo sistema.
Si deve invece avviare il confronto su quale potrebbe o dovrebbe essere la nuova forma di rappresentatività del personale con le divise, quali debbano essere i principi organizzativi, quali le competenze, il tipo di struttura migliore da adottare, il grado di autonomia e il tipo e livello di relazione da possedere con la parte politica. Questi gli argomenti su cui dibattere subito per spingere il comitato ristretto a portare a conclusione entro un anno la riforma del sistema rappresentativo per il personale delle Forze Armate e della Guardia di Finanza.
Io dico SI alla proroga perché la continuità dell’esperienze maturate da parte dei delegati durante il mandato e la correlata continuità dell’attuale rappresentanza politica fino al 2018 saranno le condizioni necessarie per affrontare definitivamente la questione e chiudere nel migliore dei modi tutti quei nodi o meglio nervi ancora scoperti che riguardano il personale del comparto sicurezza-difesa come il rinnovo del contratto, la previdenza integrativa, la gestione della riduzione del personale militare, il riordino delle carriere.
IO DICO SI ALLA PROROGA DELL’ULTIMO MANDATO DELLA RAPPRESENTANZA MILITARE.
DiegoSpadafora