Periodico di informazione delle Forze Armate, Forze di Polizia e Pubblico Impiego

questa revisione dei ruoli non risolve le annose questioni riguardanti le sperequazioni tra forze di Polizia e, anzi, le accentua; non garantisce reali sbocchi di carriera alla maggioranza dei colleghi che hanno davanti 10 o poco meno anni di servizio ancora; non sana una serie di questioni cristallizatesi nel tempo ad ogni livello, ruolo e qualifica per non parlare dei ruoli tecnici che continuano a venire trattati alla stregua di una Cenerentola a cui si affianca, purtroppo, il declino delle tante Specialità di una Polizia che non riesce più a conservare un ruolo decisivo e importante conquistato attraverso i sacrifici e l'impegno di tanti nostri colleghi che hanno creduto in tutto ciò.

Di Daniele Tissone Segr. Gen. sindacato di Polizia Silp CGIL

 

E' finalmente giunto il previsto parere del Consiglio di Stato relativo allo schema di decreto legislativo recante disposizioni in materia di revisione dei ruoli delle Forze di Polizia. 

Nonostante il suddetto parere abbia una rilevanza sostanzialmente giuridica in relazione al provvedimento attualmente all'esame delle commissioni parlamentari, sentiamo di esprimere alcune considerazioni al riguardo che hanno molto poco di giuridico, ma assai tanto di realistico per il nostro personale.

Realistico è l'aspetto, trascurato dallo schema di decreto e dal parere de quo, che all'appuntamento di cui parliamo, ovvero della revisione dei ruoli ex art.8 Legge 124/15, la Polizia di Stato non si sia potuta presentare con le carte in regola, con un "gap" di concorsi non banditi per decenni e con la mancata istituzione del Ruolo Direttivo Speciale; aspetti di cui le altre Forze di Polizia, hanno saputo e potuto godere nel tempo.

Situazione, questa, non trascurabile che ha determinato sperequazioni - denunciate dal solo Silp Cgil -  legate alle attuali tre diverse bozze che, ancora, non sanano le differenziazioni esistenti. Ma al peggio si aggiunge oggi quanto segue: il Consiglio di Stato - che fa candidamente emergere, nel corpo della sua sostanzialmente esigua relazione, che la Polizia di Stato non ha mai alimentato, nel tempo, il Ruolo Speciale - tiene però a rilevare che l'unica situazione di disallineamento portata alla luce tra i vari Corpi risulta essere proprio "la progressione di carriera degli Ispettori che transitano nei ruoli Funzionari/Ufficiali", con lo sconcertante giudizio secondo cui la proposta della Polizia di Stato (articolo 2, comma primo lettera “t” del progetto di riforma), che riguarderà complessivamente ben 1.800 Sostituti Commissari, e che consentirà il raggiungimento della qualifica apicale di Commissario Capo (per 1.500 unità di personale) in soli 2 anni e 6 mesi, non potrà essere soddisfatta in quanto che, i periodi proposti, dovranno venire ulteriormente aumentati di 1 altro anno e di 6 mesi!

Insomma, oltre il danno la beffa. E questo sarebbe il riordino del Secolo? Ai posteri l'ardua sentenza, sempre che di posteri beneficiari ve ne siano tenuto conto che moltissimi colleghi varcheranno, fortuna loro e a breve, la soglia della pensione con un presumibile sentimento di rammarico e di sfiducia verso l'amministrazione di appartenenza che non ha saputo garantir loro un reale riconoscimento della professionalità nonché delle singole capacità, privilegiando, come sempre, le posizioni di pochi.

Noi non ce l'abbiamo di certo con il Consiglio di Stato che non ha fatto altro che "fotografare", registrandola, una situazione cristallizzatasi nel momento in cui scriviamo. Siamo invece critici nei confronti di chi non ha fatto emergere, ad oggi, le diverse e molteplici situazioni pregresse che tanto hanno debilitato l'esistente con la conseguente perdita di credibilità da parte delle nostre istituzioni.

Alla domanda se sia tardi a porre un rimedio a tutto ciò rispondiamo che, di certo, se si fosse affidata la conduzione di un simile progetto (considerato che le risorse economiche stanziate avrebbero giustificato una concertazione reale con le rappresentanze sindacali), forse oggi non saremmo in questa situazione senza sbocco alcuno. Magari qualcuno raccogliesse ora la nostra idea, alla luce della eccessiva rilevanza delle norme transitorie - come scritto nel parere del CDS -, predisponendo una concertazione tra Amministrazioni e OO.SS. di certo vi sarebbe maggiore trasparenza e chiarezza e, forse, qualche risultato in più rispetto alle decisioni prese dai vertici sopra le teste di noi tutti.

In ogni caso il nostro parere non muta: questa revisione dei ruoli non risolve le annose questioni riguardanti le sperequazioni tra forze di Polizia e, anzi, le accentua; non garantisce reali sbocchi di carriera alla maggioranza dei colleghi che hanno davanti 10 o poco meno anni di servizio ancora; non sana una serie di questioni cristallizatesi nel tempo ad ogni livello, ruolo e qualifica per non parlare dei ruoli tecnici che continuano a venire trattati alla stregua di una Cenerentola a cui si affianca, purtroppo, il declino delle tante Specialità di una Polizia che non riesce più a conservare un ruolo decisivo e importante conquistato attraverso i sacrifici e l'impegno di tanti nostri colleghi che hanno creduto in tutto ciò.

Motivo, questo, che ci spinge a sollecitare un intervento della politica tale da sanare ingiustizie vecchie e nuove attraverso interventi competenti e scevri da appartenze o interessi particolari nella consapevolezza che il bene finale che si deve raggiungere non può essere che quello del mantenimento di apparati della sicurezza meritocratici, efficienti, trasparenti e soprattutto autorevoli.

La nostra mobilitazione continua!

 

Argomento: 
Sindacati ffpp