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Le donne generali nell'Arma dei Carabinieri – e in generale nelle Forze Armate – si contano sulla punta delle dita ed è emblematico come recentemente sia stata diffusa con grande clamore da alcuni media la notizia di 3 nuove donne generali nella Benemerita, quando poi – titoloni a parte – negli articoli si legge e si scopre che si tratta di ex dirigenti superiori del disciolto Corpo Forestale dello Stato. Dunque, una "non" notizia che serve, probabilmente, per gettare fumo negli occhi rispetto ad una situazione di arretratezza, per quel che riguarda i diritti di genere e il ruolo delle donne, che attraversa oggi tutto il mondo delle stellette.
Del resto, soltanto nel duemila e in forza di una legge osteggiata fino all'ultimo momento da alcuni ambienti, le donne sono entrate a far parte dell'Arma dei Carabinieri e tutt'oggi nel sito ufficiale dell'unica quarta forza armata al mondo si legge che questo ingresso "è stato disciplinato in modo graduale... per cercare di favorire al meglio l'integrazione". Non sono necessari psicologi o analisti del linguaggio per comprendere come dietro una simile affermazione si nasconda un retaggio pseudo sessista che soffre di maschilismo internalizzato, tipico di molti ambienti militari.
Altra storia, naturalmente, è quella della Polizia di Stato dove le donne sono presenti addirittura dal 1960 e dove, dal 1981, con la smilitarizzazione, il personale femminile occupa ogni ruolo, qualifica e mansione. Questo non vuol dire, in ogni caso, che non ci sia ancora molto da fare sul terreno di una effettiva parità di genere e di diritti. Sul terreno, direi, soprattutto culturale. Questo mio ragionamento vuol essere l'occasione per ribadire, con forza, la necessità che nel 2017 una vera riforma del sistema sicurezza debba puntare, al più presto, ad una smilitarizzazione dell'Arma dei Carabinieri, della Guardia di Finanza e quindi anche delle Forze Armate fino ad una piena sindacalizzazione delle lavoratrici e dei lavoratori in divisa che anche nei Corpi ad ordinamento civile soffrono alcune limitazioni che oggi non hanno più ragione di essere.
Il mito della cosiddetta "efficienza" militaresca, legato indissolubilmente al concetto di "maschilismo", è ampiamente superato dalla storia e dai fatti. Anzi, i principali apparati di sicurezza mondiali ed europei sono caratterizzati da Corpi e Forze ad ordinamento civile che, tra l'altro, consentono maggiore trasparenza dei processi interni e possibilità reali di denuncia di abusi che sono sostanzialmente precluse a chi indossa le stellette.
Smilitarizzazione, sindacalizzazione, diritti che si affiancano ai doveri, piena parità di genere e lotta senza quartiere alle discriminazioni in qualsiasi forma rappresentano la chiave di volta per un sistema della sicurezza efficiente e al passo coi tempi, aperto alla società civile e vicino realmente ai cittadini. Questo è il nostro impegno, quello di un'organizzazione sindacale con cultura confederale, anche al fine di contrastare i tentativi di rimilitarizzazione strisciante che hanno avuto nella cancellazione del Corpo Forestale dello Stato la loro massima, e speriamo ultima, espressione.
Daniele Tissone - Segretario generale sindacato di polizia Silp Cgil