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La casa, un comodo bilocale di Siracusa, affittata al militare per motivi di servizio, era stata trasformata in un bed and breakfast. Ma, dice la Cassazione, non è reato.
BARI - Chissà la faccia dei suoi commilitoni che hanno compilato la relazione di servizio, e che avevano notato quello strano viavai: nell’alloggio siciliano di un maresciallo barese dell’aeronautica, frotte di turisti (e turiste) scaricavano valigie, scendevano e salivano le scale, osavano - addirittura - affacciarsi al balcone. La casa, un comodo bilocale di Siracusa, affittata al militare per motivi di servizio, era stata trasformata in un bed and breakfast. Ma, dice la Cassazione, non è reato.
La vicenda riguarda A.G., 36 anni, è si è conclusa qualche settimana fa con la sentenza della Suprema corte che ha mandato assolto il sottufficiale dall’accusa di truffa militare perché il fatto non sussiste. Trasformare un alloggio di servizio in casa vacanze, insomma, è una violazione al contratto di affitto stipulato tra il militare e l’amministrazione della Difesa: questo perché - hanno scritto i giudici della Cassazione (Prima sezione, relatore Bonito), la bella pensata del maresciallo barese non ha cagionato un «danno patrimoniale o economico» alle casse dello Stato o ad altri militari.
Eppure, dopo che in primo grado il Tribunale di Napoli aveva assolto il maresciallo, la corte militare di Appello lo aveva condannato a un anno e un mese di carcere, con la possibilità di sospendere la pena previo svolgimento di servizi sociali, ritenendo che invece il «b&b» aperto dal militare barese avesse creato sì un danno: visto che lui aveva perso i requisiti per ottenere l’alloggio di servizio, quella casa poteva essere attribuita a qualche altro collega.
La storia si è svolta nel periodo tra il luglio 2013 e l’agosto 2014, quando il maresciallo aveva dato spazio all’inventiva. Utilizzando il sito Airbnb, aveva infatti messo a disposizione dei turisti l’appartamento che si trova all’interno del villaggio Azzurro di Siracusa, un complesso militare non lontano dal mare. In quel periodo, secondo le indagini, il sottufficiale barese aveva ospitato «almeno sette turisti», di cui quattro francesi, due lituani e un italiano. In un caso, si era pure trasformato in guida turistica: a Ferragosto del 2014 aveva «accompagnato due coniugi lituani da Siracusa al centro storico di Catania, dove, dopo aver fatto una prima spiegazione, aveva fornito indicazioni sui luoghi da visitare nei circa tre quarti d’ora in cui i tre erano rimasti nel capoluogo etneo, prima di rientrare tutti insieme a Siracusa». Insomma, un servizio turistico a tutto tondo, svolto con gli accorgimenti del caso. All’interno dell’appartamento, avevano accertato i militari, erano stati apposti «tutta una serie di avvisi riportanti indicazioni scritte in inglese» per illustrare il funzionamento degli elettrodomestici e la disponibilità della colazione.
In primo grado, come detto, il Tribunale militare aveva ritenuto che non ci fosse reato proprio in mancanza del danno patrimoniale per lo Stato: il maresciallo, del resto, pagava regolarmente i 147 euro al mese di canone concordato, anche dopo che gli era stato intimato il rilascio dell’appartamento. I giudici di appello sono stati di diverso avviso. Ma la Cassazione ha confermato che il reato non c’è: il maresciallo (con l’avvocato Antonio La Scala di Bari) ha fatto notare che quell’appartamento non era stato richiesto da nessun altro e, anzi, che il successivo assegnatario aveva ottenuto un canone più basso. A quel punto conveniva lasciarlo a lui, che almeno sapeva come farlo fruttare. [m.s.]