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L'Anac ha inflitto la prima multa dell'importo di 5mila euro per comportamenti ritorsivi nei confronti di un whistleblower
5mila euro di multa. a tanto ammonta la sanzione inflitta dall'Autorità nazionale anticorruzione (Anac) ad un dirigente responsabile di ritorsioni contro un wistleblower. Si tratta della prima multa da quando la legge sul whistleblowing è entrata in vigore.
Il caso
La vicenda è relativa al dirigente di un comune campano che aveva denunciato i componenti dell'ufficio procedimenti disciplinari, di cui faceva parte, per abuso d'ufficio e omissione di atti d'ufficio.
Dopo la segnalazione, per tutta risposta, l'uomo aveva subito la sospensione dal servizio, prima per 10 e poi per altri 12 giorni, e contemporaneamente la sospensione della retribuzione.
La sanzione
Avviati i dovuti accertamenti, l'Anac ha ritenuto pretestuose e ritorsive le motivazioni addotte dall'amministrazione nei confronti del dirigente, infliggendo al firmatario del provvedimento una sanzione pecuniaria di 5mila euro (vedi delibera Anac n. 782/2019 sotto allegata).
Le sanzioni, si ricorda, in base al dettato normativo possono arrivare fino a 30mila euro e non colpiscono l'amministrazione ma esclusivamente il responsabile effettivo della condotta ritorsiva.
"La legge sui segnalatori di illeciti sta funzionando bene, grazie all'impegno dell'Autorità anticorruzione " ha dichiarato la presidente della commissione Giustizia Francesca Businarolo, madrina della legge che ha introdotto il whistleblowing nel nostro ordinamento al quotidiano della giustizia, Gnewsonline. Come "avevamo previsto - ha proseguito la Businarolo - è utile sanzionare le ritorsioni nei confronti di chi si rende testimone di un illecito". "Grazie a questa legge - ha affermato la neoministra della PA, Fabiana Dadone - possiamo proteggere davvero chi segnala illeciti sul lavoro, una misura concreta cioè per la lotta contro la corruzione nella PA".