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Con la legge di Bilancio “2020” il Governo ha stanziato le risorse per un contratto “dignitoso”: 1,1 miliardi di euro per il 2019, 1,775 miliardi di euro per il 2020 e 3,375 miliardi di euro a decorrere dal 2021 per il settore statale centrale. Impegni che consentono, a regime, un incremento medio lordo della retribuzione pari al 3,5%, che per il personale della Guardia di Finanza equivale a circa 125 euro medi lordi al mese.
La situazione nel comparto sicurezza e difesa è tuttavia molto particolare:
la normativa che regola la definizione dei contratti (d.lgs. n. 195/1995), già vetusta ed inadeguata, è ora anche del tutto incoerente rispetto alla sentenza della Corte Costituzionale n. 120/2018 che ha riconosciuto al personale militare la possibilità di associarsi in sindacato;
la struttura della retribuzione, per effetto dell’inadeguato modello contrattuale e dell’insensata istituzione del rigido sistema rigido dei cc.dd. parametri (d.lgs. n.193/2003), è rimasta ferma agli anni 80/90 ed ha bisogno di un profondo ammodernamento, come recentemente sottolineato anche dalla Commissione Difesa della Camera;
la situazione del lavoro straordinario è imbarazzante: spesa totale di 1 miliardo di euro all’anno (più del 7% della retribuzione complessiva), tariffe inferiori alla retribuzione oraria ordinaria e personale che espleta regolarmente 50/60 ore di straordinario al mese – una situazione da terzo mondo!
parte normativa del contratto (diritti) e salario accessorio non adeguati da qualche lustro.
E’ evidente che la prossima tornata contrattuale non può concludersi con l’ennesimo mero aggiornamento dello stipendio fisso. Serve un contratto vero che non può essere ottenuto senza il coinvolgimento dei sindacati dei militari.
Sarebbe inammissibile che, con il pretesto dell’assenza di una legge o della mancata misurazione della rappresentatività, questa fondamentale fase fosse concertata con la sola (“uscente”) rappresentanza militare interna, contraddicendo la Corte Costituzionale, la CEDU ed il CEDS e calpestando nuovamente i diritti del personale, come accaduto in occasione del recente correttivo bis. Non lo permetteremo!
A differenza di quanto si voglia far credere, il quadro normativo scaturito dalla sentenza n. 120, solo parzialmente attuata dalle Direttive del Ministro della Difesa e del Ministro dell’Economia, già prevede il coinvolgimento dei sindacati dei militari nelle stesse materie di competenza della rappresentanza militare, così come precisato anche dal Consiglio di Stato nel parere n. 2756 del 23.11.2018.
La Segreteria Nazionale SILF (sindacato lavoratori finanza)