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Pubblicato in Gazzetta ufficiale, il decreto Coronavirus ter, meglio conosciuto come ‘Cura Italia’, è legge. Aiuti alle famiglie, premi per chi ha continuato a lavorare nei servizi essenziali, sconti fiscali e incentivi per la sanificazioni di scuole e imprese, congedi straordinari....
Bonus lavoro
Sopratutto nei primi giorni dell’emergenza, sono stati molti i lavoratori che non hanno potuto accedere allo smart working, sollecitato dal governo coi primi due decreti che ha varato. Per tutti questi il decreto Cura Italia ha previsto un “premio” che arriverà direttamente in busta paga (non bisogna quindi far niente per ottenerlo).
A tutti i titolari di redditi da lavoro dipendente con un reddito complessivo non superiore a 40.000 euro, per il mese di marzo verrà riconosciuto un bonus che può arrivare fino a 100 euro, cifra che non concorre alla formazione del reddito, e va modulata sul numero di giorni di lavoro svolti in sede durante questo mese. Ipotizzando di lavorare 26 giorni su 31, si avranno, quindi, 3,84 euro per ogni giorno di presenza. Per ottenere il premio non occorrerà fare nulla: spetterà infatti ai datori di lavoro, in quanto sostituti d’imposta, riconoscere in via automatica l’incentivo, a partire dalla retribuzione corrisposta nel mese di aprile e comunque al più tardi entro il conguaglio di fine anno. A loro volta i sostituti d’imposta compenseranno l’incentivo erogato detraendolo dai versamenti delle imposte dovute al Fisco.
Indennità per partite Iva e lavoratori autonomi
Autonomi, professionisti, co.co.co e stagionali potranno chiedere un’indennità di 600 euro, non tassabile, sempre all’Inps. Il trattamento riguarda una platea che il Governo quantifica in quasi 5 milioni di persone:
autonomi e Partite IVA (aperta prima del 23 febbraio) non iscritti agli ordini collaboratori in gestione separata (non titolari di pensione e non iscritti ad altre forme di previdenza) artigiani commercianti coltivatori diretti, coloni e mezzadri, operai agricoli a tempo determinato non titolari di pensione stagionali dei settori turismo e stabilimenti termali: devono aver perso il lavoro nel periodo tra il 1° gennaio 2019 e la data di entrata in vigore del decreto, non titolari di pensione o di rapporto di lavoro dipendente lavoratori dello spettacolo
Aiuti per le famiglie
Introdotto il congedo parentale di 15 giorni al 50% della retribuzione, e, in alternativa, il bonus da 600 euro per pagare la baby sitter. Le due opzioni devono essere attivate in una sezione apposita sul sito dell’Inps (il servizio sarà operativo entro due settimane) e sono retroattive, utilizzabili a partire dal 5 marzo.
Il congedo parentale straordinario sarà disponibile per tutti i lavoratori dipendenti, pubblici e privati (anche co.co.co e partite Iva) con figli fino a 12 anni. Se disabili, non sarà stabilito limite di età. Per i ragazzi tra 12 e 16 anni, i giorni di congedo straordinario non saranno retribuiti.
Nel caso di genitori-lavoratori dipendenti del settore privato, con figli trai 12 e i 16 anni, l’astensione dal lavoro per il periodo di chiusura delle scuole prevede anche il divieto di licenziamento, purché non vi sia altro genitore beneficiario di strumenti di sostegno al reddito o in modalità di lavoro agile. I 15 giorni sono cumulativi, frazionabili e non possono essere fruiti contemporaneamente da due genitori che lavorano. Il congedo va chiesto al proprio datore di lavoro, avviando la pratica accedendo alla sezione dedicata del sito dell’Inps.
In alternativa, il voucher baby sitter da 600 euro è riservato ai genitori lavoratori dipendenti (devono lavorare tutti e due) con figli sotto i 12 anni. Il bonus aumenta a 1.000 euro se i genitori fanno parte del personale sanitario. L’assegno sarà erogato attraverso il cosiddetto “libretto famiglia“, attivo dal 2017. Per usufruire del libretto famiglia, sia la famiglia utilizzatrice che il lavoratore, dovranno registrarsi alla piattaforma tramite il servizio online dedicato, sempre sul portale Inps.