Periodico di informazione delle Forze Armate, Forze di Polizia e Pubblico Impiego

L’emergenza coronavirus e la necessità di evitare la propagazione del contagio sta facendo emergere con forza l’importanza del lavoro pubblico, a partire dal ruolo dei medici e degli infermieri fino ad arrivare all’impegno straordinario messo in campo dalle lavoratrici e dai lavoratori della Polizia di Stato.

Oggi più che mai, anche alla luce dell’evolversi dei decreti e dei provvedimenti che limitano in via eccezionale e provvisoria la libertà e gli spostamenti delle persone, aumentando di conseguenza i carichi di lavoro degli operatori in divisa, è necessario che le misure di profilassi siano cogenti e soprattutto univoche su tutto il territorio nazionale.

Si tratta di una responsabilità della quale il Dipartimento della pubblica sicurezza, assieme alle proprie articolazioni territoriali, sta diventando sempre più consapevole anche grazie all’azione di pressione e rivendicazione costante del sindacato.

Per esempio non sono più accettabili, per il personale in prima linea e impiegato nei servizi di controllo del territorio, le carenze dei dispositivi individuali di protezione: non soltanto guanti o mascherine, ma anche presidi igienici che dovrebbero essere scontati come sapone per le mani e gel igienizzanti.

Per non parlare poi delle difficoltà incontrate per veder realizzate le necessarie sanificazioni dei mezzi di servizio, delle questure e dei reparti. Tutto questo si unisce a carichi di lavoro che stanno diventando in molti casi insostenibili e che spesso comprimono diritti soggettivi fondamentali come riposi e congedi, sia ordinari che straordinari.

Le donne e gli uomini della Polizia di Stato non chiedono privilegi. Pretendono però oggi più che mai di poter lavorare in sicurezza e in salute per garantire la sicurezza e la salute dei cittadini.

Più concretamente - a fronte del fatto che risultano scarsi a oggi gli interventi di profilassi mirata per gli operatori che, stando in prima linea, possono essere venuti a contatto con persone che hanno contratto il virus - ci accontenteremmo nell’immediato di idonei strumenti per la verifica della temperatura corporea, quale il termometro frontale a pistola per individuare velocemente i possibili casi positivi al virus.

Altresì, fatte le opportune verifiche medico-scientifiche, potrebbero essere introdotti test rapidi del sangue per gli operatori finalizzati a capire se si è superata o meno l’infezione. Oggi sono queste le priorità: qualcosa si comincia a muovere, ma il Covid-19 corre più veloce delle decisioni e dei tempi della politica e delle burocrazie. Per questo bisogna fare subito di più. Molto di più.

 

 

Daniele TissoneSegretario generale sindacato di polizia Silp Cgil

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