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Il ministro per la Pubblica amministrazione, Renato Brunetta, ha firmato l’atto di indirizzo per il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro del comparto delle funzioni centrali.
Venerdì 29 aprile alle 15 si avvia in Aran la tornata contrattuale 2019-2021. Si partirà con il contratto delle funzioni centrali (Ministeri, Enti pubblici non economici, Agenzie fiscali) e riguarderà circa 224 mila dipendenti.
I contratti, oltre a stabilire gli incrementi retributivi, dovranno disciplinare gli istituti normativi ed economici di lavoro agile e riformare l’ordinamento professionale di tutti i comparti
Uno dei temi caldi, riguarda l’aumento di stipendio per il quale non sembra esserci accordo sulle cifre. Il Governo, infatti, parla di un aumento di 107,00 euro (medio e lordo) ossia il 4,07% dello stipendio tabellare, importo su cui i sindacati sarebbero anche favorevoli se non fosse che questo sarà comprensivo anche di altri emolumenti, come la conferma dell’elemento perequativo e il finanziamento dell’indennità di vacanza contrattuale fino ad oggi erogata. Secondo i sindacati, quindi, alla fine l’aumento sarà di appena 90,00€ medi e lordi, cifra considerata inadeguata per una valorizzazione economica dei dipendenti pubblici.
Ma, Se non ci saranno intoppi, il contratto si potrà chiudere entro la primavera. E questo consentirà l’arrivo in busta paga degli aumenti entro la fine del 2021.