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Debutto del green pass come strumento indispensabile di accesso al lavoro, per 14,6 milioni di dipendenti da aziende private, 3,2 milioni di dipendenti pubblici e 4,9 milioni di autonomi. Sono molti i “casi”, dai controlli alla privacy, legati alla normativa sul certificato verde. Chi non ha il pass, per fare un esempio, sarà considerato assente ingiustificato e non riceverà più lo stipendio, fino all’acquisizione della certificazione, e comunque non oltre il 31 dicembre, che al momento è la data finale dello stato di emergenza sanitaria.
Le linee guida messe a punto dalla Presidenza del Consiglio dei ministri-Dipartimento per la Funzione pubblica per il pubblico impiego precisano che oltre alla retribuzione, non saranno più versati al lavoratore senza green pass neanche i contributi. Lo stop riguarda cioè - si legge - «qualsiasi componente della retribuzione (anche di natura previdenziale) avente carattere fisso e continuativo, accessorio o indennitario (...), previsto per la giornata di lavoro non prestata». Sempre secondo le indicazioni impartite per la Pa, i giorni di assenza ingiustificata non concorrono alla maturazione delle ferie e comportano per i giorni non lavorati la perdita di anzianità di servizio.
Il decreto del Ministro per la Pubblica amministrazione, da' indicazioni sui servizi di supporto alle amministrazioni attivati dal Dipartimento della Funzione pubblica, in collaborazione con Formez PA, per garantire la corretta e omogenea attuazione delle disposizioni sul rientro dei dipendenti:
- l’helpdesk Linea Amica Digitale (www.lineaamica.gov.it), dove saranno pubblicate apposite Faq;
- una casella email dedicata (lavoropubblico@governo.it) per raccogliere segnalazioni e richieste di chiarimenti da parte delle amministrazioni;
- un numero verde dedicato (800 254 009), gestito da Formez PA, che sarà attivo da mercoledì 13 ottobre.