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La Ragioneria generale dello Stato: ridurre i termini di pagamento da 12 a 3 mesi come chiesto dalla Consulta costa 3,8 miliardi per quest’anno
Dalla Ragioneria generale dello Stato arriva uno stop alle proposte di legge bipartisan per anticipare il trattamento di fine servizio dei dipendenti pubblici: «parere contrario» all’ulteriore corso del provvedimento. La decisione è stata resa nota mercoledì 20 marzo durante la seduta della commissione Lavoro della Camera. Quasi un anno fa quando la Consulta ha dato ragione agli statali vicini alla pensione sancendo che rinviare il pagamento della loro buonuscita è contrario al principio della giusta retribuzione enunciato nella Carta.
La riduzione dei termini di pagamento peggiora i saldi di finanza pubblica
La relazione tecnica predisposta dall’Inps «è stata negativamente verificata dalla Ragioneria generale dello Stato», ha spiegato il presidente della commissione Walter Rizzetto, secondo quanto riporta il resoconto della seduta. «La disposizione, attraverso la riduzione dei termini per il pagamento del Tfs/Tfr da 12 a 3 mesi» e «la rivalutazione dei limiti di importo per l’erogazione rateale del medesimo trattamento» - si legge nella nota della Ragioneria - determina «effetti peggiorativi sui saldi di finanza pubblica, in particolar modo in termini di fabbisogno e di indebitamento netto, privi di copertura». Questi oneri, che nel testo «non sono indicati» - rileva la Ragioneria -, nella relazione tecnica dell’Inps sono quantificati in 3,8 miliardi per quest’anno.
La Ragioneria rileva anche che «la decorrenza retroattiva potrebbe alimentare contenziosi e comportare, pertanto, ulteriori oneri».
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