Periodico di informazione delle Forze Armate, Forze di Polizia e Pubblico Impiego

 di Gianluca Taccalozzi

L’accordo quadro sul contratto del pubblico impiego siglato il 30 novembre u.s. dal Governo (con vista Referendum...) e sindacati può rappresentare una svolta per la costruzione di una pubblica amministrazione più efficiente, efficacie e finalmente funzionale e soddisfacente per chi ci lavora. E bene hanno fatto i rappresentanti sindacali a firmarlo, assumendosi la responsabilità ed il rischio di essere additati come opportunisti o fiancheggiatori del Governo.

Aldilà del pur importante aspetto economico (85 € medi lordi a regime con risorse che il Governo si è impegnato a reperire in questa e nelle prossime leggi di Bilancio), infatti, l’aspetto più importante di quell’accordo riguarda il recupero del centralità della contrattazione e del ruolo del sindacato. Ovvero il superamento della logica punitiva e ultra-pubblicistica incarnato dalla c.d. riforma Brunetta.

Si tratta, a mio modo di vedere, di una gran passo avanti, in cui il Governo ha dimostrato (o almeno si è impegnato a dimostrare) che intende riformare la pubblica amministrazioni insieme e non contro i sindacati e gli stessi sindacati hanno dimostrato (o almeno si sono impegnati a dimostrare) che intendono partecipare attivamente al processo di cambiamento della P.A ed a ragionare anche su meccanismi di premialità, produttività e valutazione/misurazione delle perfomance, lotta ai “furbetti”, ecc..

I “semini” sono stati piantati… se son rose fioriranno.

Venendo al comparto sicurezza e difesa, oggi possiamo affermare con una certo grado di  sicurezza che nel DDL Bilancio 2017 ci sono già le risorse per strutturare il bonus (480 milioni di € dal 2017 in poi) e (e non “o”) per finanziare il progetto di riordino dei ruoli (250 milioni di € nel 2017 e 390 dal 2018 in poi), cui vanno aggiunti i 119 milioni già disponibili e gli eventuali risparmi della Legge Madia – sicurezza - e della Legge 244/2012 – difesa.

Tradotto in soldoni, significa mediamente che ogni finanziere potrà contare con da gennaio 2017 (anche se gli eventuali provvedimenti di attuazione potranno essere definiti solo nei primi mesi del 2017): su 80 euro lordi (oppure, per il solo 2017, 80 euro netti non pensionabili come quelli del 2016) e su altri 80 euro lordi medi di aumento parametrale. Importi che quindi si aggiungerebbero a quelli eventualmente derivanti dal rinnovo contrattuale per 85 euro medi lordi a regime. 

Sotto il profilo normativo, infine, è ovvio che l’accordo del 30 novembre si riferisce solo al pubblico impiego “privatizzato” ma è molto probabile che le indicazioni che il Governo prospetterà ai rappresentanti del comparto sicurezza saranno coerenti con quelle prospettate ai sindacati confederali: no automatismi, welfare, produttività, lotta all’assenteismo, privilegio delle fasce reddituali basse, ecc..

I “semi” sono stati piantati… se son rose fioriranno.

Gianluca Taccalozzi - Delegato Co.Ce.R. Guardia di Finanza

Fonte: ficiesse.it

Argomento: 
Attualità e Politica