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L’istituto ha già trasmesso ai ministeri la bozza di circolare con le istruzioni per banche ed enti erogatoriIl 15 ottobre il consiglio di amministrazione dell’Inps ha approvato la convenzione con cui viene affidata all’istituto di previdenza la gestione del Fondo di garanzia relativo all’anticipo del Tfr/Tfr ai dipendenti pubblici. Si è fatto così un nuovo passo in avanti, ma non l’ultimo, verso l’attuazione di una disposizione contenuta nel decreto legge 4/2019, in vigore dal 29 gennaio dell’anno scorso. Il percorso è stato accidentato: il Dpcm regolamentare, prima di ricevere il via libera, è stato bocciato dal Garante privacy ed è andato in Gazzetta ufficiale solo il 15 giugno scorso, circa un anno dopo la previsione contenuta nel Dl 4/2019. Poi si è dovuto attendere il Dpcm del 19 agosto che ha fissato il tasso di interesse sul finanziamento e relative regole. L’iter non si è ancora concluso, perché la convenzione ora deve essere firmata dai ministeri dell’Economia e del Lavoro. Ma, per «accelerare l’operatività dei finanziamenti» ha scritto ieri l’Inps in una nota, l’istituto ha già trasmesso ai ministeri la bozza di circolare con le istruzioni operative che devono utilizzare le banche e gli enti erogatori (cioè le amministrazioni presso cui lavorano i dipendenti che vanno in pensione) per l’accesso alla garanzia. Concluso il percorso, i pensionati potranno chiedere la certificazione del diritto, necessaria per ottenere l’anticipazione a una delle banche aderenti all’operazione, quelle che materialmente anticipano i soldi al lavoratore. L’elenco degli istituti di credito è pubblicato sul sito www.lavoropubblico.gov.it/anticipo-tfs-tfr. A ieri, comprendeva solo quattro banche: Banca di credito cooperativo dei Castelli romani e del Tuscolo; Banca di Imola; Banco di Lucca e del Tirreno; La Cassa di Ravenna. Ad alcuni pensionati del 2019, il Tfs/Tfr arriverà prima dell’anticipo.