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La legge di stabilità ha riconosciuto 80 euro mensili per forze armate e forze di polizia a partire dal mese di gennaio 2016 nelle more dell’attuazione della delega sulla revisione dei ruoli delle forze di polizia. Contributo che è diretto a tutto il personale con trattamento retributivo non dirigenziale. I beneficiari sono gli appartenenti a Polizia di Stato; Carabinieri; Guardia di Finanza; Corpo Forestale; Polizia penitenziaria; Vigili del Fuoco; Aeronautica Militare; Esercito Italiano; Marina Militare; Corpo militare volontario della Croce Rossa Italiana; Corpo delle Infermiere Volontarie della Croce Rossa Italiana; Corpo Militare dell'Esercito Italiano del Sovrano Militare Ordine di Malta; Capitanerie di Porto. Dirigenti a parte, spetterà a tutti, indipendente dal reddito ricevuto. La spesa per lo Stato è di poco superiore a 500 milioni di euro.
La somma complessiva che sarà erogata è di 960 euro da dividere in 12 mensilità e solo per il 2016. Come scritto nero su bianco nel testo, il contributo, erogato "per il riconoscimento dell’impegno profuso al fine di fronteggiare le eccezionali esigenze di sicurezza nazionale", non ha natura retributiva, non concorre alla formazione del reddito complessivo ai fini dell'imposta sul reddito delle persone fisiche e dell’imposta regionale sulle attività produttive e non è assoggettato a contribuzione previdenziale e assistenziale.
Secondo i sindacati diu polizia si tratta di una misura insoddisfacente, in quanto eluderebbe l'obbligo specifico di rinnovare il contratto nazionale di lavoro che avrebbe dovuto avere valore dalla data di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della sentenza della Corte Costituzionale, ossia dal 28 luglio 2015, sentenza con la quale era stata dichiarata la illegittimità del blocco dei contratti di lavoro per il pubblico impiego.
Da qui la richiesta di rendere definitiva, così come accade per i lavoratori dipendenti e assimilati, questa misura.