Periodico di informazione delle Forze Armate, Forze di Polizia e Pubblico Impiego

In ocasione dell'audizione del Co.Ce.R - Guardia di Finanza e del Co.Ce.R. dell'Arma dei Carabinieri presso le Commissioni Riunite I e IV della Camera in ordine allo schema di decreto di riassetto delle Forze di Polizia e di assorbimento del Corpo Forestale dello Stato, il Co.Ce.R. della Guardia di Finanza ha illustrato e consegnato un documento  in cui, pur riconoscendo alcuni elementi positivi, ha manifestato forti perplessità in ordine al decreto in esame, con particolare riferimento all'efficacia delle fusioni a freddo, alla soppressione/militarizzazione del Corpo Forestale dello Stato ed all'inversione di tendenza rispetto ai principi ed ai contenuti della legge 121 del 1981.

Per il Cocer della GDF "L’esito di questo processo di riorganizzazione conferma la nostra impostazione da sempre contraria a ricercare efficienza attraverso accorpamenti e fusioni. La fusione/acquisizione è un’operazione tipica del settore privato, che genera valore in condizioni diverse rispetto a quelle che si registrano nel settore pubblico, nel quale il contesto giuridico ed organizzativo, è assolutamente peculiare."

"Ci attendevamo un intervento di riforma più organico e complessivo di quello previsto dalla delega Madia e dal decreto in esame - continua il Cocer GDF - Un intervento che rappresentasse un’evoluzione dei contenuti e dei principi della legge n. 121 del 1981. Ci sembra invece di cogliere un provvedimento che si pone in controtendenza con lo spirito ed i principi della legge n. 121 del 1981. Sul punto ci sentiamo di sottolineare come l’assorbimento del Corpo Forestale significhi, sul piano delle relazioni sindacali e dei diritti, il superamento della più moderna esperienza presente nell’ordinamento nazionale."

Il Co.Ce.R. delle fiamme gialle ha poi duramente contestato le affermazioni espresse nel parere del Consiglio di Stato ed emerse anche in sede di audizione (vgs. audizione del Comandante Generale dell'Arma dei Carabinieri Tullio Del Sette) secondo le quali la Rappresentanza Militare è confrontabile con il sindacato. Così il documento del Co.Ce.R. GDF "A differenza di quanto emerso nel corso dei lavori di queste Commissioni, e di quanto affermato dal Consiglio di Stato, l’Istituto della  Rappresentanza Militare non è minimamente confrontabile con il sindacato, né in termini di indipendenza e libertà, né in termini di potere contrattuale e di controllo sull’attuazione dei contratti, ve lo possiamo garantire." "E’ noto che il personale della Guardia di Finanza chiede da anni una profonda riforma degli istituti della rappresentanza - proseguono i delegati della Guardia di Finanza - e per questo, dopo vani tentativi di risoluzione legislativa ci siamo rivolti alla Corte Europea dei Diritti Universali, anche a seguito delle sentenze della stessa che hanno condannato la Francia per il mancato riconoscimento dei diritti di associazione al personale delle Forze Armate e della Gendarmeria. Sono problematiche ben conosciute dai Commissari della IV Commissione Difesa da cui ancora attendiamo risposte concrete. Nel contempo oggi ci troviamo ad esaminare un provvedimento normativo che si pone in totale controtendenza."

Il massimo organo di rappresentanza dei finanzieri, infine, ha evidenziato che nel comparto sicurezza sono presenti numerosi e gravi criticità che vanno oltre i temi affrontati nella delega Madia, "Criticità che, se non risolte, rischiano di rendere complicata la realizzazione di tutti quegli obiettivi di razionalizzazione delle funzioni ed efficientamento dei servizi che la delega Madia si propone."

Per il Co.Ce.R. della Guardia di Finanza serve quindi una riforma organica del settore sicurezza che affronti e risolva tutte le crituicità ed è quindi necessario:

  • "ampliare i tempi di attuazione della delega ben oltre i sei mesi appena previsti dall’emendamento appena approvato in Commissioni Riunite III e IV del Senato in sede di conversione del decreto sulle missioni internazionali;

  • ampliare la portata dell’intervento prevedendo interventi anche in merito alla struttura della contrattazione, strumenti di rappresentanza del personale, la struttura della retribuzione;

  • ampliare i tempi per l’adozione degli eventuali decreti correttivi (oggi previsti in un anno);

  • aprire un serio e costruttivo confronto con le rappresentanze del personale, riprendendo ed aggiornando lo spirito e i principi contenuti nella legge n. 121 del 1981, a nostro avviso ancora attuali."

  • Fonte: FICIESSE:IT

Argomento: 
Parlamento
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