Tu sei qui
Il comparto sicurezza è fermo da decenni ed è diventato una sorta di “enclave” rimasta fuori da ogni tipo di adeguamento. Le norme che lo regolano sono talmente anacronistiche che ormai nessuno le conosce e le studia più....Il comparto sicurezza è una “casa” vecchia, progettata e costruita in un mondo che non c’è più. Una casa che andrebbe abbattuta e ricostruita, per intero...Le riforme strutturali efficaci si fanno con la competenza e la condivisione di chi le deve concretamente attuare. La funzionalità non si ricerca con la facile soluzione di cancellare i diritti. I diritti non si difendono se si proteggono anche gli abusi...
IL COMPARTO SICUREZZA VA RICOSTRUITO. INVECE …
Il comparto sicurezza è fermo da decenni ed è diventato una sorta di “enclave” rimasta fuori da ogni tipo di adeguamento. Le norme che lo regolano sono talmente anacronistiche che ormai nessuno le conosce e le studia più. Tanto che spesso media, RGS, Parlamento e perfino le amministrazioni del comparto fanno fatica ad inquadrare correttamente gli effetti che le norme generali producono sugli ordinamenti del comparto (il blocco stipendiale ne è un chiaro esempio).
Aldilà dei sondaggi sulla fiducia (c’è poco da essere entusiasti quando si è primi in classifica nel girone degli ultimi), il dispositivo di sicurezza è pieno di criticità, duplicazioni, spese improduttive, ecc.. Sarà anche colpa di fattori esterni (es. giustizia, cultura, ecc.) ma è un fatto che tutti i fenomeni di illegalità sono floridi come non mai.
Il comparto sicurezza è una “casa” vecchia, progettata e costruita in un mondo che non c’è più. Una casa che andrebbe abbattuta e ricostruita, per intero.
Purtroppo, il Governo (come quelli precedenti) pare intenda solo tagliare le spese di manutenzione. Mentre chi la abita intende mantenere la casa così com’è, magari con qualche piccolo intervento di “restyling” alla facciata, tanto per nascondere quello che si nasconde dietro.
Insomma, una guerra tra chi pensa solo a risparmiare e chi pensa solo a resistere, con la politica che sta un po’ dall’una e un po’ dall’altra parte, a seconda della convenienza.
Un (non)confronto che non produce soluzioni, blocca ogni tentativo di riforma strutturale, lascia tutto in balia degli eventi e degli umori e condanna cittadini e personale a convivere e vivere in una casa fatiscente e pericolante.
Le vicende legate all’ultima legge di stabilità lo dimostrano in maniera inequivocabile. Soliti tagli lineari, norme improvvisate (alcune prima inserite e poi stralciate), ritrattazione unilaterale della contrattazione decentrata, ecc.. E siamo solo all’inizio della discussione parlamentare.
La “casa” è fatiscente, non si può lasciarla cadere e nemmeno metterci qualche piccola toppa, è necessario progettarne la ricostruzione. Servono idee, proposte, dialogo, condivisione e fiducia reciproca.
La spesa improduttiva non si elimina con i tagli lineari. Le riforme strutturali efficaci si fanno con la competenza e la condivisione di chi le deve concretamente attuare. La funzionalità non si ricerca con la facile soluzione di cancellare i diritti. I diritti non si difendono se si proteggono anche gli abusi.
E’ il caso che Governo non si isoli, delegittimando e punendo indistintamente tutti gli interlocutori istituzionali. Se continua così metterà tutti (ancora di più) sulla difensiva, anche chi ha voglia di cambiare e le idee giuste per farlo (perché non tutto è “palude”).
Ma è altrettanto necessario che gli interlocutori smettano di pensare che le riforme sono belle e necessarie solo se toccano gli interessi (ed i privilegi) degli altri. Se continuano così non saranno mai credibili.
Gianluca Taccalozzi
Delegato Co.Ce.R. – Guardia di Finanza.