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La Corte Costituzionale concede il diritto di associazione sindacale ai militari.
Con la comunicazione della Suprema Corte del 11 Aprile 2018, si conclama la possibilità per i militari italiani di poter costituire associazioni a carattere sindacale, di fatto vietate dall’art. 1475 del Dlgs n.66 del 15 marzo 2010 e ex art. 8 della legge 382 del 1978.
Dopo 70 anni dall’approvazione della Costituzione Italiana,si è arrivati a seguito di lunghe battaglie legali e politiche a dare piena attuazione all’articolo 52 della Costituzione, che vuole le forze armate italiane ispirate allo spirito democratico della Repubblica.
Promotore dell’Art. 52 della Costituzione fu l’allora membro dell’Assemblea Costituente l’Onorevole Aldo Moro,che vedeva le restrizioni alle libertà dei cittadini alle armi un pericolo per la tenuta delle Istituzioni Democratiche.
Oggi si conclude un percorso, che vede la Corte Costituzionale “sostituirsi” all’assenza della politica in temi di diritti dei militari, riconoscendo agli stessi parte attiva e partecipe della vita collettiva del paese; in sintesi il militare italiano quale lavoratore con attribuzioni e compiti particolari ma non per questo privato della possibilità di tutelarsi al pari di ogni altra categoria di lavoratori organizzati in associazioni sindacali, al fine di tutelare i propri interessi legittimi.
Le restrizioni che la Corte ha voluto sottolineare, a parere di questa Associazione, sono riconducibili ad una assenza di legislazione idonea a garantire un utilizzo del un nuovo strumento sindacale, che possa conciliarsi con il compito istituzionale delle forze armate (Esercito, Marina e Aeronautica) e della polizia ad ordinamento militare (Carabinieri e Guardia di Finanza),come il divieto di diritto di sciopero, al pari di altre categorie.
Di fatto la posizione della Suprema Corte impone alla politica italiana e quindi al Parlamento, di prendere atto delle convenzioni internazionali sottoscritte dall’Italia, che la vincola al rispetto della Carta Sociale Europea, delle convenzioni in tema di difesa dei diritti dei lavoratori e del loro diritto ad associarsi in forma autonoma per tutelare i propri interessi.
ASSODIPRO, nata nel lontano 1992 per volere di militari in servizio e in quiescenza, che avevano subito forti penalizzazioni soggettive per aver espresso pubblicamente le proprie opinioni in tema di diritti costituzionalmente garantiti ma non concessi nell’ambito dell’ordimamento militare, esprime grandissima soddisfazione per la decisione della Suprema Corte e auspica un interessamento del Parlamento, al fine di regolamentare la possibilità di poter costituire associazioni sindacali per i militari italiani al pari dei colleghi europei, ormai sindacalizzati in alcuni casi fin dal XVIII secolo e subito dopo la seconda guerra mondiale come ad esempio la Germania.
ASSODIPRO continuerà attraverso le proprie sedi e i propri legali a monitorare ed eventualmente intervenire negli aspetti attuativi della sentenza e non ultimo alla tutela di tutti i militari in servizio, come sempre ha fatto fin dalla sua nascita. ASSODIPRO vuole infine ricordare colui che più di tutti ha dato in termini di impegno personale e grande passione nell’affermazione dei diritti dei militari italiani, Emilio Ammiraglia, promotore del ricorso e socio fondatore dell’ASSODIPRO, purtroppo deceduto ad un passo dalla decisione della Suprema Corte, dopo anni di impegno e totale dedizione alla causa.
A lui il nostro ricordo e la nostra riconoscenza.
Addetto Stampa ASSODIPRO
Giuseppe Pesciaioli