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Il Consiglio di Stato con il parere n. 1183 del 12 maggio 2016 ha fornito un sostanziale "via libera" allo schema di decreto legislativo di riassetto delle Forze di Polizia licenziato dal Governo in attuazione della delega Madia ed ora all'esame delle competenti Commissioni Parlamentari per il previsto parere non vincolante.
Tuttavia, le osservazioni espresse risultano molto interessanti ed offrono molti spunti di riflessioni. Da una prima veloce lettura (mi riservo di produrre una più accurata analisi nei prossimi giorni) emergono infatti alcuni aspetti di particolare rilevanza anche per il personale della Guardia di Finanza.
Un primo importante aspetto riguarda il sostanziale "via libera" alla militarizzazione del personale del Corpo Forestale dello Stato e sopratutto le motivazioni utilizzate dal Consiglio di Stato per giustificare il parere. Su questo argomento ci tornerò nei prossimi giorni.
Il secondo aspetto riguarda l'emanando riordino delle carriere. Secondo il Consiglio di Stato, infatti, il 50% delle risorse prodotte dall'attuazione del riassetto (così come i 119 milioni di euro già accantonati dalla finanziaria 2004) possono essere destinate al riordino dei ruoli solo dopo aver accertato il carettere "permanente" e solo a beneficio dei ruoli non direttivi e non dirigenti. Sul punto il Consiglio di Stato invita il Governo a modificare l'art. 19 comma 1 dello schema di decretoaggiungendo le seguenti parole “, con esclusione del personale direttivo e dirigente delle Forze Armate e delle Forze di Polizia”.
Un'osservazione di non poco conto che rischia di mettere a serio rischio l'attuazione del riordino, atteso che una relativamente consistente quota parte delle risorse appostate per il riordino doveva essere destinata al personale direttivo delle Forze di Polizia per finanziare la c.d. "dirigenzializzazione" dei Ten. Col.-Vice Questori.
Gianluca Taccalozzi - Delegato Co.Ce.R. - Guardia di Finanza