Periodico di informazione delle Forze Armate, Forze di Polizia e Pubblico Impiego

Venerdì 25 settembre, il sindacato di polizia ha partecipato  all’assemblea dei lavoratori del Corpo Forestale dello Stato, organizzata dalle rappresentanze di categoria di Cgil, Cisl e Uil all’interno del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, a Roma, per fare chiarezza su quanto sta avvenendo sull’assorbimento e per decidere le forme di mobilitazione e di protesta

 Corpo Forestale dello Stato e stato dell’arte sull’unificazione

Perché il Silp Cgil deve stare dentro questo processo

Report dell’assemblea del 25 settembre

Premessa

La Legge 7 agosto 2015, n. 124 (cosiddetta Legge Madia), prevede all’art. 8 c.1 lettera a) la “riorganizzazione del Corpo Forestale dello Stato ed eventuale assorbimento del medesimo in altra Forza di Polizia”. Il medesimo art. 8 prevede anche una serie di provvedimenti delegati al governo in materia di riordino delle carriere, ordinamenti del personale, riorganizzazione della sicurezza, Prefetture, numero unico di soccorso etc. Venerdì scorso, il 25 settembre, siamo stati invitati ad intervenire all’assemblea dei lavoratori del Corpo Forestale dello Stato, organizzata dalle rappresentanze di categoria di Cgil, Cisl e Uil all’interno del Ministero delle Politiche Agricole e Forestali, a Roma, per fare chiarezza su quanto sta avvenendo sull’assorbimento e per decidere le forme di mobilitazione e di protesta. L’unico atto autentico ad oggi noto è la delega sulla riorganizzazione, contenuta all’interno della Legge Madia. Il 10 settembre il Dipartimento della P.S., presente il Vice Capo Piantedosi, aveva convocato il Silp Cgil e gli altri sindacati della Polizia di Stato per iniziare l’iter di confronto sui decreti attuativi della Legge Madia, ma ci è stata sottoposta solo una bozza di riorganizzazione del Ministero dell’Interno che prevede la chiusura di 23 Prefetture, rifacendosi però ad una legislazione del 2012. Cosa ne sarà del Corpo Forestale dello Sato......

 

Cosa ne sarà del Corpo Forestale dello Stato?

 

Ad oggi l'unico testo attendibile, come detto, è la Legge Madia. La prima indiscrezione sul possibile assorbimento del Corpo Forestale all’interno dell’Arma dei Carabinieri giunse dalle parole dell’on. Emanuele Fiano, responsabile per il PD per le riforme e per i temi della sicurezza, quando il 14 aprile scorso durante il suo intervento all’interno di una nostra iniziativa sulla riforma del Comparto Sicurezza organizzata con Cgil, Fp Cgil, Flai Cgil e Ficiesse, parlò di assorbimento della Forestale nella Polizia di Stato “… o nei Carabinieri”, proponendo una lettura inedita e sconcertante di quello che sino a quel momento era solo un disegno di legge (il D.D.L. AS 1577 del 2014). Oggi le anticipazioni ci parlano di sostanziale assorbimento del Corpo Forestale dello Stato all’interno dell’Arma dei Carabinieri. Tale anticipazione troverebbe conferma in testi non ufficiali che sono stati fatti girare in circuiti vari, che prevedono il transito del personale del Corpo Forestale dello Stato nella consistenza di 7.000 unità (la quasi assoluta totalità), ai Vigili del Fuoco di 70 unità, alla Guardia di Finanza di 30 unità, alla Polizia di Stato di 120 unità. Tutto ciò obbligherebbe ad acquisire lo status militare per i 7.000 che transitano nell’Arma, alla immediata dismissione delle libertà politiche e sindacali, alla revisione totale dell’organizzazione del lavoro e di diritti acquisiti nel corso della storia centenaria del Corpo Forestale. Anche la nostra Amministrazione ha sostanzialmente confermato questa impostazione, assicurando però che nulla è ancora deciso. L’unico paletto riguarderebbe il principio secondo il quale il corpo di Polizia che prende le funzioni, prende anche il personale. Il Cocer dei Carabinieri in un comunicato del 25 settembre ha definito “una boccata d’ossigeno” il passaggio dei Forestali nell’Arma, che in tal modo potrà ripristinare servizi ridotti. Le rappresentanze sindacali Le rappresentanze sindacali del Corpo Forestale anche in queste ore hanno ribadito la loro ferma contrarietà al progetto di assorbimento all’interno dell’Arma, per difendere libertà, democrazia, professionalità e modernità. In tal senso si sono espressi in unico cartello le rappresentanze di categoria Sapaf, Ugl, Cgil, Cisl, Uil. All’assemblea del 25 settembre le rappresentanze confederali hanno espresso l’irricevibilità del progetto che li vedrebbe assorbiti nell’Arma. Prevale la difesa del Corpo; in presenza dell’ipotesi ineludibile dell’assorbimento in altra Forza di Polizia, sarebbe decisamente preferibile una polizia ad ordinamento civile e non militare. La Fp Cgil intende mantenere fermo il punto della difesa del Corpo Forestale, ha denunciato un gioco non limpido nella conduzione dell’intera questione ed è decisa a verificare la costituzionalità di un provvedimento di tale portata. Al termine dell’assemblea, conclusa dalla segretaria nazionale della Cgil Gianna Fracassi, le organizzazioni confederali hanno deciso di formalizzare richiesta di incontro con il governo. Se anche questo approccio di confronto sul merito cadrà inascoltato, potrebbe aver luogo per la prima volta lo sciopero del Corpo Forestale dello Stato. L’impegno del Silp Cgil a difesa del modello civile di sicurezza Il Silp Cgil deve stare dentro questo processo. Nel documento votato al IV Congresso, intitolato “Unire le forze”, abbiamo scritto che “occorre istituire una sola Polizia a competenza generalista, alle dipendenze del ministero dell’Interno che, avvalendosi da subito di circa 220 mila donne e uomini della Polizia di Stato e dei Carabinieri, permetta di restituire ai servizi specifici la Guardia di Finanza, la Polizia Penitenziaria e il Corpo Forestale dello Stato” […] “Superando fuorvianti discussioni sull’opportunità di mantenere o meno un presidio della Polizia di Stato o dei Carabinieri, adottiamo semplicemente la scelta strategica di istituire un’unica Polizia, che incamerando forze di entrambi i corpi, sarà certamente in grado di garantire più sicurezza ai cittadini”. Su questo stesso percorso si è collocato il documento di riorganizzazione del Comparto Sicurezza, redatto dal Silp Cgil con Cgil, Fp Cgil, Flai Cgil e Ficiesse, presentato in una grande iniziativa pubblica il 14 aprile scorso. Un documento che è per noi la base per valorizzare chi lavora e per rendere efficiente la sicurezza. Siamo consapevoli del fatto che le rappresentanze dei lavoratori siano un ostacolo alle azioni che il governo ha messo in campo e vuol continuare a mettere in campo: lo abbiamo visto con la contrazione delle agibilità sindacali (D.L. 90/2014) e con la bozza dell’ultima Legge di Stabilità, che mirava ad invadere il campo della contrattazione rendendo legittimi orari di lavoro che ci avrebbero fatto arretrare di decenni. A corroborare tutto questo c’è la volontà di azzerare le rappresentanze, perché se oggi i lavoratori del Corpo Forestale hanno i sindacati, domani non li avranno più: avranno le rappresentanze di Cobar, Coir, Cocer, che non sono libere associazioni e non firmano contratti. Il 10 settembre, al Dipartimento della P.S., il Silp Cgil e altri sindacati della Polizia di Stato hanno ammonito l’Amministrazione su quale errore enorme sia alimentare un modello di sicurezza sbilanciato sui militari. Qualora andasse in porto l’assorbimento nell’Arma, sarebbero i Carabinieri a procedere a rilasci autorizzatòri propri del Corpo Forestale, come Autorità CITES, propri di corpi civili e non militari. Questa nostra posizione è largamente condivisa, soprattutto dai sindacati di area confederale. Il 25 settembre, all’assemblea dei lavoratori forestali, il Silp Cgil ha lanciato un messaggio di unità sindacale, perché solo grazie a quella unità il Comparto Sicurezza l’anno scorso potè ottenere lo sblocco del tetto salariale e degli automatismi. Come Silp Cgil abbiamo sentito la necessità di far sapere che la nostra vocazione confederale e la nostra ragione fondativa affondano le radici nella conquista delle piene libertà sindacali e dei diritti politici, che le donne e gli uomini del Corpo Forestale già hanno –e noi no- e che sono fortemente minacciati. E sentiamo la necessità di stare dentro queste rivendicazioni e di stare al fianco delle rivendicazioni della Cgil, perché il modello civile non deve arretrare a vantaggio di quello militare, perché questa riorganizzazione prevista dalla Legge Madia sta prendendo la piega sbagliata, perché le libertà sindacali non devono mai arretrare.

 

 

Il Segretario Nazionale Pierluciano Mennonna

Sindacato Italiano Lavoratori di Polizia Cgil Segreteria Nazionale

Argomento: 
Forestale