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Nell'Italia che si affanna per trovare le risorse per la spending review, con gli addetti ai lavori alla ricerca di nuovi serbatoi dai quali attingere l'ossigeno necessario ad alimentare le politiche economiche del governo o quantomeno a disinnescare i rischi di aumenti delle imposte, ci sono forse dei piccoli segnali di cambio di passo da cogliere. Ne è un esempio la gara indetta da Consip, la 'centrale acquisti' del Paese che dovrebbe vedere crescere il suo peso nell'ottica di ottenere risparmi quando le amministrazioni comprano beni o servizi, per il "motore digitale" dell'amministrazione. Un bando che pesa per ben 700 milioni di euro, diviso in quattro lotti. Una cifra importante, anche perché riguarda un quinto del mercato della Pubblica amministrazione nei sistemi informativi gestionali e della gestione dei procedimenti amministrativi.
"La razionalizzazione della spesa, grazie alla trasformazione digitale, consolidamento, efficientamento ed evoluzione dei sistemi informativi, genera significativi risparmi di spesa (nell'ordine delle centinaia di milioni di euro annui, a fronte di una spesa annuale per l'ICT pubblico pari a 5,3 miliardi di euro), che diventano nuove disponibilità di budget per gli enti interessati", ha detto Consip quando ha pubblicato la gara a inizio aprile (la scadenza per gli interessati è prossima, il 19 maggio). Ma al di là del giudizio di chi l'asta l'ha progettata e la tiene, si registra anche l'ok dei diretti interessati. Se ne fa portavoce Carlo Capè, Presidente di Confindustria Assoconsult, l'associazione delle imprese della consulenza. "Si parte da una riprogettazione delle procedure, un'ottimizzazione dei processi", sintetizza ragionando sul bando proposto da Consip. "E’ la prima innovazione, perché con questo disegno si vanno a sostituire i vecchi contratti di manutenzione informatica". In parole semplici, se prima si aveva un rapporto con gli specialisti 'a chiamata', in cui il tecnico veniva interpellato per migliorare il software all'emergere di problemi, ora si tratta di andare a ridisegnare tutti i processi. "Siginifica riprogettare il modo di lavorare. Per questo il servizio richiesto è innovativo, più ampio dei contratti passati".
Gli aspetti positivi non si limitano a questo. Capè cita infatti "il criterio di aggiudicazione. A vincere non sarà l'offerta al massimo ribasso, ma quella economicamente più vantaggiosa. Una tutela per la Pa e un premio per la parte tecnica dell'offerta, che a quanto sappiamo ha un peso specifico superiore alla metà". Ancora, la svolta per le piccole imprese di consulenza ("in Italia ci sono 500 società di progettazione e management, di cui una trentina sopra i 50 consulenti"). Capè spiega infatti che nei raggruppamenti d'impresa, dietro i capofila di dimensioni maggiori, "si potranno aggregare anche realtà più piccole generalmente tagliate fuori".
Il contratto quadro che Consip aggiudicherà (che ha durata di 24 mesi e consente alle amministrazioni di acquistare servizi con contratti esecutivi fino a 48 mesi per settori dall'amministrazione alla finanza e controllo, passando per acquisti e risorse umane), permetterà di "fare sinergie a livello territoriale, visto che la gestione dei miglioramenti dei software potrà essere affidata a un’unica società. Ma al di là del beneficio diretto che può andare tra il 10 e il 15% dei costi (stima prudenziale, visto che in media Consip risparmia il 22% su ciò che acquista, ndr), l'importante è cogliere i benefici indotti, quelli che arrivano dalladigitalizzazione". In sostanza, "più che una gara, quindi un costo, diventa un investimento: la burocrazia ha impatti rilevanti, possiamo dire che di sicuro ci sarà un’efficienza di servizio che avrà impatti positivi sul privato e chi lavora sulla Pa".
Fonte: La repubblica.it