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Nell'odg del presidente della Commissione Difesa della Camera, si rileva come si siano evidenziati problemi nel reclutamento dei volontari in ferma prefissata che non hanno consentito di centrare pienamente gli obiettivi prefissati con la legge 31 dicembre 2012 n. 244.
Testo dell'odg accolto dal Governo
A metà del percorso della legge 31 dicembre 2012 n. 244, che ha fissato a 150 mila unità il tetto massimo del personale tra le tre Forze Armate (Esercito, Aeronautica e Marina), “si sono evidenziati problemi nel reclutamento dei volontari in ferma prefissata che non hanno consentito di centrare pienamente gli obiettivi prefissati”. La stessa ripartizione prevista tra le tre Forze Armate ovvero Esercito 60%, Aereonautica 22% e Marina 18% non appare più rispondente alle esigenze derivanti dal nuovo scenario strategico internazionale. Il tema , oggetto di una indagine conoscitiva promossa dalla Commissione Difesa della Camera dei Deputati, è stato affrontato in un ordine del giorno al decreto legge Mille proroghe – primo firmatario il Presidente della Commissione Difesa Gianluca Rizzo – accolto dal Governo .
L’Ordine del giorno accolto ricorda come anche lo stesso Capo di Stato Maggiore della Difesa generale Enzo Vecciarelli ritenga “il modello a 150 mila unità sottodimensionato rispetto all’entità delle sfide che attendono il Paese e la Comunità Internazionale”.
Da qui l’impegno al Governo di “valutare l’opportunità di intraprendere ogni utile iniziativa volta a riconsiderare il modello delineato dalle legge 31 dicembre 2012, n.244, al fine di rimodularne le consistenze numeriche per consentire allo strumento militare di essere più efficiente e efficace” “ in particolar modo dove lo strumento militare “ svolge un ruolo di primaria importanza nei processi di pace e nelle operazioni di stabilità e sicurezza”.
Da qui l’altro impegno al Governo di valutare l’opportunità di adottare iniziative di carattere normativo “per differire annualmente a oltre il 2024 il conseguimento dell’organico a regime, al fine di evitare un sottodimensionamento dello strumento militare che lo renderebbe inadeguato alla sfide che attendono l’Italia e la comunità internazionale”.
http://aic.camera.it/aic/scheda.html?core=aic&numero=9/02325-AR/051&ramo=CAMERA&leg=18