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Relatore in commissione Difesa della Camera l'on. Scanu il quale tra l'altro ha evidenziato che: " La percentuale di spesa per il personale, che si attesta intono al 75 per cento del complesso delle spese, è ancora ben lontana da quel 50 per cento che era stato fissato come obiettivo nel corso del dibattito sulla legge n. 244 del 2012. Si tratta - ha detto - peraltro di una criticità certamente non riconducibile esclusivamente alla responsabilità del Ministero della difesa, in quanto spetta al Governo nella sua collegialità attivare gli strumenti di mobilità necessari per ridurre il personale e l'incidenza della relativa spesa sul complesso delle spese per la difesa...."Il resoconto parlamentare
Mercoledì 10 giugno 2015. — Presidenza del presidente Elio VITO. – Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa, Gioacchino Alfano.
La seduta comincia alle 14.40.
Documento programmatico pluriennale per la difesa per il triennio 2015-2017.
Elio VITO, presidente, ricorda che, nelle due precedenti occasioni in cui il Documento programmatico pluriennale per la difesa è stato esaminato dalla Commissione, l'iter di esame si è concluso con la presentazione, da parte dei relatori, di un intervento conclusivo riassuntivo delle diverse questioni emerse, che è stato pubblicato in allegato al resoconto della seduta di discussione. Ricorda, inoltre, che l'esame di relazioni del Governo ai sensi dell'articolo 124 del regolamento può concludersi con una risoluzione in Commissione.
Gian Piero SCANU (PD), relatore, premesso che il documento in titolo è il più importante atto di programmazione nell'ambito del settore della difesa che il Parlamento sia chiamato a esaminare, ricorda che la presentazione di questo documento al Parlamento è stata prevista per la prima volta tre anni fa, dalla legge n. 244 del 2012, di revisione dello strumento militare (adesso articolo 536, comma 1, del Codice dell'ordinamento militare).
Dopo aver rilevato con apprezzamento che, per i contenuti e il taglio, il documento in esame risponde per la prima volta in modo pieno allo spirito e al dettato della norma della citata legge n. 244 che l'ha previsto, ricorda che tale norma è ispirata sostanzialmente all'idea della partecipazione del Parlamento alle scelte programmatiche del Governo in materia di difesa. Affinché anche il Parlamento, da parte sua, corrisponda a questo spirito, è a suo avviso essenziale che la Commissione riesca a maturare sul documento una posizione che sia il più possibile unitaria e condivisa.
Ciò premesso, dichiara che si limiterà ad alcune considerazioni di massima su taluni aspetti specifici, rinviando alla fine del dibattito l'espressione di valutazioni e di giudizi conclusivi, in modo da poter tenere conto di tutte le posizioni che emergeranno, nell'auspicio di pervenire a una sintesi delle diverse prospettive nella quale possano alla fine riconoscersi tutte le componenti della Commissione. A tal fine, nell'ottica di agevolare i lavori e di arrivare a una conclusione dell'esame in tempi auspicabilmente ristretti – se possibile nel giro di due settimane da oggi – si dichiara pronto ad ascoltare e a prendere in considerazione tutte le osservazioni e i rilievi che i commissari vorranno fargli pervenire.
Quanto agli aspetti specifici sui quali, come preannunciato, intende soffermarsi fin da oggi, essi attengono alla ripartizione delle spese per la difesa tra le voci del personale, dell'esercizio e degli investimenti e alle dotazioni per l'acquisito degli aerei da guerra F-35.
Rispetto al primo punto, evidenzia che la percentuale di spesa per il personale, che si attesta intono al 75 per cento del complesso delle spese, è ancora ben lontana da quel 50 per cento che era stato fissato come obiettivo nel corso del dibattito sulla legge n. 244 del 2012. Si tratta peraltro di una criticità certamente non riconducibile esclusivamente alla responsabilità del Ministero della difesa, in quanto spetta al Governo nella sua collegialità attivare gli strumenti di mobilità necessari per ridurre il personale e l'incidenza della relativa spesa sul complesso delle spese per la difesa.
Quanto ai velivoli F-35, rileva una mancanza di coerenza tra la programmazione degli acquisti cui il Governo intende procedere stando al documento in esame e gli impegni indirizzati al Governo stesso con la mozione a sua prima firma n. 1/00586, approvata dall'Assemblea il 24 settembre scorso con il parere favorevole dello stesso Esecutivo. Tale mozione ha infatti impegnato il Governo a riesaminare l'intero programma F-35 con l'obiettivo finale di dimezzare il budget finanziario originariamente previsto.
Si dice convinto che su questo punto entrambe le parti, il Governo e il Parlamento, debbano lavorare alla costruzione di un'intesa e alla ricerca di un punto di incontro in spirito costruttivo e senza partiti presi né impuntature. Sono possibili al riguardo soluzioni cui si riserva di fare cenno in un momento successivo del dibattito. Nel ribadire che da parte sua non c’è alcuna volontà di fomentare divisioni e c’è anzi la piena volontà di collaborare, si dice certo che anche da parte del Governo vi sarà la stessa disponibilità e apertura al dialogo.
Donatella DURANTI (SEL) raccoglie favorevolmente l'invito del relatore a collaborare in vista del raggiungimento di una posizione unitaria e condivisa della Commissione, dicendosi convinta che questa sia l'unica modalità di lavoro utilizzabile quando si tratta di discutere di un documento di programmazione strategica pluriennale di questa importanza. Preannuncia che farà pertanto pervenire al relatore anche per iscritto osservazioni e dati che potranno essergli utili nel suo lavoro.
Quanto al merito, dichiara che anche il suo gruppo rileva l'incoerenza tra gli impegni indirizzati al Governo con le mozioni approvate dall'Assemblea sugli F-35 e il documento in esame, dal quale emerge che il Governo, lungi dal dimezzare le spese su questo capitolo, sembra invece volerle aumentare nei prossimi anni. A questo riguardo, ricorda che il Parlamento è sovrano e che il Governo è chiamato ad attuarne gli indirizzi politici.
Quanto al riparto delle spese complessive per la difesa tra personale, esercizio e investimenti, sottolinea criticamente che la spesa per esercizio – che è essenziale per la vita effettiva dello strumento militare e che ha importanti ricadute sui territori e nella vita del personale civile e militare del Ministero della difesa – continua ad essere lontana dall'obiettivo del 25 per cento del totale.
Massimo ARTINI (Misto-AL), premesso che in questa Commissione è sempre stata possibile una discussione aperta e costruttiva tra maggioranza e opposizione su tutti i temi, anche quelli sui quali il Governo ha posizioni proprie molto definite, esprime l'auspicio che anche in questo caso si possa proseguire su questa linea. Quanto alle modalità di esame, ritiene che, una volta esaminate nel merito le diverse questioni, la Commissione potrà valutare se procedere alla discussione di una risoluzione.
Il sottosegretario Gioacchino ALFANO dichiara che il Governo condivide l'impostazione del relatore ed è disponibile a collaborare, a condizione che da parte di tutti vi sia l'effettiva disponibilità ad ascoltare fino in fondo le ragioni del Governo sulle diverse questioni e che il confronto possa avvenire in modo leale e trasparente. Conclude sottolineando che, prima di essere al Governo, è stato tra i parlamentari che hanno voluto e votato la legge n. 244 del 2012, della quale condivide quindi lo spirito.
Elio VITO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.
La seduta termina alle 15.10.