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Doping e gruppi militari: occorre fare chiarezza su quanto la pratica scorretta incida sulle performance degli atleti di Stato. E’ ciò che chiede l’interpellanza urgente al presidente del Consiglio Matteo Renzi firmata, tra gli altri, da una trentina di deputati. L’interpellanza richiede ai comandanti responsabili dei gruppi sportivi militari di sapere come hanno vigilato sui propri atleti in occasione delle scorse olimpiadi. Nel settembre 2014 la Procura di Bolzano aveva infatti messo in luce come nei 18 mesi che precedettero l'Olimpiade di Londra, 38 atleti di tutte le discipline sportive della FIDAL non avevano provveduto a inviare il modulo della propria reperibilità come previsto dal Codice antidoping, impedendo in questo modo la possibilità di essere sottoposti a controlli a sorpresa.
“Chiediamo se i comandanti si siano attivati per verificare che i propri atleti non fossero nella condizione di aver disatteso a questo obbligo di inviare la reperibilità e quali provvedimenti abbiano messo in atto nei confronti degli atleti che avessero eventualmente disatteso a questo obbligo – spiega il deputato PD Arlotti -. Si chiede inoltre quale sistema di controllo interno abbiano messo in atto in questi anni per prevenire il mancato invio della reperibilità e del possibile uso di sostanze dopanti da parte dei propri atleti”.
L'indagine condotta dai Nas e dai Ros, su mandato della procura di Bolzano, aveva evidenziato che l’Agenzia CONI-NADO, pur riscontrando ripetute mancate segnalazioni delle reperibilità da parte degli atleti, non si sia mai attivata per la contestazione delle infrazioni e per la prevista squalifica compiendo una grave violazione del Codice WADA soprattutto sul fronte delle “mancate reperibilità”.
“Siamo nel pieno della preparazione olimpica e dispiacerebbe che gli errori del passato non venissero superati – conclude il deputato -. E’ importante capire cosa è stato messo in atto perché non accada più”.