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Dopo l’assorbimento del Corpo Forestale nell'Arma dei carabinieri, si profila una riforma anche per la polizia penitenziaria. Nel testo elaborato dalla Commissione Gratteri nell’ambito dell’istituzione del Corpo di Giustizia dello Stato, si affferma che :"La questione penitenziaria, prepotentemente venuta all’attenzione a causa del problema del sovraffollamento delle carceri, ha trovato in questi anni risposte frammentarie, parziali e insufficienti, espressione della incapacità di affrontare il problema nel quadro unitario delle scelte statali di prevenzione e di repressione affidate al sistema penale.....Il dato di partenza di un’analisi sull’attuale assetto dell’amministrazione penitenziaria è quello di una enorme struttura che conta oltre a molti dirigenti generali, un corpo di polizia, un corpo di direttori, un corpo di appartenenti al servizio sociale, un corpo di educatori, e varie altre professionalità. Una struttura pletorica che comporta altissimi costi per lo Stato e restituisce una azione inefficiente, perché paralizzata, in sede centrale, dall’eccesso di autonomia riconosciuta ai singoli settori, spesso in contrasto tra loro, e, in periferia, dai conflitti interni tra le diverse categorie....".