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Proiettili al fosforo bianco usati nelle esercitazioni al Poligono militare di Capo Teulada. La denuncia arriva da un ex caporal maggiore ascoltato dalla commissione parlamentare d'inchiesta sull'uranio impoverito. "Sono munizioni lecite", replica lo Stato Maggiore della Difesa. "Ho infilato nelle bocche da fuoco del mio blindo Centauro munizioni con la sigla Nato-Wp (white phosphorus) e le sparavamo sulla penisola interdetta del poligono militare di Capo Teulada", dice Stefano Lentini, dipendente civile della Difesa ed ex militare, all'organismo parlamentare.
A sostegno di quanto afferma, Lentini consegna anche delle fotografie che sono state acquisite dalla Commissione. "Era - ricorda - il 1996 quando ci addestravamo nel poligono sardo con questi munizionamenti ed io avevo il compito di posizionarli nelle bocche da fuoco. Nessuna particolare precauzione ci è stata raccomandata". L'uomo ha contratto in seguito un carcinoma alla mammella. "Il chirurgo che mi ha operato - spiega - mi ha detto che è una forma tumorale molto rara nei maschi della mia età ed è probabilmente legata causalmente al servizio prestato: oltre ad esercitarmi nei poligoni, ho partecipato a diverse missioni nei Balcani e sono stato sottoposto a vaccinazioni..
Lo Stato Maggiore risponde invitando ad "evitare la diffusione di messaggi errati e inutilmente allarmistici". Infatti, si difende, "secondo quanto stabilito dal Diritto Internazionale Umanitario, l'impiego del fosforo bianco è pienamente lecito nelle munizioni illuminanti, traccianti e fumogene (cioè della tipologia che il signor Lentini ha sostenuto di aver utilizzato e che, comunque, le forze armate italiane non acquisiscono più da diversi anni), nei sistemi di segnalazione e negli inneschi degli ordigni". Il maneggio di questo munizionamento, prosegue "non richiede alcun tipo di protezione speciale da parte del personale" e le quantità di fosforo bianco contenuto "sono talmente esigue da non poter determinare alcun inquinamento permanente all'ambiente".