Periodico di informazione delle Forze Armate, Forze di Polizia e Pubblico Impiego

La vicenda della proroga in servizio del Capo di Persomil nonchè Presidente del Cocer, è arrivata in Parlamento, con alcune interrogazioni parlamentari al Ministro della Difesa Pinotti. Come è noto il 23 settembre scorso su proposta della Ministra della difesa Roberta Pinotti,  il generale di divisione dell’esercito in ausiliaria Paolo GEROMETTA, è stato confermato nell’incarico di Direttore generale per il personale militare fino al 30 giugno 2017 e di conseguenza resta anche Presidente del Cocer Interforze. La decisione ha suscitato un certo disappunto soprattutto considerando che esite una norma varata dal governo con cui è stato abolito l'istituto del trattenimento in servizio dei dipendenti pubblici che hanno già maturato il requisito per la pensione.

LE INTERROGAZIONI PRESENTATE IN PARLAMENTO

Interrogazione a risposta in commissione 5-09661

presentato da

BASILIO Tatiana

testo di

Lunedì 3 ottobre 2016, seduta n. 684

BASILIO, CORDA, FRUSONE, RIZZO, TOFALO e PAOLO BERNINI. — Al Ministro della difesa, al Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione . — Per sapere – premesso che: 
il 23 settembre 2016 su proposta della Ministra della difesa Roberta Pinotti, il generale di divisione dell'Esercito in ausiliaria Paolo Gerometta, è stato confermato nell'incarico di direttore generale per il personale militare fino al 30 giugno 2017; 
non si comprende se tale proroga riguarda anche la Presidenza del Cocer Esercito, essendo irrituale e inusuale che un militare in ausiliaria possa rappresentare gli altri militari ancora in servizio; 
la circolare n. 2/2015 della funzione pubblica – la cosiddetta «circolare Madia», in applicazione ed interpretazione del decreto legge n. 90 del 2014, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 114 del 2014, con le quali sono divenute operative le misure che abrogano l'istituto, in uso presso le amministrazioni pubbliche, del cosiddetto «trattenimento in servizio», abrogato dalla citata legge n. 114 del 2014, ha fatto entrare a regime la fattispecie del «pensionamento d'ufficio» che, «è volto a favorire il ricambio e il ringiovanimento del personale, nelle Pubbliche Amministrazioni»; 
il trattenimento in servizio è stato, quindi, abrogato con la sola eccezione del suo mantenimento per quelle casistiche di lavoratori che non raggiungendo il minimo dei contributi previdenziali che danno diritto al trattamento pensionistico, ammontanti, da normativa in essere, ad almeno venti anni, cumulati anche con precedenti rapporti di lavoro e corrispondenti contributi, presso diversi istituti previdenziali. L'amministrazione pubblica, in questi casi, deve permettere al lavoratore di proseguire nel rapporto di lavoro, sino al raggiungimento del «minimo contributivo» ovvero fino all'età massima dei settanta anni, consentiti. Non è il caso del generale di divisione dell'esercito in ausiliaria Paolo Gerometta; 
la cosiddetta legge «di Paola» (legge n. 244 del 2012) e gli indirizzi del «libro bianco per la sicurezza internazionale e la difesa» considerano la riduzione del personale prioritaria compresa quella dei vertici (che sono i più costosi per l'amministrazione); 
con la circolare del dipartimento della funzione pubblica n. 2 del 2015, il Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione ha confermato che dal 1o novembre 2014, secondo quanto stabilito dalla legge n. 114 del 2014, è avvenuta la soppressione dell'istituto del trattenimento in servizio, che consentiva ai dipendenti pubblici di continuare a lavorare, anche dopo il raggiungimento dei requisiti della pensione di vecchiaia; 
sul sito internet del Ministero della difesa, alla voce «disciplina dei richiami in servizio», si afferma che l'amministrazione della difesa si avvale del personale militare in congedo per ripianare esigenze che non possono essere soddisfatte dal personale in servizio. Esistono, a giudizio degli interroganti, molti ufficiali in grado di ricoprire l'incarico di direttore generale per il personale militare; 
l'articolo 879 del codice dell'ordinamento militare, stabilisce che.... «2. L'ufficiale, per giustificati motivi dell'amministrazione, può essere trattenuto in servizio oltre la data di decorrenza del provvedimento di cessazione dal servizio permanente. Se il trattenimento in servizio dura più di quindici giorni è necessaria la preventiva autorizzazione del Ministero della difesa; in ogni caso il trattenimento in servizio non può eccedere la durata di giorni sessanta». Il trattenimento in servizio del generale Paolo Gerometta sarà di 9 mesi –: 
quali siano le ragioni che hanno spinto il Ministro della difesa a prorogare di nove mesi il trattenimento in servizio del generale di divisione dell'esercito in ausiliaria Paolo Gerometta e come questa decisione si concili con le disposizioni del citato comma 2 dell'articolo 879 del codice dell'ordinamento militare; 
se si sia provveduto alla sostituzione del generale Gerometta dal Cocer con altro rappresentante non in ausiliaria e, in caso di risposta negativa, in base a quale disposizione dell'ordinamento militare il generale in questione continui a mantenere tale incarico nella rappresentanza militare. (5-09661)

 

 

 

 

 SENATO

Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 4-06366


Atto n. 4-06366

Pubblicato il 21 settembre 2016, nella seduta n. 683


LIUZZI - Al Ministro della difesa. -

Premesso che:

il 28 luglio 2016 sul sito "grnet" è apparso un articolo dal titolo "Rappresentanza militare, un organismo reso inutile dalle gerarchie, ma il Parlamento non se ne occupa", nel quale si evidenziano diverse contraddizioni che all'atto pratico comportano il non funzionamento del Co.Ce.R. interforze. A riguardo, altre testate on line (come "Il nuovo giornale dei militari") stanno ponendo lo stesso problema, soprattutto relativamente alla posizione del presidente del Co.Ce.R. interforze;

il Co.Ce.R. dei Carabinieri con delibera n. 773 del 14 ottobre 2015, riferendosi ad alcune decretazioni del generale Gerometta in qualità di direttore del personale militare (Persomil), deliberava di non partecipare più alle riunioni del Co.Ce.R. interforze ed invitava il capo di Stato maggiore della difesa a "disporre le dimissioni di ogni presidente che si dovesse trovare nelle medesime condizioni del Generale Gerometta (ritenuto incompatibile)";

alla suddetta delibera faceva seguito la n. 145/XI in data 29 ottobre 2015 del consiglio nazionale della Guardia costiera;

il Co.Ce.R. Aeronautica, con delibera n. 1, in data 15 marzo 2015, disconosceva le modalità di comparto difesa al di fuori delle materie di concertazione, modalità a cui si è ricorsi spesso in modo anomalo per riunire le 3 sezioni delle forze armate tradizionali;

è noto che il presidente del Co.Ce.R. interforze, generale di divisione dell'Esercito, Paolo Gerometta, dopo un lungo periodo al 1° reparto personale dello Stato maggiore dell'Esercito, ha assunto un incarico, ad avviso dell'interrogante, ancora più incompatibile, ossia il direttore del personale militare delle forze armate;

in merito ad incarichi incompatibili, nell'ambito della Marina, il presidente del Co.Ce.R. sezione Marina, ammiraglio Pietro Ricca, è da circa 5 anni anche capo del 1° reparto personale dello Stato maggiore della Marina e addirittura tra qualche giorno assumerà l'incarico di capo del 1° reparto dello Stato maggiore della difesa;

negli articoli citati si parla di voci sempre più insistenti provenienti non solo dalla rappresentanza militare, che vedrebbero il trattenimento in servizio del generale Gerometta, generale e presidente, che nei primi giorni di settembre 2016 ha raggiunto i limiti di età. Atto che, qualora confermato, comporterebbe ancor maggiori difficoltà di azione di un Co.Ce.R. interforze, il cui mandato è stato prorogato dal Parlamento, su proposta del Governo, per partecipare all'approvazione della riforma della rappresentanza e ha svolto una sola riunione in circa un anno e mezzo. Situazione ancor più contraddittoria per il fatto che uno dei motivi previsti dal testo unico dell'ordinamento militare (di cui al decreto legislativo n. 66 del 2010) per la decadenza dei delegati è il raggiungimento dei limiti di età;

la legge "di Paola" (legge n. 244 del 2012) e l'orientamento del "libro bianco per la sicurezza internazionale e la difesa" considerano la riduzione del personale a cominciare dai vertici;

con la circolare del Dipartimento della funzione pubblica n. 2/2015 il Ministro per la semplificazione e pubblica amministrazione conferma che dal 1° novembre 2014, secondo quanto stabilito dalla legge n. 114 del 2014, è avvenuta la soppressione dell'istituto del trattenimento in servizio, che consentiva ai dipendenti pubblici di continuare a lavorare anche dopo il raggiungimento dei requisiti della pensione di vecchiaia;

dallo stesso sito internet del Ministero della difesa, alla voce "disciplina dei richiami in servizio", si dice che l'amministrazione della difesa si avvale del personale militare in congedo per ripianare esigenze che non possono essere soddisfatte dal personale in servizio;

se dovesse essere considerato così indispensabile l'interrogante non comprenderebbe i motivi per i quali la commissione di avanzamento degli ufficiali dell'Esercito non l'abbia valutato idoneo all'avanzamento al grado di generale di Corpo d'armata,

si chiede di sapere:

se il Ministro in indirizzo voglia, con propria direttiva, in attesa che il Parlamento vari una riforma più evoluta della rappresentanza del personale militare, accogliere quanto richiesto dal Co.Ce.R. Carabinieri, e decretare di non mantenere presidenti di sezione con incarichi dirigenziali presso le direzioni generali di personale o i reparti del personale degli Stati maggiori, al fine di far sbloccare uno strumento ormai inattuale;

se corrisponda al vero quanto si scrive in merito ad una volontà del Ministro di trattenere in servizio il presidente Gerometta, che, in oltre un anno di mandato di presidente del Co.Ce.R., avrebbe svolto un solo incontro con un valido numero legale;

con quale motivazione confermerebbe al generale Gerometta la carica di presidente del Co.Ce.R. interforze, in considerazione del fatto che l'unico strumento normativo è il richiamo dal congedo, condizione che comporta la decadenza da delegato della rappresentanza;

nel caso di un richiamo del generale, quali siano le particolari esigenze che non possono essere soddisfatte dal personale in servizio, al punto da andare contro la linea politica del Governo di diminuire i vertici militari.

 

Argomento: 
Parlamento