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Dal primo gennaio è entrato in vigore il nuovo riccometro, cioè lo strumento che dovrebbe servire per misurare la ricchezza effettiva delle persone e dei nuclei famigliari (Isee, indicatore della situazione economica equivalente). Ora sarà più difficile dichiarare il falso, come pare facesse la maggior parte dei cittadini con il vecchio riccometro. Ma sarà anche più difficile riuscire a presentarlo, questo benedetto Isee.
Come al solito, infatti, per risolvere un problema della pubblica amministrazione, si getta la croce addosso ai cittadini. Il percorso individuato per limitare le false autocertificazioni è diabolico. Primo passo: il cittadino deve cominciare a districarsi con termini astrusi come Ise (indica la situazione economica del singolo), Isee (la situazione del nucleo familiare), Dsu, dichiarazione sostitutiva unica (in realtà bisognerebbe usare il plurale perché ci sono quattro diverse tipologie). Secondo passo: acquisire e studiare un agile manualetto di sole 70 pagine. Poi ci si può mettersi all’opera. In funzione della richiesta da presentare (retta dell’asilo, mensa scolastica, piscina comunale, tasse universitarie, sussidi socio-sanitari ecc) si dovrà compilare la Dsu adatta e presentarla all’ente al quale si richiede la prestazione agevolata, al comune di residenza o all’Inps: in quest’ultimo caso la dichiarazione può essere presentata anche online (ma solo se si è in possesso del Pin rilasciato dall’Istituto di previdenza). Nel Dsu vanno indicati i dati anagrafici, familiari e patrimoniali. I dati reddituali saranno acquisiti dalle banche dati dell’Agenzia delle entrate e dell’Inps dagli enti ai quali il Dsu è stato presentato. Non è finita, perché, entro quindi giorni lavorativi dal ricevimento del Dsu, l’ente è tenuto a consegnare al cittadino l’Isee che, una volta verificata la correttezza dei dati reddituali, potrà essere finalmente consegnato all’ente pubblico di riferimento. Un vero e proprio percorso di guerra, che in queste poche righe è stato delineato solo nei suoi elementi essenziali, perché in realtà le procedure sono complicate dalla presenza di diversi modelli Dsu, diverse forme di Isee, dalla presenza di procedure d’urgenza e infiniti trabocchetti che solo la pratica riuscirà a mettere compiutamente in evidenza. Ammesso che tutti gli enti pubblici siano riusciti ad adeguarsi alle nuove procedure, cosa di cui lecito dubitare (e che porterebbe al blocco del riccometro per gli enti inadempienti).
Fonte:Italia oggi