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Il Corpo forestale dello Stato sarà sciolto. La riduzione delle forze di polizia voluta dal premier Matteo Renzi e ribadita nella delega Pa ha così un primo, concreto traguardo: i tempi saranno rapidi anche se non immediati. Restano in piedi Polizia di Stato, Arma dei Carabinieri, Guardia di Finanza e Polizia penitenziaria. I forestali, circa 8mila addetti, dovranno confluire in una delle forze dell’ordine. La questione, per nulla semplice, è in discussione ai tavoli interforze presso il dipartimento di Ps - sulla logistica, le specialità, i presìdi sul territorio - al lavoro proprio per il riordino. I vertici di carabinieri e poliziotti, in particolare, stanno valutando funzioni, dotazioni, strutture e personale della forestale che, essendo civile, dovrebbe essere immesso nella Polizia di Stato. Probabile, ma con margini di incertezza: la partita non si è chiusa e non è escluso che alcuni “pezzi” della Forestale vadano all’Arma e altri alla Ps. L’operazione, comunque, dovrà generare risparmi, secondo alcune stime dell’ordine di diversi milioni l’anno. Altri scenari clamorosi - si era parlato persino di una fusione Finanza-Arma, ipotesi quasi da fantascienza - sono, per ora, del tutto campati in aria. Ma Tullio Del Sette (Arma), Alessandro Pansa (Polizia di Stato) e Saverio Capolupo (Guardia di Finanza) seguono nei minimi dettagli e con attenzione massima il processo di riorganizzazione: dovrebbe o potrebbe toccare anche altre questioni, come le specialità - dal loro punto di vista comunque strategiche - e, soprattutto per l’Arma, la presenza sul territorio. All’inaugurazione dell’anno accademico della Scuola superiore della Polizia di Stato, presente il ministro dell’Interno Angelino Alfano, Renzi ha detto che «siamo tutti d’accordo per una sempre migliore integrazione tra le forze di polizia ed è difficile che dopo la riforma della Pubblica amministrazione siano ancora cinque». La conferma è poi arrivata dal ministro della Pubblica amministrazione, Marianna Madia. Secondo Pansa occorre «ridisegnare il sistema di sicurezza in continuità con la legge 121 dell’81, andando verso una modernizzazione e una razionalizzazione». Oltre alle proteste nell’opposizione, al Senato è scoppiata la grana politica, dentro la maggioranza, della polizia provinciale. La commissione Bilancio, infatti, ha fatto proprio un parere della Ragioneria generale dello Stato che ha espresso un giudizio negativo sull’assorbimento delle polizie provinciali nelle altre forze dell’ordine: operazione ritenuta troppo costosa. Il testo dovrebbe essere riscritto con la previsione di un riordino delle polizie locali e non più della loro confluenza nelle altre forze dell’ordine. Il relatore al provvedimento, Giorgio Pagliari (Pd) è stato durissimo: sulla polizia provinciale «c’è stata un’invasione di campo del Mef» e, aggiunge, «il ministero ha travisato le sue funzioni». È arrivata poi la replica del viceministro Enrico Morando: «Gli emolumenti» delle forze dell’ordine locali «sono diversi» da quelli delle altre forze di polizia, perciò l’ipotesi di assorbimento «è stata considerata onerosa». Aggiunge Morando: «Il governo e la commissione Bilancio possono sbagliare, ma di solito si comincia con il dire “avete sbagliato” e si conclude con il dire “avete fatto correttamente”». FONTE: Il Sole 24 Ore