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Slitta l'approdo al Colle della manovra per la firma del Capo dello Stato. Il testo della legge di stabilità sarebbe dovuto arrivare ieri, come annunciato dal ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan, al Quirinale.
Ma fino a notte inoltrata i tecnici di Palazzo Chigi e quelli del Tesoro erano ancora al lavoro sulla limatura del provvedimento. Molti capitoli non erano ancora chiusi. A cominciare dal bonus bebé annunciato da Matteo Renzi domenica a Canale 5. Come spesso accade il premier ha preso in contropiede le strutture tecniche deputate a scrivere le norme che hanno dovuto lavorare per tutta la giornata di ieri. Ma non è stato l'unico passaggio.
I NODI PIÙ DELICATI
Nelle stesse ore in cui da Bruxelles filtrava la volontà del presidente uscente della Commissione, Barroso, chiedere all'Italia un aggiustamento strutturale pari allo 0,5 per cento del Pil, invece che lo 0,1 (e dunque implicitamente sei miliardi di misure aggiuntive) altri nodi più delicati sono stati oggetto d'esame, a cominciare dai tagli ai ministeri. Molti dei ministri coinvolti nella sforbiciata (la cui regia è rimasta saldamente nelle mani di Palazzo Chigi) hanno tentato di avere le tabelle allegate alla legge di stabilità nelle quali saranno indicati i tagli di spesa che dovranno subire. Una ricerca che fino alla tarda sera di ieri, per molti si è rivelata vana.