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Inaugurazione dell'anno giudiziario: presentata la relazione del presidente Gioacchino Tornatore che lancia un appello al futuro Governo. Registrati anche tra le Forze Armate nuovi reati in linea con l'evoluzione dei tempi: i social usati per la diffamazione dei commilitoni, primi episodi di stalking sessuale nei confronti delle donne in divisa, anche tra i soldati i furbetti del cartellino.
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Il militare che fa il furbetto col cartellino, quello che paga lavori mai eseguiti, quello che fa il doppio lavoro (incompatibile con l'appartenenza alle Forze Armate), quello che prende i buoni benzina dei veicoli militari ma li usa per fare il pieno sulla propria auto, quello che sull'auto di servizio scarrozza moglie e figli di un parlamentare. Quello che usa un fotomontaggio pubblicato su Facebook per irridere il generale mostrandolo nudo che legge fumetti porno-gay. Il Caporal Maggiore del 187° Reggimento Paracadutisti "Folgore" che diffama commilitoni pubblicando su Whatsapp fotomontaggi che li ritraggono in posizioni sconce. Il sottufficiale dell'Arma che fa stalking sessuale a una carabiniera. Il sottufficiale dell'Aeronautica Militare che infrange il segreto e fa trapelare che su un velivolo Falcon 50 volò il ministro della Difesa. I Marò in servizio antipirati sui Mercantili che prestano a civili le loro armi per farsi un selfie. Il soldato che durante le missioni all'estero truffa sugli acquisti.
Sono, questi, alcuni dei reati di cui si sono occupati gli uffici della magistratura militare secondo la relazione del presidente vicario della Corte Militare di Appello Gioacchino Tornatore, presentata oggi in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario. Tornatore ha affrontato il delicato tema della eventuale soppressione dell'Organo di giustizia militare per esiguità dei procedimenti. E coglie l'occasione per lanciare un appello al futuro governo affinchè alla magistratura militare sia affidata una giurisdizione più ampia.
• TRA LE FORZE ARMATE REATI NUOVI IN LINEA COI TEMPI
In molti casi si tratta di fattispecie di reato già note da tempo nel mondo delle divise, in molti casi invece sono illeciti nuovi figli, diciamo così, dei tempi. È il caso delle diffamazioni sui social, o degli insulti sessisti nei confronti delle donne militari in un ambiente ancora a forte presenza maschilista. In molti casi si sono conclusi con condanne, in altri i procedimenti sono ancora pendenti.
LE STATISTICHE: "POCHI I PROCEDIMENTI, MA UFFICI EFFICIENTI"
I dati statistici raccontano di una magistratura militare che si occupa di un numero esigui di reati ma molto efficiente. La durata media dei procedimenti definiti, nel corso dell’anno 2017, dalla Corte Militare di Appello, si attesta in 182 giorni (circa sei mesi). Nel corso dell’anno 2017 sono sopravvenuti 122 procedimenti, risultano esauriti 109 procedimenti, con una pendenza, a fine anno, di 60 procedimenti. Presso i tre Tribunali militari territoriali, di Roma, Verona e Napoli, risultano sopravvenuti 181 procedimenti (nello specifico, 69 a Roma, 57 a Verona e 55 a Napoli) e ne sono stati definiti 221, con una pendenza totale, al termine dell’anno, di 163 procedimenti. La Procura generale militare presso la Corte di Cassazione ha trattato, nel corso dell’anno in esame, 63 ricorsi.
• IL DIBATTITO: MAGISTRATURA MILITARE DA SOPPRIMERE?
Ma c'è un 'male oscuro' che mina la magistratura militare. È l'esiguita del numero dei procedimenti penali di cui si occupa e che fa dire a molti che forse questa istituzione non ha più senso di esistere. Molti infatti sostengono che sia meglio accorpare i magistrati militari nella magistratura ordinaria costituendo magari delle apposite sezioni specializzate.
Il dottor Tornatore su questo punto non è d'accordo e lancia un appello al futuro governo. "Nell'ultimo scorcio di Legislatura - ha affermato - si è registrata un'attenzione verso la magistratura militare pressoché univocamente diretta a prevedere la soppressione di tale ordine giudiziario speciale, con conseguente attribuzione della sfera di attuale competenza riservata allo stesso alla magistratura ordinaria, in un'ottica di unità della giurisdizione e con l'eventuale creazione di sezioni specializzate per materia che possano continuare a occuparsi dei reati attualmente riservati alla competenza dei Tribunali militari".
"Appare davvero contrario a ogni logica - ha proseguito - continuare a ipotizzare la definitiva soppressione di un apparato giudiziario che ha sempre fornito una adeguata risposta, anche in termini di celerità nelle definizione dei processi, alle esigenze di accertamento e repressione del fenomeno criminoso nel settore riservato alla sua sfera di competenza e che anche per quel che concerne le modalità di esecuzione della pena prevede un modello carcerario pienamente in linea con i parametri dettati e richiesti in sede comunitaria".
• TORNATORE: "NON CONFONDERE UTILITÀ CON SOTTO UTILIZZO"
"Il tema del mantenimento o meno della speciale giurisdizione penale militare - ha sottolineato Tornatore - è stato ultimamente affrontato partendo dal dato della particolare esiguità del numero di procedimenti penali annualmente incardinati presso gli organi della giustizia militare e dell'ancor più esiguo numero di sentenze emesse a seguito dell'esercizio dell'azione penale".
"L'errore da non compiere - avverte il presidente della Corte d'Appello Militare - è quello di confondere l'utilità di un organismo, in questo caso di una magistratura speciale, con la sottoutilizzazione dello stesso, perché il primo concetto presuppone un giudizio coinvolgente le capacità e la qualità del servizio offerto alla collettività da quel determinato Organo, e richiede che l'esito di tale giudizio sia evidentemente negativo perché si determini la eliminazione di tale organo. Il secondo coinvolge, invece, la problematica della migliore utilizzazione delle risorse offerte da tale Organo".
• "DARE ALLA MAGISTRATURA MILITARE I REATI DI COMPETENZA"
"Se il problema attuale della giustizia militare è quello di una 'scarsa produttività' di tale magistratura speciale, non determinata però da inefficienza e incapacità della stessa a fornire la risposta di giustizia che è lecito da essa attendersi, bensì dalla esiguità della materia attualmenteaffidata alla sua sfera di competenza, riteniamo che la soluzione non possa che essere una sola e sia sotto gli occhi di tutti". Una riforma, secondo Tornatore, che dia e restituisca ai giudici militare competenze giurisdizionali di cui oggi si occupa la magistratura ordinari.
Fonte: Repubblica.it