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PERCHE’ QUALCUNO VOLEVA GETTARE GLI ALLOGGI DI MALPENSA NELLA SPAZZATURA? LE FAMIGLIE DI MALPENSA, UN RICORSO AL TAR DI MILANO, LO IMPEDISCE. LE FAMIGLIE DI SETTE MILITARI IN SERVIZIO RIMANGONO. REVOCATA UNA IPOTETICA ” DEPORTAZIONE “ A GHEDI (161 Km.) O SFRATTI OPPURE …IL “TRASLOCO A SPESE DELL’ERARIO IN ALTRA ABITAZIONE PRIVATA”.
Zona Logistica Malpensa Aeroporto Militare – Cascina Radetzky
Tutto ha apparentemente inizio nella primavera del 2014, Nella Zona Logistica Malpensa – Aeroporto Militare, all’interno di una Palazzina storica, denominata Cascina Radestzky, insistono una decina di alloggi, di cui 7 abitati da militari in Servizio e 3 vuoti. I sette alloggi sono assegnati e abitati da utenti in titolo, 5 sono ASI e 2 AST. Area sottoposta, così sembra, ad “avances” o altri scenari di vario tipo con possibile cambio di destinazione, con possibile cambio proprietario e uso. Ma ora solo futuribili ed eventuali soluzioni alternative. Quindi all’inizio del 2014, il 1° Reparto Genio Aeronautica Militare in carica ill 106° Servizio Tecnico Distaccato Infrastrutture – Sezione Lavori Fuori Sede – Aeroporto di CAMERI, di effettuare un sopralluogo tecnico presso quel Comprensorio.
Una Commissione, nominata per le vie brevi, composta da un Capitano che firma, coadiuvato da un altro Capitano, e un paio di Marescialli, in data 4 aprile effettua il sopralluogo, notando sull’area una serie di disfunzioni:
. violazione delle recinzione, uso improprio di certi locali (magazzini etc.) non si sa da parte di chi, già dichiarati pericolanti;
.inoltre mette in guardia del pericolosi accesso a dette aree interdette, con la raccomandazione di interdire le aree maggiormente a rischio con transenne ed nastri bicolori (specifica bene).
Quando poi procede a verificare la staticità degli alloggi, la verifica, dichiara, è solo visiva. Altre verifiche, come afferma la Relazione Tecnica, è impedito dalla presenza di controsoffitti e rivestimenti che non consentono di controllare e ispezionare in sicurezza. E conclude: “ Sulla base di sopralluogo effettuato, quindi, non è possibile esprimere un giudizio di idoneità statica sugli alloggi, per il quale sono necessari ulteriori approfondimenti tecnici”.
Poi la Relazione suggerisce che occorrerebbe un finanziamento di 6.000 euro per i rilievi, prove, e onorario, per calcoli e firma di Tecnico abilitato (abilitato). Ci indurrebbe a pensare, forse erroneamente, che su Milano e dintorni nella 1^ Regione Aerea l’Aeronautica non dispone di un tecnico abilitato tale da poter apporre una firma e fare i calcoli. Ma proprio così è scritto nella Relazione Tecnica che viene trasmessa il 23 maggio 2014 (vedere in allegato ).
SUCCESSIVAMENTE…
Questa volta direttamente l’Aeronautica Militare – Comando 1° Regione Aerea – Ufficio Affari Generali, Piazza Novelli 1, in data 16 luglio 2014, invia una lettera ( in allegato) a ciascuno dei sette titolari di alloggio ( avendo cura di mettere per conoscenza lo STATO MAGGIORE DI ROMA, il !° REPARTO GENIO A.M. MILANO, e il COMANDO DI CIRCOSCRIZIONE ALLOGGIATIVA DI GHEDI) in cui “ Preso atto della necessità ed urgenza di liberare gli immobili in oggetto divenuti inagibili in ragione dei pericoli relativi alla staticità “ si dispone nei suoi confronti la revoca anticipata della concessione in atto, con l’obbligo di rilasciare l’alloggio entro 90 gg. dalla data della notifica del presente provvedimento ai sensi dell’art. 331 DPR 90/2010” e conclude “ Sarà provveduto ad assegnare un altro alloggio idonea e in caso di indisponibilità, le spese di trasferimento nello stesso Presidio a unità alloggiativa privata”.
Quindi al buio, senza avere una alternativa già prestabilita come località e disponibilità, a quegli utenti ASI e AST in Titolo, viene comunicato il fatto compiuto nel nome della “ staticità” di quelle case.
TUTTO COME DA REGOLAMENTO?
Sembrerebbe, ma non è così. C’è un vulnus. Quella Relazione Tecnica del 106 Stormo – Servizio Tecnico Distaccato dell’Aeroporto di Cameri, fatta propria dal 1à Reparto Genio che attestava in merito alla staticità degli alloggi che al di la di ispezioni visive, vari elementi visionati “ non consente di valutare il reale stato di conservazione alle strutture lignee del tetto dall’intero degli alloggi”. E in riferimento al sopralluogo “ non è possibile esprimere un giudizio di idoneità statica degli alloggi per i quali sono necessari altri approfondimenti tecnici” Conclude poi la stessa Relazione con la stima dei costi occorrente per fare rilievi, prove, tecnico munito di firma, tutto compreso per 6.000 euro.
Ma il Comando taglia corto. Ma la fretta gli stata fatale. Pertanto da quella Relazione Tecnica, passando per mano successiva, all’autorizzazione dello SMA di Roma, l’Aeronautica Militare , COMANDO !° REGIONE AEREA Ufficio AA.GG. di Milano, dispone di sgomberare quella pericolosa struttura ., senza che alcuno degli Enti e Comandi interessati, abbia dato seguito a quanto la stessa Relazione Tecnica indicava, lasciando ancora da accertare vale a dire “ non è stato possibile esprimere un giudizio di idoneità statica”.
UN CLASSICO
SI parte semplicemente da fattori di sciatteria e disinteresse del bene comune. Alloggi e infrastrutture, evidentemente fattori che erroneamente si ritiene svincolati da eventuali controlli, anche interni, dei compiti d’Istituto , che invece dovrebbero essere esercitati con scrupolo e diligenza in quanto a salvaguardia di un bene comune , in questo caso alloggi, fatti con risorse derivanti da contributi dei cittadini (solo però da quelli che pagano le tasse) , che la Difesa stessa avrebbe l’obbligo di curare e salvaguardare dal degrado e dalla fatiscenza. Poi invece quando per questi motivi “ di trascuratezza” si genera il degrado , gli stessi responsabili non esitano a gettare il bambino con l’acqua sporca. Ma spesso, anche per merito i degli utenti e loro familiari, e della validità e capacità di chi in sede di TAR ha saputo in questo caso esercitare l’avv. Ciconte, il giochetto non riesce.
ANCHE AL “GINO LISA” DI FOGGIA UN CASO ANALOGO
Ricordiamo, con un copione quasi simile, quanto successe un paio di anni addietro all’ex Aeroporto “Gino Lisa” di Foggia, sempre ad opera del Comando Aeronautica, questa volta la 3^ Regione Aerea di Bari , sempre avanzando pretese di fantomatici crolli. Il TAR , sempre con la sapienza dell’avv. Ciconte, poi ha reso giustizia. Naturalmente le case sono tuttora in piedi, godono buona salute e gli utenti relativamente tranquilli.
IL GIUSTO RICONOSCIMENTO A QUELLE FAMIGLIE
Quel gruppo coraggioso di famiglie della Malpensa, appena prese contatto con CASADIRIRTTO, fu ricordato loro l’analogo caso di Foggia ed allora hanno preso forza, Non certo di preoccupazione per l’incolumità si trattava, ma di altre non evidenti preoccupazioni. Hanno preso coraggio e si sono rivolti all’avv. Ciconte.
Alcune sedute preliminari poi il Tribunale Amministrativo viene al sodo. A fronte di una circostanziata <perizia e Relazione Tecnica di parte, corredata da una decisiva Relazione dell’avv. Ciconte, che evidenziava la non sussistenza di quanto richiesto dall’A.M. la stessa Amministrazione veniva invitata a presentare la propria Perizia.
ED ECCO IL COLPO DI SCENA
Nell’udienza della Camera di Consiglio del 25 febbraio 2015 depositata l’11 marzo 2015 , in allegato, il Tribunale rileva: “che con nota depositata in data 4 febbraio 2015 il Ministero resistente HA DATO ATTO DELL’AVVIO DEL PROCEDIMENTO DI ANNULLAMENTO DEGLI ATTI IMPUGNATI DAI RICORRENTI”. E prosegue: “ Ritenuto che risulta necessario, ai fini di una eventuale cessazione della materia del contendere, acquisire dall’amministrazione i provvedimenti conclusivi della suddetta procedura di autotutela, che, pertanto, il Ministero interessato dovrà produrre entro 30 gg. dalla comunicazione della presente ordinanza laq documentazione afferente alla citata procedura”. Una eco della notizia si è avuta anche dalla stampa locale come il giornale “La Provincia di Varese” con un articolo dal titolo “ Cascina Malpensa agibile, i militari “vincono” la casa.” L’articolo è riportato in allegato.
IN POCHE PAROLE
. L’Amministrazione non ha potuto presentare al Tribunale nessuna perizia e quindi comunica al Tribunale l’avvio del procedimento di annullamento dello sgombero degli alloggi;
.Il Tribunale gli concede 30 gg. per portare in Tribunale lo stesso annullamento.
CHE COSA DIRE ANCORA?
Non è la prima volta che certi Comandi ricorrono a “certe procedure” per potersi disfare di alloggi a loro modo di vedere “scomodi”. I motivi sono tanti e mai esplicitati se non in certe “clausure “. Certo è che motivare un provvedimento così impegnativo come quello di uno sgombero, che implica o una soluzione come quella di deportare a 161 km. di distanza interi nuclei familiari, anche con bambini piccoli (soltanto come eventualità ancora tutta da verificare, ma soltanto in ipotesi, a Ghedi, a personale in servizio ASI o AST che sia, non sembra certo una idea geniale. >Dal momento che nel dilemma crolla o non crolla gli alloggi, fino a prova contraria risultano perfettamente stabili, anche se, una bella verniciatina non farebbe male, come peraltro non farebbe male alle migliaia di alloggi che inutilmente necessitano di analoghi interventi, e forse qualche cosa di più.
AI “MALPENSANTI” UN GRAZIE DA PARTE DI CASADIRITTO
Alle famiglie di “Malpensanti” intese come abitanti della Malpensa, i cui assegnatari in titolo, il Maresciallo Morrone e il Maresciallo Palleschi, che con una esemplarità tutta da imitare hanno interpretato i loro diritti, oltre che i loro doveri, come fanno tante famiglie anche in modo anonimo, ma non per questo meno lodevole, e coraggioso, nella loro battaglia nei confronti di una Amministrazione che in tanti casi opera in contrapposizione dei veri interessi della stessa Difesa, e all’avv. Nicola Ciconte, vada il riconoscimento di CASADIRITTO .
P.S. Quando CASADIRITTO mette in luce fatti e dettagli del genere, in difesa dello Stato di Diritto, non è per vincere contro, ma per vincere per e con, in questo caso con e per, per la Difesa, oltreché con e per, per le famiglie.
Foglio di sgombero A.M. Comando 1 Regione Aerea di Milano del 16 luglio 2014,
Articolo del giornale “LA PROVINCIA DI VARESE del 26 febbraio 2015,
Ordinanza del TAR Lombardia del 25 febbraio 2015 depositata l’11 marzo 2015.
IL COORDINATORE NAZIONALE CASADIRITTO
Sergio Boncioli