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«Nuove cooperazioni tra stati membri, spiega l'Alto Rappresentante per la Politica estera e di Sicurezza Federica Mogherini, nel suo documento preparato nell'ultimo anno su mandato del Consiglio europeo, sentendo Paesi membri e organizzazioni terze - dovrebbero essere esplorate, e potrebbero comportare forme di cooperazione più strutturate». Il riferimento è alla possibilità di creare possibili enti congiunti, che siano sia militari che civili, utilizzando il più possibile i margini permessi dal Trattato di Lisbona.
In un contesto delicato per il futuro dell’Unione, segnato dalla volontà del Regno Unito di uscire dalla Ue, i Ventotto discuteranno martedì e mercoledì una nuova strategia con cui affrontare il rapporto con il resto del mondo. Il documento, preparato dall’Alto Rappresentante per la Politica estera e di Sicurezza Federica Mogherini, propone un impegno a maggiore integrazione e cooperazione nel campo della difesa, un ambito controverso che deve tenere conto dei limiti imposti dai Trattati e delle idiosincrasie nazionali.
«Il disegno, la stessa esistenza della nostra Unione sono rimessi in questione. Eppure i nostri cittadini e il mondo hanno bisogno di una Unione europea più forte, oggi come noi mai», afferma l’Alto Rappresentante nell’introduzione al rapporto. «In questi tempi difficili, una Unione forte è una Unione che definisce una strategia, che condivide una visione, e agisce in modo concertato». Questo, spiega la signora Mogherini, «è ancora più vero dopo il referendum britannico». Il tentativo è di approfondire la cooperazione dell’Unione e rilanciare la sua azione internazionale. Le priorità nel documento di 32 pagine appena trasmesso alle delegazioni nazionali sono la sicurezza dell’Unione e il rapporto con il vicinato a Est e a Sud. I principi che dovrebbero guidare l’Unione sono l'unità, l'impegno, la responsabilità, il partenariato. In questo contesto, nei fatti la signora Mogherini non propone alcun esercito europeo, come invece si vociferava nelle scorse settimane.
Su questo fronte, il rapporto precisa che «i Paesi membri restano sovrani nelle loro decisioni relative alla difesa: ciononostante, per acquisire e mantenere le nostre capacità, la cooperazione nella difesa deve diventare la regola». In questo senso, «l’Unione incoraggerà sistematicamente la cooperazione nella difesa e lavorerà per creare una industria europea della difesa che sia solida, un elemento cruciale per l'autonomia decisionale ed operativa dell’Unione». «Nuove cooperazioni tra stati membri – spiega ancora la signora Mogherini nel suo documento preparato nell'ultimo anno su mandato del Consiglio europeo, sentendo Paesi membri e organizzazioni terze - dovrebbero essere esplorate, e potrebbero comportare forme di cooperazione più strutturate». Il riferimento è alla possibilità di creare possibili enti congiunti, che siano sia militari che civili, utilizzando il più possibile i margini permessi dal Trattato di Lisbona. La relazione, che dovrebbe dare le linee-guida dell’Unione per i prossimi cinque anni, giunge in un momento di grave instabilità. L’Unione negli ultimi anni ha dovuto affrontare oltre alla crisi economica interna anche le guerre civili in Siria e in Libia, la crisi in Ucraina, il degrado del rapporto con la Russia, le tensioni commerciali con la Cina, l’instabilità nell'Africa del Nord e nel Medio Oriente, per non parlare negli ultimi mesi di sanguinosi attentati terroristici in Francia e in Belgio.
Riferendosi a «una Europa della difesa più credibile», la signora Mogherini crede nelle missioni militari europee, come quella oggi al largo delle coste libiche nel Mediterraneo, e nella collaborazione con l’Alleanza atlantica. «L’Unione – si legge nel rapporto – offrirà la sua assistenza ai Paesi membri e aumenterà il suo contributo alla sicurezza e alla difesa dell'Europa in linea con i Trattati». In questo senso, i piani di difesa nazionale devono accettare «una graduale sincronizzazione».
Sempre nel campo della difesa, «l’Unione sosterrà la cooperazione cibernetica tra i Paesi membri da un punto di vista politica, operativa e tecnica». Sul fronte migratorio, il documento preparato dalla signora Mogherini – il primo del suo genere dopo quello del 2003 preparato dal suo predecessore Javier Solana - si rifà per molti versi al piano d'investimenti all'estero presentato all’inizio di giugno dalla Commissione europea, che prevede partenariati con Paesi terzi.
Nel rapporto, che è stato condiviso con i Paesi membri nel corso della sua preparazione, spazio è riservato al rapporti con i grandi Paesi. Con la Russia, «la relazione è segnata dall’interdipendenza». Con la Cina, l’Unione vuole rafforzare il commercio e gli investimenti. Con gli Stati Uniti, i Paesi membri vogliono coltivare un rapporto sempre più stretto, ultimando il negoziato su un futuro accordo di libero scambio, oggetto peraltro di non pochi dubbi in molti paesi europei.
Questa relazione, che come detto verrà discussa domani e mercoledì dai capi di stato e di governo qui a Bruxelles, è certamente un primo tassello di un possibile rilancio dell’Unione, mentre si moltiplicano i dubbi sul futuro della costruzione europea. Come spesso succede nella politica estera e di difesa, ogni scelta, ogni proposta deve però fare i conti con le prerogative nazionali. Oggi forse più di ieri, dopo che la Gran Bretagna ha votato per uscire dall’Unione, creando il rischio di emulazione in altri Paesi.
Fonte: Il Sole 24 ora