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Partirà martedì prossimo il tavolo di confronto con i sindacati sulle pensioni. L'esecutivo presenterà alle parti sociali uno schema di massima degli interventi che intende portare all'interno della prossima legge di stabilita' prevista per l'autunno. Punto centrale della proposta del Governo è l'APE, acronimo che sta per anticipo pensionistico, uno schema a cui stanno lavorando sotto traccia da mesi il sottosegretario Nannicini ed altri tecnici del MEF.
Il finanziamento dell’operazione sarà garantito in gran parte da banche e assicurazioni, che provvederanno a erogare attraverso l’Inps le fette di pensioni anticipate per effetto del “prestito”. Che sarà poi restituito dal pensionato a rate con un percorso pluriennale dal momento in cui sarà raggiunto il requisito di vecchiaia. L'APE, quasi certamente , non troverà d'accordo la parte sindacale, sia per la complessità della disposizione sia per l'onerosità che comporterebbe in termini di penalizzazione. Di sicuro, osservano dalla Cgil, la legge Fornero ha irrigidito il sistema pensionistico italiano e necessita quindi di modifiche ma l'introduzione di un prestito bancario non sembra essere la soluzione migliore.
Dubbi arrivano anche dal presidente della commissione Lavoro della Camera, Cesare Damiano, che sottolinea, comunque, come ancora non sia stato presentato un testo ufficiale dell'esecutivo. Ma sull'ipotesi del prestito un punto deve essere chiaro: "noi vogliamo un anticipo pensionistico e quindi un pagamento dell'assegno attraverso l'INPS. Se poi l'Inps possa fare accordi con le banche è un'altra questione" ricorda Damiano. Rimane aperta poi la questione della penalizzazione, che nella proposta avanzata da Damiano e dall'onorevole Pier Paolo Baretta (ddl 857), è più contenuta: "noi proponiamo il 2% per ogni anno, non pensiamo che debba essere più pesante per i lavoratori; riteniamo inoltre che l'anticipo debba essere almeno di quattro anni e non di tre come dice il governo". La proposta di legge Damiano-Baretta inoltre reca la possibilità per lavoratori precoci andare in pensione con 41 anni di contribuzione, a prescindere dall'età anagrafica e senza penalizzazioni. Un punto che, da quanto si apprende, non è previsto nel piano del governo.
Fonte: pensioni oggi.it