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Le nomine decise relative alle ‘’cadreghe’’ militari al Colle confermano le indiscrezioni apparse di recente sul Velino sia per quanto riguarda l’atipica riorganizzazione dei Servizi militari, sia per i beneficiari di tali prestigiosi posti. A qualcuno può sembrare un eccesso di discrezionalità l’assegnazione di tali incarichi sempre ai ‘’soliti noti’’; ad altri che i vincitori della ‘’bambolina’’ si sono prodigati in ogni modo per presentare cose ineludibili e la loro indispensabilità; a molti la notizia ha fatto torcere le budella perché è incomprensibile come il Generale Mosca Moschini , unico e trino, continui a cadere in piedi, sempre. Altri, più disamorati e che conoscono bene le dinamiche dei Palazzi e del Colle, pur considerando un assurdo tale nomina, l’avevano pronosticata a tempo debito pur con qualche ragionevole riserva morale. Moltissimi che portano da anni le stellette, e fanno onestamente la loro professione avulsi da cordate, e dai salotti buoni, sono rimasti profondamente delusi, pur nel rispetto delle decisioni del Presidente. Più che un approccio logico e meritocratico, è parso nel suo complesso un percorso ‘’gattopardiano’’ per cui, ben lontani da uno spoil system tipico dei paesi anglosassoni, si invoca un irrinunciabile cambiamento negli staff e nei Consigliori, quasi una rivoluzione in termini di sobrietà, e di legalità, mentre poi -nei fatti concreti- tutti restano al Colle con incarichi apparentemente cambiati, ma che in realtà sono solo un maquillage di ri-estetica col solo cambio di etichette nei ruoli: tutto cambia e nulla cambia, almeno in termini di posti di potere. In data 24 febbraio è stato approvato ‘’fresco fresco’’ un nuovo ‘’Regolamento dei Servizi al Consiglio Supremo di Difesa e dei servizi militari della Presidenza della Repubblica’’ che pone incredibilmente al vertice della scala il Consigliere del P.d.R. per gli Affari (?) del Consiglio supremo di Difesa e Segretario del medesimo, con funzioni e raccordi istituzionali funzionali del tutto dominanti rispetto al Consigliere per gli affari militari, relegato d’ora in poi a fare il Capo della casa del Quirinale, dei vari assistenti militari e del cerimoniale di competenza con compiti routinari del tutto secondari e assai limitati. Lo stesso Generale Mosca, all’atto della sua presa d’incarico, circa 9 anni fa, aveva modificato i due incarichi -Consigliere militare e Segretario del Consiglio Supremo di Difesa -, di cui quest’ultimo svolto fino allora da un Ammiraglio, e motivando la contiguità, la sinergia e chi più ne ha ,più ne metta, è riuscito a unirli in uno solo, sotto il suo alto nome, scalzando l’Ammiraglio che fino allora aveva fatto da Segretario al Consiglio di Difesa. Oggi, dopo 9 anni di incarichi riuniti ed accorpati nel predetto Generale, che ha svolto la consulenza al Capo dello Stato per tutte le questioni a carattere militare, siano esse quelle tipiche di un consigliere esperto in condizioni normali, sia quelle inerenti le decisioni del Consiglio Supremo di Difesa, alla vigilia del subentro del nuovo Presidente, pare vengano meno tali presupposti (?) e si procede a separare di nuovo tali incarichi, con una sorta di ‘’divide et impera’’ poco giustificato. Un giochino ben pensato che pre-vede due Consigliori, anziché uno; anzi una triade anziché una unità consigliora! Tre distinti Consigliori debitamente pagati, anziché uno! Ma siamo per caso ancora nella famosa ‘’spending review’’ o è acqua passata? Infatti, ecco il nuovo regolamento; come previsto, le due funzioni sono state separate con motivazioni assai opinabili, allo scopo di conferire ‘’ulteriore impulso alle funzioni di supporto al P.d.R. nell’esercizio delle funzioni a lui conferite dalla Costituzione, in materia di sicurezza e difesa, citando –surrettiziamente- l’articolo 87..’’. ; nasce così un fantomatico Consigliere per gli Affari(?) del Consiglio supremo di Difesa(!), che richiederà anche un Responsabile della Segreteria di tale Consiglio, creando non uno ma altri due posting a tre stelle! A prescindere per un momento dalla moltiplicazione dei posti, un regolamento del genere, modificato contestualmente con le nomine imminenti, anche per i benpensanti, puzza di rimescolamenti strumentali. Più che gattopardismo per cui dopo 9 anni si torna agli assetti concettuali di prima, poi ri-modificati, qui c’è una strana ‘’moltiplicazione dei pesci’’ e dei posti. Altrimenti il Generale Mosca, l’Hihglander, immortale almeno nel conservare il potere maximo, e qualche suo fido seguace, avrebbero dovuto far le valigie, scendere dal Colle e lasciare il posto ( o meglio i posti abbinati) al neo Consigliere militare Generale di Squadra Corsini, il solo avente titolo a svolgere con i suoi Assistenti Militari ed il congruo staff assegnatogli quell’azione di assistenza e supporto al Presidente. Non solo; siccome la funzione ‘’ nuova’’ di Consigliere per gli Affari (?) del Consiglio di Difesa in quanto tale non esisteva, ma era accorpata con quella unica di Consigliere Militare + Segretario del Consiglio di Difesa, ora spunta pure il Responsabile della Segreteria del Consiglio della Difesa, quale Consulente e responsabile, di tale Segreteria con un altro Generale di Corpo d’Armata Braistocchi. Normalmente a capo di una segreteria, per quanto importante, il compito è a livello di sottufficiale o al massimo di un Ufficiale inferiore; qui invece abbiamo un consulente tre stelle dell’Esercito, stessa arma del Mosca, che fa ‘’il consulente al consulente’’ e gestisce pure la segreteria. Un assurdo in termini funzionali e di confusione totale dei ruoli, ma ciò paga le ambizioni del ternano che non solo si appropria del posto numero uno riconfezionato a dovere, con una manovra che fa invidia al primo prestigiatore del circo Barnum, ma tira fuori dal cilindro anche il posto per altri.
Al povero neo Consigliere per gli affari militari Corsini (notare la sua minuscola ‘’militari’’non a caso nel decreto, mentre al Consigliere per gli Affari Mosca è riservata la maiuscola..) viene dato pure il compito di ‘’fornire supporto e assistenza al Consigliere per gli Affari del Consiglio Supremo di Difesa’’ e, quindi, mentre ‘’Lui si avvale di lui ‘’(che significa gli è implicitamente sovraordinato funzionalmente), al Corsini non è più concesso neppure di surrogare lo stesso in caso di indisponibilità nel Consiglio Supremo di Difesa, come è finora avvenuto. Anzi, nel caso di Sua indisponibilità, la surrogazione viene allocata a quel Consulente- Baistrocchi, responsabile della Segreteria che non si capisce, con tutta la buona volontà, quali meriti se non il cieco fideismo nei confronti dell’Hihglander, possa annoverare nella sua carriera strepitosa ed incredibile visto che, pur provenendo dai ranghi del complemento, è diventato generale a tre stelle, quando le stelle per tali ruoli invece non si dovrebbero vedere in quanto il massimo grado raggiungibile è quello di Colonnello!! Ma le vie del Signore sono infinite. Se poi si osservano le attribuzioni ritagliate al Generale Mosca col nuovo regolamento per cui ‘’assiste il P.d.R. in tutte le attribuzioni in materia di sicurezza e difesa, anche nelle relazioni internazionali’’ ed è Lui ‘’a mantenere i rapporti con la Presidenza del Consiglio, con i vari ministeri, ma soprattutto con i Servizi di Informazione e Sicurezza’’, non ci si può meravigliare del potere debordante di quel neo- Consigliore? Il nuovo regolamento si presenta come il cavallo di Troia per confermare, con degli strambi quanto illogici stravolgimenti organizzativi, delle posizioni che legittimamente avrebbero invece dovuto lasciare, vuoi per limiti di età per un qualsiasi mortale militare, (ma non per Lui), vuoi per le normative esistenti per ‘’tutti gli altri’’: le nomine di Mosca e di Baistrocchi avrebbero dovuto essere fatte esclusivamente a favore di personale in Servizio permanente Effettivo e non per personale che di militare non ha più nulla essendo da lungo tempo in congedo assoluto. Non solo; come si spiega la conformità legale e legittima al famigerato decreto Madia sulla Pubblica Amministrazione che all’art 6 del D.L. 24 giugno 2014 n.90 ‘’prevede che al fine di contenere la spesa pubblica, dispone fra l’altro il divieto di conferire incarichi direttivi o in organi di governo a soggetti già lavoratori pubblici collocati in quiescenza, se non eccezionalmente e comunque a titolo gratuito e per un anno, non prorogabile…’’: loro, i due generali dell ‘Esercito, hanno ampiamente acquisito lo stato di quiescenza e quindi non potrebbero assumere tali incarichi, comunque da svolgere a titolo gratuito. Ma è così?
Il Presidente Mattarella nel sobrio discorso di insediamento ha richiamato con forza ‘’l’impegno ed il forte bisogno di legalità che c’è nel Paese’’ con l’esempio dato proprio a partire dal Colle. Forse oltre la legalità sarebbe stato ancora più forte il richiamo alla legittimità; come noto, nei Paesi dove esiste una vera democrazia liberale, in particolare in quelli anglosassoni, i due termini coincidono, nel senso che le leggi ben fatte ubbidiscono a quei valori e principi universali di rispetto dei diritti e della dignità propri del diritto naturale. La legalità fa parte del diritto positivo che si concretizza con le leggi di uno Stato, mentre la legittimità si riferisce al diritto naturale che contiene quei principi e valori antecedenti ad ogni ordinamento giuridico. In altri regimi, meno democratici, conta solo il principio di legalità che prevale su quello di legittimità; per dirla più chiaramente la persecuzione dei dissidenti nell’URSS era perfettamente legale, ma non era per nulla legittima visto che non teneva minimamente conto della dignità e dei diritti delle persone..
E se si parla di diritti calpestati e di mancata tutela della dignità dei nostri militari, visto che negli ultimi tre anni il Generale Mosca ha espletato entrambi gli incarichi di Consigliere e Segretario al Colle, ci si chiede quale sia stato il livello di legittimità garantito dalla sua alta posizione nei confronti dei 2 fucilieri di Marina che da tre anni sono detenuti impropriamente in India? Siccome era l’unico, allora, a consigliare il P.d.R pro-tempore per le mosse e l’etica da tenere nei loro confronti, visto che lo stesso è il Capo Supremo delle Forze Armate, e loro erano –e sono- soldati di questo Stato, oltre alla visita al Colle in occasione dei loro permessi, quali le azioni suggerite per riportarli davvero a casa? La richiesta non è peregrina, visto che la sua approvazione, il suo benestare è necessario per qualunque attività militare, promozione del personale, attribuzione incarichi soprattutto quelli internazionali e di peso; quindi, a prescindere dal potere apparente del Capo di Stato Maggiore della Difesa in carica, tutte le questioni Difesa devono avere la sua approvazione ‘’ombra’’: un bel potere, non c’è che dire!
Egregio Presidente, qui non si vuole criticare un suo decreto di nomina, né di approvazione di quell’opinabile Regolamento, ma di far luce su approcci che non appaiono trasparenti, ma ’pilotati’’ per interessi esclusivi dettati da ingordigia di potere e di danaro. Provi, Lei che ha tutti gli strumenti democratici, a fare un sondaggio nel comparto militare, in modo discreto e una verifica come in uso nell’oltretevere, chiedendo anche ai bassi ranghi, al popolo con le stellette, qual è il loro pensiero in merito. E quale considerazione in termini reputazionali e di meriti hanno dell’Highlander and Company che non faranno premio su quella fiducia nelle Istituzioni già scaduta ai minimi livelli, nel nostro Paese. Sotto un altro profilo l’intera vicenda appare come un ‘’facite ammuina’’ l’antico andazzo borbonico per cui il cambio dell’organizzazione sembra finalizzato a confondere le acque ed i ruoli degli attori in gioco, come capitava a Franceschiello allorquando in visita ufficiale ,e all’ordine di ‘’facite ammuina’’ tutti si mettevano in finto movimento per far apparire una falsa operosità ‘’chi sta a dritta passa a sinistra; chi è sopra passa sotto e viceversa, ecc’’ per far solo confusione, ma pochi fatti concreti. Alla fine, in questi moti browniani d’ammuina, il potere finisce comunque per restare saldamente in mano ai soliti, ed ai loro amici; le cadreghe sono così ristabilite, con una bella busta-paga (alla faccia della gratuità) che va a sommarsi agli incredibili emolumenti ed indennità SIP, e altro che in totale si avvicinano a milione di euro annui, mentre al povero soldato gli sono stati bloccati qualsiasi aumento di paga nel passato quinquennio; un’auto blu, e con una corte di potere al Colle. Qualcuno dirà (?) che però si è sempre mosso solamente con grande ‘’spirito di servizio’’anche se ha debordato dai limiti di età di oltre 2 lustri; qualche altro (?) che ha capacità trascendentali sia di gestione che di comando; qualche altro che legalità e legittimità sono rispettate nell’alveo della stringente spending review seppure con un leggero ampliamento degli organici tre stelle da ‘’uno a trino’’, ma sarà tutto, sicuramente, a conto pari!! Forse, qualche riflessione dall’alto del Colle sarebbe opportuna, se non necessaria, almeno per una maggiore trasparenza e informativa chiara, al cittadino comune, ed evitare che una situazione moralmente rilevante, si possa trasformare in una poco seria, alla Totò!
Grillo Scansadore