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Che sulla sicurezza il Governo avesse poche idee e molto confuse e poca voglia di intervenire organicamente era sin troppo evidente (…). Nessun progetto specifico, solo spot (troppe 5 Forze di Polizia! Troppe duplicazioni!) e soluzioni superficiali, come la soppressione del Corpo Forestale dello Stato ed una non meglio precisata razionalizzazione delle funzioni.
Niente a che vedere con le riforme strutturali proposte in altri settori strategici: scuola, lavoro, fisco, difesa, riforma istituzionale. Tanto che all’interno delle amministrazioni del comparto (ovviamente escluso il C.F.S.) si respirava una certa tranquillità: #noncambiunulla.
Poi, all’improvviso, il Governo presenta e fa approvare nel giro di poche ore (e senza troppe discussioni!) due emendamenti che ridisegnano l’art.7 del DDL Madia, che ora prevede:
la soppressione del Corpo Forestale dello Stato con il trasferimento delle relative competenze e del relativo personale ad un’“altra Forza di Polizia” (Carabinieri?) o in (su base facoltativa e fatto salvo il trattamento economico in godimento)“in altra Forza di Polizia” (PS e/o GDF?) o in “altra Amministrazione dello Stato” (Vigili del Fuoco?);
la razionalizzazione delle funzioni di polizia per evitare duplicazioni di competenze, garantire una migliore e più efficiente presenza sul territorio e favorire la gestione associata dei servizi strumentali;
l’istituzione del numero unico europeo “112” su tutto il territorio nazionale con centrali operative da realizzare in ambito regionale;
“la revisione della disciplina in materia di reclutamento, di stato giuridico e di progressione in carriera, tenendo conto delmerito e delle professionalità, nell’ottica della semplificazione delle relative procedure, prevedendo l’eventuale unificazione, soppressione ovvero istituzione di ruoli, gradi e qualifiche e la rideterminazione delle relative dotazioni organiche … tenuto conto dei criteri di delega della presente legge, in quanto compatibili;” (e quindi non dei criteri previsti Legge 216/1992 sin qui sempre utilizzati per i riordini del 1995 e del 2001);
- la revisione degli organici complessivi di ciascuna Forza di Polizia “in ragione delle esigenze di funzionalità e della consistenza effettiva alla data di entrata in vigore della presente legge, ferme restando le facoltà assunzionali previste alla medesima data;
l’utilizzo di una parte (sino ad un massimo del 50%) dei risparmi di spesa di natura permanente eventualmente ottenuti per finanziare il riordino delle carriere, in aggiunta al finanziamento (ridicolo) già previsto dalla Legge 350 del 2003 (115 mln di € l’anno).
In sostanza, si cristallizzano i tagli a bilanci ed organici degli ultimi anni e si immagina di recuperare ulteriori risparmi, efficienza e produttività, attraverso la razionalizzazione delle funzioni e dei presidi ed il riordino delle carriere del personale. Con queste premesse(vincoli finanziari e giuridici e assenza di contrattazione integrativa) è però difficile immaginare un qualsiasi tipo di riordino delle carriere. Anzi, è difficile immaginare qualsiasi tipo di modernizzazione. #solospending
E’ poi paradossale constatare che, mentre tutto il mondo del lavoro pubblico (...) e privato si muova verso la logica della produttività e della flessibilità (contrattazione integrativa) per migliorare i rendimenti e trovare risorse da destinare al personale (merito, professionalità e stipendi!), nel comparto sicurezza si continui a pensare alla carriera, come se fossimo ancora negli anni novanta!
Già prima della crisi il personale del comparto sicurezza ha inseguito (invano!) l'ennesimo riordino delle carriere, mentre il resto del personale del pubblico impiego ha potuto aumentare le retribuzioni attraverso la contrattazione integrativa. Poi, crisi durante, il personale del comparto sicurezza ha continuato a pagare più di tutti, per effetto dell'assenza della contrattazione integrativa e dell'arretratezza della struttura della carriera e delle retribuzioni (...). Ma forse la lezione non è bastata!
Continuare oggi a guardare al passato, illudendosi (ed illudendo!) all'inseguimento del mito del grado (...), significa destinare il personale a ricevere “tubolari” (demansionati) senza quattrini, i sindacati le rappresentanze ad avere un ruolo irrilevante nei processi di riorganizzazione ed impedire ogni tipo di modernizzazione delle amministrazioni (...). Altro che merito e professionalità!
Gianluca Taccalozzi, Delegato Co.Ce.R. – Guardia di Finanza.