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Il capogruppo Pd canta vittoria: "Quei fondi non potranno più essere utilizzati per comprare nuovi pattugliatori". Nel mirino il programma di ampliamento della flotta voluto dall'ammiraglio De Giorgi. Ma i 5 Stelle dissentono: "Potrà farlo lo stesso"“Alla fine abbiamo vinto noi”. Così il capogruppo Pd alla commissione Difesa della Camera Gian Piero Scanu, che aveva denunciato forti “pressioni lobbistiche” sui commissari, commenta l’esito della seduta che stamane ha dato il via libera al rinnovo della flotta da guerra della Marina, oltre che all’acquisto di centinaia di nuovi blindati per l’Esercito. La vittoria consiste nell’aver ridimensionato, almeno temporaneamente, le ambizioni del Capo di Stato Maggiore della Marina, ammiraglio Giuseppe De Giorgi, e di aver posto dei paletti al suo programma navale.

“Siamo riusciti a far sì che una parte consistente del finanziamento del programma da 5,4 miliardi di euro, vale a dire un miliardo e seicento milioni inizialmente destinati ad accendere mutui che poi sono risultati non necessari, non venga automaticamente usata dalla Marina per comprare navi in più rispetto a quelle pattuite”, spiega Scanu. “Se De Giorgi vorrà usare quella cifra per comprare altri quattro pattugliatori dovrà formulare una nuova richiesta al Parlamento”.

“Inoltre – continua Scanu – abbiamo dato parere positivo, (LEGGI IL RESOCONTO PARLAMENTARE)  ma a condizione che la Marina chiarisca, carte alla mano, quante sono le vecchie navi che andranno effettivamente dismesse e rimpiazzate, dato che sembrano essere molte meno di quelle inizialmente dichiarate, e che la Difesa ci faccia avere i dettagli del contratto di costrizione delle nuove navi in modo da essere certi che l’impresa, che ovviamente sarà Fincantieri, garantisca costi certi e comprensivi del supporto logistico e della manutenzione”.

Per i 5 stelle invece alla fine l’hanno spuntata gli ammiragli e il ribelle Scanu è stato rimesso in riga dal suo partito. “Oggi per blindare Scanu in commissione, anche se erano le 8:30 del mattino, sono venuti tutti i membri Pd al completo, come capita solo quando ci sono questioni delicate da seguire”, afferma il deputato grillinoLuca Frusone. “E infatti il parere positivo approvato dalla maggioranza non impedisce a De Giorgi di usare quel miliardo e sei per comprarsi i quattro pattugliatori in più. Nel testo si legge: ‘Le risorse stanziate per gli oneri di finanziamento non più necessarie per tale finalità siano destinate al miglioramento dei saldi di finanza pubblica oppure, ove necessario e in ogni caso informandone le competenti Commissioni parlamentari, siano utilizzate per l’implementazione del Programma pluriennale navale (…) ivi inclusi i quattro pattugliatori di altura opzionali’. Basta che il Governo riformuli il decreto, ma non sarà necessario un nuova autorizzazione parlamentare”.

Ma Scanu non ci sta a questa lettura. “Non è per nulla così, non ci sarà alcun automatismo perché in quel caso il Parlamento eserciterà nuovamente il potere di controllo stabilito dalla legge 244/2012 e la commissione Difesa potrà decidere di sottoporre la nuova richiesta del Governo a un nuovo parere, che potrebbe anche essere negativo”.

I 5 stelle però non si fidano, e per questo oggi in commissione hanno presentato un parere che chiedeva che il miliardo e sei fosse definitivamente sottratto alle disponibilità della Difesa venendo “restituito all’entrata del bilancio dello Stato per essere riassegnate”. Secondo Frusone, “la Difesa non avrà difficoltà a superare le maglie larghe della legge 244 sul controllo parlamentare delle spese militari, e De Giorgi riuscirà a comprare tutte le navi previste dal suo megalomane programma navale con cui vuole passare alla storia della Marina militare. Peccato che la Difesa oggi non abbia nemmeno i soldi per fare gasolio sulle navi che già ci sono”.

In conclusione, tenuto conto che il mancato ricorso al mutuo ha comportato un aumento dei finanziamenti diretti per i primi tre anni, oggi la Difesa si è portata a casa 4,1 miliardi sicuri per dieci nuove navi (2,9 miliardi per sei pattugliatori/lanciamissili, 844 milioni per una nuova portaerei, 325 milioni per una gigantesca nave appoggio e 40 milioni per due piccole unità veloci da assalto) e 2,6 miliardi per altri 381 carri blindati Freccia (autorizzati con la condizione che i meccanici di Oto Melara e Fiat Iveco garantiscano l’assistenza anche sui fronti di guerra). Un bottino di tutto rispetto per ammiragli, generali e industrie militari, che presto ci faranno sapere nel loro Libro Bianco di cos’altro abbiamo bisogno per sentirci più sicuri.

FONTE - IL FATTO QUOTIDIANO

Argomento: 
Difesa