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Le retribuzioni orarie a febbraio sono rimaste invariate rispetto al mese precedente e sono aumentate dell’1% rispetto a febbraio 2014. per i dipendenti della pubblica amministrazione la variazione è stata nulla.
Con un tasso di disoccupazione pari al 12,6% (41,2% se si guarda a quello giovanile), un dato in calo rispetto al record registrato nel 2014, ma che non segna un’inversione di tendenza, in Italia sul fronte lavoro c’è ancora molto da fare. Ma che succede se si guarda alle retribuzioni? Ce lo dice l’ultima rilevazione Istat.
Nel mese di febbraio l’indice delle retribuzioni contrattuali orarie è risultato invariato rispetto al mese precedente ed è aumentato dell’1,0% nei confronti di febbraio 2014. Complessivamente, nei primi due mesi del 2015 la retribuzione oraria media è cresciuta dell’1,0% rispetto al corrispondente periodo del 2014.
Se si guarda, poi, al settore privato e alla pubblica amministrazione si copre che per i dipendenti del settore privato a febbraio le retribuzioni contrattuali orarie hanno registrato un incremento tendenziale dell’1,5%, mentre per i dipendenti della pubblica amministrazione la variazione è stata nulla.
Osservando i settori che a febbraio hanno presentato gli incrementi tendenziali maggiori troviamo: telecomunicazioni (3,5%), gomma, plastica e lavorazione minerali non metalliferi (3,3%), energia e petroli ed estrazioni minerali (3,0%). Nel settore del commercio e in tutti i comparti della pubblica amministrazione le variazioni sono state nulle.
Retribuzioni contrattuali orarie per settore:
L’analisi Istat ha poi mostrato che tra i contratti monitorati dall’indagine, nel mese di febbraio non sono stati recepiti nuovi accordi e nessuno è scaduto. Nel dettaglio, alla fine di febbraio la quota dei dipendenti in attesa di rinnovo è stata del 56,9% nel totale dell’economia e del 44,4% nel settore privato. L’attesa del rinnovo per i lavoratori con il contratto scaduto è risultata in media di 38,3 mesi per l’insieme dei dipendenti e di 22,7 mesi per quelli del settore privato.