Periodico di informazione delle Forze Armate, Forze di Polizia e Pubblico Impiego

Il 24 luglio scorso, la Cassa di Previdenza delle Forze Armate ha firmato una convenzione proprio con Banca Marche spa per affidarle la gestione dei propri conti correnti. Rinnovando la propria fiducia all'istituto, già da anni in amministrazione straordinaria, pochi mesi prima che quest'ultimo venisse salvato per i capelli dall'esecutivo.

Una banca rimasta per due anni in amministrazione straordinaria dopo essere stata spolpata - secondo le accuse - con meticolosa voracità che piace molto, però, anche al ministero della Difesa. Lo sanno bene i militari italiani, che in questi giorni assistono alla tempesta di polemiche e di esposti abbattutasi sui quattro istituti con un interesse diretto e vigile nella partita. Il 24 luglio scorso, infatti, la Cassa di Previdenza delle Forze Armate ha firmato una convenzione proprio con Banca Marche spa per affidarle la gestione dei propri conti correnti. Rinnovando la propria fiducia all'istituto, già da anni in amministrazione straordinaria, pochi mesi prima che quest'ultimo venisse salvato per i capelli dall'esecutivo.

La Cassa è sotto la vigilanza del ministro della Difesa, e si occupa di gestire i fondi della previdenza integrativa erogata ai militari che vanno in pensione. Un ente di diritto pubblico con un patrimonio da 740 milioni di euro (bilancio 2013), che ha il compito di far fruttare i soldi versati dagli iscritti (rigorosamente militari) ai vari fondi della Cassa. Lo scorso febbraio, con una bando pubblicato sul sito del ministero della Difesa, l'ente in questione ha indetto una procedura aperta per "l'assegnazione del servizio di cassa mediante la gestione di sette conti correnti e relativi conti titoli". Inserendo, tra i criteri di valutazione dell'offerta, anche la disponibilità alla concessione di mutui per l'acquisto di prima e seconda casa al personale militare iscritto ai fondi di previdenza "a condizioni economiche particolarmente favorevoli".

Il 24 aprile 2015 il cda della Cassa ha deliberato l'affidamento del servizio a Banca Marche, che ha prevalso nettamente (con 96 punti) sugli istituti rivali: la Banca Popolare di Sondrio e quella di Bari (76 e 65). Già ad inizio 2013 l'istituto marchigiano si era aggiudicato i conti correnti dei fondi di previdenza dei militari. Per poi finire, dal 15 ottobre dello stesso anno, in amministrazione straordinaria. Una spirale negativa (con un'inchiesta che vede 37 indagati tra ex amministratori e imprenditori accusati di aver svuotato le casse dell'istituto ormai prossima alla conclusione) terminata con la messa in liquidazione della vecchia banca e la nascita di una nuova spa del 22 novembre.

Nel frattempo però, poco prima di essere salvata per decreto, Banca Marche ha ottenuto di nuovo in gestione i soldi destinati ai militari. In modo legittimo. Tra i requisiti per la partecipazione nel disciplinare di gara veniva indicato quello di non essere una società in stato di fallimento, di liquidazione coatta o di amministrazione controllata. La locuzione "amministrazione straordinaria" non è ricompresa invece tra le cause di esclusione

Fonte "Il Tempo"

Martino Villosio

Argomento: 
Attualità e Politica