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"I sindacati di Polizia non hanno impedito la Diaz ? Reputo del tutto assurdo e fuorviante - afferma Tissone - associare tale episodio con l'esistenza del sindacato in Polizia - episodio (quello della Diaz) da noi definito come una pagine tristissima per la nostra democrazia .....La Legge 121 del 1 Aprile 1981 nacque in un contesto dove esisteva un chiaro indirizzo politico-istituzionale, una polemica culturale impegnata, un dissenso degli intellettuali in merito all'utilizzo della forza pubblica nonché un’adeguata interpretazione da parte del movimento sindacale nel suo insieme. Tutti fattori che permisero il varo di una delle poche leggi che, ancora oggi, rivestono un'importanza sostanziale che permise, all'epoca, il raggiungimento di un duplice obiettivo che era quello di "restituire ai cittadini una forza di Polizia che doveva servire in primo luogo gli interessi della collettività e che fosse in grado di coordinare, in un modello di pubblica sicurezza civile, le altre forze che concorrevano per la sicurezza pubblica."....
Abbiamo chiesto a Daniele Tissone, segretario generale del SILP CGIL, di commentare le dichiarazioni dell'on. Villecco Calipari rese in Commissione Difesa della Camera.
Ricordiamo che replicando al Professor De Sena (che aveva appena specificato come la Corte EDU avesse precisato che non si può negare il diritto sindacale ai militari) ed al Presidente Imposimato (che aveva invece evidenziato la necessità di un sindacato nel mondo militare anche per scongiurare derive autoritarie o eversive portando ad esempio “Gladio” e “P2”), la relatrice dei provvedimenti legislativi di riforma della RM affermava tra l'altro:
"" … e anche per quanto riguarda (sindacato come garanzia di presidio democratico ) ed io su questo sottoscrivo che cosa ha detto il Presidente Imposimato ma lo sottoscrivo oggi in una giornata particolare … dopo la sentenza sulla Diaz, lei lo ricordava per tempi molto bui per questo Paese oggi per la sentenza sulla Diaz ci siamo ritrovato nella stessa situazione, carenze, vuoto legislativo che non ci ha permesso di avere colpevoli e condannati se non i pochi ecco io quindi condivido pienamente la sua impostazione però ribadisco Gladio e neanche la Diaz saremo riusciti a risolvere … smilitarizzammo la Polizia e i sindacati ci sono ma la Diaz è successa lo stesso …”.
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"Forse non ho compreso bene - afferma Tissone - ma la mia lettura e':" i sindacati di Polizia non hanno impedito la Diaz ". Al riguardo reputo del tutto assurdo e fuorviante associare tale episodio con l'esistenza del sindacato in Polizia - episodio (quello della Diaz) da noi definito come una pagine tristissima per la nostra democrazia - .
Questo quando la nostra sigla chiedeva di accertare la responsabilità politica nei giorni del G8 del 2001 a Genova. Al pari di ciò neppure ritengo che "andare indietro nel tempo fino a Gladio" sia rispettoso nei confronti della legge di riforma della Polizia di Stato nata con lo spirito e la volontà di cambiare un corpo che, soprattutto grazie al coraggioso movimento che si era formato al suo interno, non aveva caratteristiche tali da potersi più riconoscere nei principi fondativi della nostra Repubblica anche alla luce della mutata realtà storico-politica.
Per questo è nata la Legge 121 del 1 Aprile 1981; in un contesto dove esisteva un chiaro indirizzo politico-istituzionale, una polemica culturale impegnata, un dissenso degli intellettuali in merito all'utilizzo della forza pubblica nonché un’adeguata interpretazione da parte del movimento sindacale nel suo insieme. Tutti fattori che permisero il varo di una delle poche leggi che, ancora oggi, rivestono un'importanza sostanziale che permise, all'epoca, il raggiungimento di un duplice obiettivo che era quello di "restituire ai cittadini una forza di Polizia che doveva servire in primo luogo gli interessi della collettività e che fosse in grado di coordinare, in un modello di pubblica sicurezza civile, le altre forze che concorrevano per la sicurezza pubblica."
In tale contesto il "sindacato ebbe modo di esprimersi contribuendo al miglioramento dell'efficienza del servizio restituendo dignità a quei lavoratori che operavano per garantire il bene comune."
Valori alti e mete alte per un sistema di sicurezza pubblica, che la politica del tempo concepì affinché le persone sviluppassero, in coerenza con il loro progetto di professionalità, valori, aspettative e dignità per la funzione che esse esercitavano.
La Legge 121 "univa il cittadino alle forze dell'ordine in un comune progetto volto alla sicurezza delle persone", non mi sembra poca cosa per quegli anni travagliati dalla minaccia terroristica.
Oggi, periodo in cui si dispiega una crisi organica della società, dell’economia, dello stato, indicare delle mete, e corredarle da un programma istituzionale coerente, dovrebbe, come allora, costituire per la politica una necessità primaria e non un mero tema “tecnico” di revisione della spesa che ha ridotto, nel tempo, efficienza e professionalità inasprendo le condizioni di vita dei lavoratori.
Purtroppo, le scelte che seguirono al periodo "illuminato di quei tempi", sono state stravolte in primissimo luogo da una politica che non ha saputo o voluto proseguire nel progetto riformatore degli anni '80 e che, al contrario, ha militarizzato sempre più le forze dell'ordine.
Un esempio tra tutti la "selezione del personale che da oltre 15 anni affluisce negli organici delle forze dell'ordine che proviene, interamente, dal mondo militare.
Questa politica assente da tempo ha tante, troppe responsabilità in quanto che, proprio a causa delle scelte che essa ha operato nel corso degli anni, non si sono più sviluppate nuove forme di associazionismo come non si è di fatto concretizzato un ampliamento delle già limitate libertà sindacali esistenti.
Peggio ancora si restringono diritti e libertà costituzionalmente riconosciute, basti pensare al progetto di fare confluire il Corpo del CfS che gode di piene libertà sindacali all'interno di corpi militari quali l'arma dei Carabinieri priva di diritti sindacali o all'interno della Polizia di Stato, ancora oggi con non piene libertà sindacali.
Non posso quindi accettare simili lezioni avendo personalmente vissuto questi anni di cambiamento come questo periodo di lento quanto inesorabile ritorno al passato dettato da scelte politiche che stanno riportando indietro valori, ambizioni e mete alte che i legislatori della Legge 121/81 perseguirono con coraggio e abnegazione.
Credo, rispondendo alla senatrice Calipari, che sia venuto il momento di dire al Parlamento che "traguardi più alti e ambiziosi" si possono e si debbono trovare al fine di intendere la sicurezza quale " un valore pubblico da generare e rendere effettivamente disponibile con il contributo delle professionalità dello Stato dedicate alla difesa dal crimine e alla tutela dei beni comuni".
Solamente così sapremo rispondere alle moderne sfide che ci attendono sempre a patto che "ognuno di noi" si assuma le proprie responsabilità e con un'onestà intellettuale che non ci porti a confondere i diritti con i doveri che, ognuno, per la sua parte deve saper esercitare fino in fondo".
Daniele Tissone