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Uranio impoverito, la breccia nel silenzio: si apre il tavolo sui rischi
l tavolo tecnico sull'uranio impoverito presieduto dall'Ispettorato Generale della Sanità Militare si baserà sulle risultanze finali della Commissione Scanu, ovvero la commissione parlamentare di inchiesta che ha lavorato nella scorsa legislatura.
Uranio impoverito, cosa sappiamo
L'esistenza di un nesso tra l'esposizione all'uranio impoverito e le malattie denunciate dei militari è stato stabilito dalla Commissione parlamentare d'inchiesta sull'uranio che presentando la sua relazione finale ha evidenziato "sconvolgenti criticità" e l'invito a vigilare con il massimo scrupolo sulle modalità di realizzazione delle missioni italiani all'estero a partire da quella del Niger.
"L'obiettivo è porre la persona al centro di ogni nostro sforzo" dice all'Adnkronos il ministro della Difesa Elisabetta Trenta. Oggi si è tenuta la prima riunione di coordinamento, che ha visto presenti anche esperti di medicina legale, rappresentanti dello Stato Maggiore della Difesa, della Previdenza militare e dell'Avvocatura dello Stato.
Lo scopo della riunione come chiarito dal ministro è stata quella di definire l'orientamento del tavolo ed iniziare ad analizzare le criticità sul tema.
"Con questo tavolo ci siamo prefissati un obiettivo molto chiaro - spiega il ministro Trenta - fare in modo che l'Italia possa finalmente dotarsi di una legge dello Stato volta a tutelare innanzitutto le vittime, quindi il militare colpito da patologie connesse"
Vogliamo mettere nero su bianco diversi aspetti finora lasciati al caso, quali i criteri oggettivi per valutare l'esposizione, con l'ambizione di eliminare del tutto i contenziosi e dunque fare in modo che ogni militare possa sentirsi sostenuto e protetto dall'amministrazione. Prima c'era un muro davanti a noi. Oggi, piano piano, lo stiamo abbattendo"